Confcommercio: ripresa solo confermando il taglio del cuneo fiscale
investimenti del Pnrr. Confcommercio propone il suo schema di lavoro per agganciare un vero percorso di ripresa. Aprendo la 23esima edizione del Forum internazionale di Confcommercio, il presidente Carlo Sangalli parla di
« indicazioni congiunturali che non aiutano a tracciare un percorso di ripresa. Senza alcun pessimismo, devo dire che questo è davvero un problema perché mette a rischio l’obiettivo di crescita per il 2024, obiettivo che non può scostarsi troppo dall’ 1%. A nostro avviso, per raggiungere quell’obiettivo è decisiva la conferma della riduzione delle aliquote e del taglio al cuneo contributivo » .
L’altra leva di crescita, proiettata sui prossimi anni, è « l’accelerazione della realizzazione delle riforme e degli investimenti legati al Pnrr » . Confcommercio conferma una previsione di crescita per il 2024 dello 0,9%, quasi allineata all’ 1% del governo, mentre sul 2025 le stime divergono. La confederazione considera la valutazione contenuta nel Def ottimistica, ritenendo che l’ 1,2% indicato dall’esecutivo nello scenario tendenziale sia in realtà raggiungibile solo con la conferma dei tagli al cuneo fiscale già in vigore per il 2024.
La dinamica di crescita, evidenziano Sangalli e il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, è strettamente legata alle decisioni della Bce attese per la riunione del 6 giugno. « Serve un segnale di coraggio - è la tesi - con una riduzione dei tassi di mezzo punto percentuale, che sarebbe del resto coerente con le valutazioni che la stessa Banca centrale fa in termini di riduzione dell’inflazione » . È in pratica la stessa posizione sostenuta dal governo, ha confermato ieri il ministro per gli Affari esteri Antonio Tajani intervenendo al forum. Tajani ha osservato che « bisogna far capire alla Bce che dal prossimo mese sarebbe giusto cominciare ad abbassare i tassi di interesse » .
Nel lungo termine, tuttavia, qualsiasi svolta nella politica monetaria andrebbe accompagnata da riforme strutturali che, secondo un’analisi presentata ieri da Confcommercio, sono sempre più necessarie soprattutto sul fronte dell’occupazione. Il mercato del lavoro soffre gli squilibri della dinamica demografica che, in uno scenario di bassa migrazione, vedrà la popolazione italiana in età lavorativa calare tra il 2030 e il 2023 dell’ 1,4%, poco meno della media Ue dell’ 1,8%. « La soluzione passa dall’aumento del tasso di partecipazione femminile – dice Bella –: se lo portassimo al valore della Ue- 27 avremmo 2,2 milioni di occupate in più » .