Freni: « Il sistema va reso più attrattivo per investire nella economia reale »
Il sottosegretario al Mef guarda a « una scatola comune » : un fondo dei fondi
Lo sviluppo della previdenza complementare resta, anche nel breve periodo, tra le priorità del governo. Che però deve fare i conti con le poche risorse al momento disponibili. La coperta resta corta, come ha certificato il Def presentato la scorsa settimana, per alleggerire subito in maniera significativa il peso fiscale sulle forme integrative, anche se resta aperta la strada tracciata con la legge delega sulla riforma fiscale. Ma questo non è l’unico versante sul quale è caduta l’attenzione dell’esecutivo. Che è indirizzata anche su un altro tema cruciale: quello degli investimenti in economia reale. « Il nostro obiettivo non è obbligare gli investitori a indirizzare il loro denaro nell’economia reale, ma rendere attrattivo il sistema creando le condizioni affinché investire diventi talmente conveniente che ci sia la fila per farlo » , afferma il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, che per il Mef ha delega in materia previdenziale.
Il governo sta valutando varie opzioni, ma il punto di arrivo dovrebbe essere la creazione di piattaforme di investimento non comparabili con strumenti simili e, quindi, convenienti ad esempio per i fondi pensione, che sono annoverati tra i cosiddetti “investitori pazienti”. « Noi abbiamo bisogno degli investitori pazienti » , dice Freni. Il sottosegretario al Mef guarda anche alla possibilità di creare « una grande scatola comune » : una sorta di fondo dei fondi da convogliare nell’economia reale. Uno strumento sulla falsariga di quello già caldeggiato dal presidente del Fondo Cometa, Riccardo Realfonzo, che prevede il coinvolgimento di Cdp e di altri investitori istituzionali. Anche perché tra i tecnici dell’esecutivo si sta facendo largo la convinzione che questo sia l’unico modo l’unico modo di canalizzare una fetta significativa del risparmio previdenziale sull’economia reale.
E anche se il sottosegretario all’Economia non lo dice, in tema di incentivi potrebbe anche essere valutata l’ipotesi di legare il meccanismo fiscale alla destinazione dell’investimento garantendo forme di premialità a chi privilegia quello in economia reale. Ma una misura di
Nuovi incentivi frenati dalle scarse risorse disponibili. Per ora resta la strada della delega fiscale
questo genere dovrebbe prima essere attentamente soppesata a livello costituzionale anche per la sua disomogeneità nel trattamento fiscale. In ogni caso per l’esecutivo il dossierprevidenza complementare è tutt’altro che accantonato.
I sindacati, da parte loro, continuano a spingere per la riapertura del tavolo sulle pensioni con il governo e il varo di interventi anche per rilanciare la previdenza complementare, come una nuova fase di “silenzio- assenso” per il Tfr. Un’eventualità, quest’ultima, che anche all’interno del governo non viene del tutto esclusa, ma sulla quale, almeno fino a questo momento, il ministero dell’Economia non è stato chiamato a pronunciarsi direttamente.