G7 Esteri, Medio Oriente in cima all’agenda
Sul tavolo gli sviluppi della crisi Israele- Iran, Ucraina, Mar Rosso e Africa
Lo scontro fra Israele e Iran, il sostegno all’Ucraina, gli assalti nel Mar Rosso e la ricerca di un argine ai tumulti del Sahel. Sono le priorità sull’agenda della riunione dei ministri degli Esteri G7, nella tre giorni al via oggi a Capri. Non è un mistero che l’attenzione sarà dominata dal primo capitolo, il conflitto in Medio Oriente e gli ultimi ribollii sull’asse fra Tel Aviv e Teheran. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, padrone di casa della riunione, ha incontrato ieri a
Roma i rappresentanti della Lega degli stati arabi e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, ribadendo una linea favorevole al dialogo. Tajani, parlando al Forum dell’agenzia Ansa, ha sottolineato la disponibilità di Roma all’ « invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri Paesi » .
La ministeriale di Capri arriva sullo sfondo delle valutazioni dei Ventisette su un nuovo pacchetto di sanzioni all’Iran dopo il suo attacco a Israele. « Alcuni paesi membri hanno chiesto di espandere il regime di sanzioni già applicato all’Iran per via del suo sostegno alla Russia, includendo anche i missili e gli stessi alleati iraniani nella regione » , ha detto ieri sera l’Alto rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell. « Ho inoltrato la richiesta al Servizio europeo di azione esterna per iniziare il lavoro » , ha aggiunto l’ex ministro spagnolo al termine di una riunione in videoconferenza dei ministri degli Esteri. L’ipotesi di sanzionare anche le Guardie della Rivoluzione sembra oggi difficile, sia perché alcuni Paesi membri esprimono dubbi politici, sia perché - giuridicamente - per imporre sanzioni è necessario che la forza paramilitare sia oggetto di procedura giudiziaria in uno degli Stati europei.
Di Iran parleranno questa sera anche i capi di Stato e di governo, riuniti a Bruxelles in un vertice straordinario voluto in origine per parlare di economia. La situazione internazionale ha poi preso il sopravvento. Tra le altre cose, i Ventisette stanno finalizzando un mec
Il ministro Tajani al Forum dell’Ansa: « Pronti all’invio di truppe se nascesse lo Stato palestinese »
canismo che permetterà loro di usare a fini militari parte dei profitti generati dalle riserve finanziarie russe congelate al momento dello scoppio del conflitto.
Il resto dell’agenda del G7 sarà ripartito fra le fibrillazioni del Mar Rosso, il sostegno all’Ucraina ( presente anche il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba) e i rapporti con l’Africa subsahariana, protagonista del cosiddetto Piano Mattei del governo Meloni e del summit di fine gennaio con i leader del Continente. A Capri è atteso un unico esponente continentale di peso, il presidente della Mauritania e chairperson di turno dell’Unione africana Mohamed Ould Ghazouani. L’invito è mirato. Roma inaugura oggi la sua ambasciata a Nouakchott, la capitale di un Paese ritenuto l’ultimo appiglio aperto ( o non ostile) all’Occidente nel Sahel: la fascia subsahariana stretta nel circolo fra insorgenze di gruppi jihadisti e colpi di Stato militari.