Il farmaco entra nell’alternanza scuola- lavoro con 40 aziende
Il progetto in 18 scuole
Da cos’è un farmaco, e il suo valore e ciclo di vita, alla ricerca farmaceutica. Dall’organizzazione aziendale all’importanza della prevenzione. Grazie a “partnership d’eccellenza”, Farmindustria, assieme a scuole e imprese del settore, ha messo a punto un percorso di alternanza scuola lavoro innovativo, un modello probabilmente unico in Italia, almeno sotto una governance associativa, con una grande partnership di soggetti coinvolti nelle attività: uffici scolastici regionali, istituzioni, sindacati, associazioni confindustriali di categoria e della filiera.
Il progetto triennale è stato attivato in quattro Regioni, Lazio, EmiliaRomagna, Lombardia, Toscana, raggiungendo 18 scuole ( licei scientifici e istituti tecnici) e oltre 400 studenti. Le aziende coinvolte finora sono circa 40 ( con oltre 100 esperti aziendali interessati) che, insieme al contributo di Farmindustria, hanno erogato oltre 1.000 ore di didattica, tra lezioni frontali, project work e visite aziendali, e realizzato oltre 700 ore di stage.
La peculiarità del progetto di Farmindustria è che non offre agli studenti solo formazione o esperienze in stage, ma è concepito come un percorso completo nell’arco del quale gli studenti vengo inizialmente accompagnati nell’acquisizione di conoscenze specifiche del settore, successivamente coinvolti in stage/ project work per sperimentare quanto appreso in via teorica e infine orientati sia al lavoro che al prosieguo degli studi coerenti con le richieste del settore.
Si è partiti constatando che, spesso, l’eccellenza del Made in Italy non è nota nei contesti formativi e conseguentemente non se ne apprezzano o conoscono le relative opportunità ( da qui probabilmente il boom del mismatch, che ormai oggi, a livello nazionale, interessa circa la metà delle assunzioni programmate dalle aziende di un pò tutti i settori produttivi).
Il punto è che, in primis per il settore pharma, per essere produttivi e competitivi è fondamentale l’investimento, lo sviluppo e la valorizzazione del capitale umano.
Nei prossimi venti anni ( secondo dati Istat 2024) in Italia vi sarà una riduzione consistente della popolazione in età di studio e di lavoro ( ogni anno secondo il Mim abbiamo 100/ 110mila studenti in meno sui banchi). Fenomeno che inevitabilmente si ripercuoterà sulla tenuta e gli assetti delle risorse umane, fonte di ricambio generazionale e nuova linfa del tessuto produttivo dell’eccellenza del Made in Italy.
Tuttavia, sempre secondo l’Istat, tale previsione può essere mitigata, ad esempio, da un aumento dei tassi di partecipazione all’istruzione terziaria e dall’impiego delle innovazioni tecnologiche ( digitale, robotica, Intelligenza artificiale) alle quali occorre adattarsi per sfruttarne le opportunità. Per questo, servono forti investimenti sulle politiche attive del lavoro e in particolar modo quelle collegate alla costruzione delle competenze, che rappresentano uno degli asset centrali per una crescita sostenibile e per innescare processi di innovazione continua.
‘ Coinvolti 400 studenti per mille ore di didattica in Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Toscana