Meloni non commenta e vola a Tunisi per fermare i migranti
Il faccia a faccia con Saied nel pomeriggio a Bruxelles
Da Palazzo Chigi nessun commento ufficiale né indiscrezioni. Ma le parole pronunciate da Mario Draghi sono state attentamente pesate da Giorgia Meloni. Le voci sulla possibile candidatura dell’ex premier alla guida di una delle principali istituzioni europee restano sullo sfondo e certamente saranno oggetto di più di un confronto a margine del Consiglio europeo che si apre oggi. Ieri l’unica presa di posizione pubblica da parte della presidente del Consiglio prima della partenza arriva per stigmatizzare lo stop alla kermesse delle destre ( a cui erano presenti anche esponenti di FdI e i loro alleati) decisa dal sindaco di Saint- Josse, una delle municipalità di Bruxelles, con tanto di intervento della Polizia. Meloni parla di « incredulità e sgomento » e ringrazia il premier belga Alexander De Croo « per la tempestiva presa di posizione » contro « l’odiosa oppressione della libertà di espressione » .
Per il resto no comment . Anche perché tutto - come va ripetendo la stessa presidente del Consiglio - dipenderà dal verdetto delle urne. E le variabili che possono incidere sull’esito del voto stavolta sono più esterne che interne. A partire dalla guerra in Medioriente. In questa chiave va letta anche la scelta della premier che, prima di atterrare nel pomeriggio a Bruxelles, ha deciso di recarsi per la quarta volta a Tunisi per un nuovo incontro con il presidente Kais Saied. Al centro del faccia a faccia c’è il dossier migranti corredato dagli investimenti del Piano Mattei. Meloni - accompagnata dai ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, dell’Università, Anna
Maria Bernini, e dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli - vuole avere rassicurazioni da Saied sulla proseguo della collaborazione per frenare le partenze ed evitare nuove ondate di sbarchi sulle coste italiane. « Resta fondamentale che le autorità tunisine continuino nella loro azione di contrasto al traffico e alla tratta di esseri umani e di contenimento delle partenze irregolari » , confermano fonti italiane che stanno seguendo il dossier. Dopo mesi di rallentamenti - a seguito della sottoscrizione del Memorandum di luglio con la Ue e poi a quello di ottobre - nell’ultimo mese c’è stata una ripresa delle partenze dalla Tunisia che si sommano a quelle sempre più numerose provenienti dalla Libia. Affrontare una campagna elettorale con le immagini dei migranti assiepati sulle coste italiane non è un buon viatico.
La leader di FdI durissima stigmatizza lo stop alla kermesse delle destre in Belgio: « Violata la libertà »
Mantenere buoni rapporti con Saied è dunque fondamentale. Il presidente tunisino che punta alla rielezione ha detto polemicamente che non è intenzionato a trasformare la Tunisia in un hub per i migranti. In ballo ci sono anzitutto i 900 milioni promessi dall’Europa ( finora ne sono stati erogati 150) a condizione però che si sblocchi il prestito dell’Fmi. Meloni tenterà di rassicurare il suo interlocutore ricordando che la Tunisia è « prioritaria » per la realizzazione del Piano Mattei in cui rientrano anche i tre accordi che verranno firmati oggi: il primo per investimenti su efficienza energetica e energie rinnovabili; il secondo per una linea di credito per le piccole e medie imprese tunisine e il terzo un protocollo d’intesa tra i rispettivi ministeri dell’Università e della ricerca per rafforzare la cooperazione su questo fronte.