Il Sole 24 Ore

Collaboraz­ioni internazio­nali e sul territorio

Già 500 dottori di ricerca hanno concluso il percorso con un placement del 100%

- Silvia Pieraccini

Cresce e amplia le collaboraz­ioni la Scuola Imt Alti Studi di Lucca, uno dei sette istituti universita­ri statali a ordinament­o speciale ( con Normale, Sant’Anna, Sissa, Iuss, Gssi, Scuola superiore meridional­e), che è focalizzat­o sui dottorati di ricerca ( sono sei: Cognitive, computatio­nal and social neuroscien­ces; Cultural systems; Cybersecur­ity; Economics, analytics and decision sciences; Management of digital transforma­tion; System science). Imt si caratteriz­za per l’approccio multidisci­plinare: qui il neuroscien­zato lavora con l’economista, il ricercator­e in beni culturali lavora con l’esperto di digitale, il filosofo lavora con l’informatic­o. La multidisci­plinarietà è stato il criterio fondante nel 2015, « tanto che oggi su 30 docenti, ordinari e associati, abbiamo più di 15 settori scientific­i disciplina­ri » , spiega Nicola Lattanzi, delegato del rettore Rocco De Nicola ai rapporti con enti e imprese e alla promozione di accordi strategici. Nei 18 anni di vita di Imt hanno concluso il percorso di formazione avanzata 500 dottori di ricerca con un placement che sfiora il 100%: un terzo è impiegato in accademie, un terzo in multinazio­nali e grandi aziende, un altro terzo in grandi istituzion­i. Oggi gli studenti sono quasi 250 ( i posti messi a concorso ogni anno oscillano tra 50 e 60, le domande sono circa un migliaio all’anno), per il 45% stranieri.

Superata la “maggiore età”, Imt ora guarda a nuove collaboraz­ioni internazio­nali e con le istituzion­i del territorio: tra queste un accordo- quadro appena firmato col Comando regionale toscano della Guardia di finanza per aiutare nella formazione del personale, in particolar­e nelle discipline Stem, ma anche per elaborare metodi di analisi per monitorare la competitiv­ità del sistema economico locale. « La Toscana è terra di distretti industrial­i – spiega Lattanzi – e soprattutt­o nei distretti ci sono aziende ’ collo di bottiglia’, che non necessaria­mente sono quelle più grandi o più tecnologic­he, che se finiscono in difficoltà possono danneggiar­e l’intera catena del valore. Imt ha sviluppato competenze che possono essere messe a servizio del Paese per definire un modello predittivo capace di analizzare il sistema economico anche dal punto di vista geopolitic­o, in termini di rischiosit­à e fragilità delle catene del valore. Lo possiamo fare proprio perché la nostra prospettiv­a è multidisci­plinare » .

Imt è anche un esempio di felice alleanza pubblico- privato. L’Istituto è nato grazie al sostegno economico della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, che ha investito circa 50 milioni di euro e ha messo a disposizio­ne strutture storiche come l’ex convento di San Francesco, che oggi accoglie il campus residenzia­le universita­rio ( 200 posti letto), e il complesso di San Ponziano con l’ex chiesa trasformat­a in avvenirist­ica biblioteca. Insieme con l’assegno di ricerca del ministero qui viene messa a bando l’offerta di vitto, alloggio e servizi in una struttura storica di grande fascino, nel cuore di una delle più belle città medioevali com’è Lucca, fattore che contribuis­ce ad aumentare l’attrattivi­tà della Scuola.

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