I grandi brand del made in Italy guardano all’estero
Internazionalizzazione
Le multinazionali del Made in Italy puntano alla crescita estera soprattutto attraverso le operazioni di M& A. Si tratta di scelte strategiche che puntano ad aumentare ricavi e utili ma anche ad acquisire innovazione e risorse umane qualificate. Lo hanno sottolineato, durante il Merger & Acquisition Summit, Pierluigi Longo , responsabile M& A di Exilor Luxottica , e Alberto Vacchi, presidente e Ad di Ima.
« Nel percorso che ha portato alla fusione tra Exilor e Luxottica - ha raccontato Longo - l’accento è stato posto sul progetto industriale: le due realtà erano complementari quanto ai prodotti, le lenti e l’occhiale. Come azienda, secondo lo spirito del fondatore, siamo sempre stati abituati a vivere come un valore il fatto di uscire dalla comfort zone e a percepire le differenze come ricchezza. La fusione ha dato un risultato molto più grande della semplice somma delle due realtà » .
Per Exilor Luxottica la politica delle acquisizioni è una costante. Si guarda ora al rafforzamento nel settore delle apparecchiature per la diagnostica, dopo l’acquisizione di una società israeliana, e nel settore delle correzioni acustiche. Naturalmente non si escludono operazioni per il rafforzamento del business tradizionale dell’occhialeria.
La strategia di Ima - gruppo leader nella produzione di macchine per il confezionamento di tè, caffè, farmaci e cosmetici - è sulla stessa linea di Exilor Luxottica. Acquisiszioni di realtà innovative per continuare a sviluppare il core business e operazioni che, in aderenza al know how tipico dell’azienda, possano aprire nuovi mercati.
Vacchi ha portato l’esempio dell’ingresso dell’azienda nel mercato della mobilità elettrica. Quanto alla finanza per sostenere questi progetti Vacchi ha raccontato le conseguenze dell’ingressso nella compagine di un fondo di private equity , Bdt & Msd partners, dopo il delisting.
« Si è chiuso il ciclo della quotazione in borsa, ma quell’esperienza ci è servita - ha affermato Vacchi - per imparare la trasparenza che è richiesta da un fondo di private equity. Con questa realtà Usa vogliamo consolidarci sul mercato soprattutto statunitense » .
Accanto al private equity si conferma, anche nelle operazioni cross border, il ruolo delle banche. Riccardo Penati, responsabile Investment banking di Unicredit, ha precisato come la conoscenza del mercato da parte delle realtà bancarie sia spesso un elemento facilitatore degli accordi.
Una nota di preoccupazione è arrivata da Carlo Montagna, partner di PedersoliGattai, secondo cui spesso si assiste, da parte dei Governi, a una levata di scudi a difesa delle proprie realtà.
Tuttavia, la politica di acquisizioni non è congeniale per tutte le
aziende. Illy, una realtà familiare ormai presente in tutto il mondo, ha scelto di non crescere con
l’M& A, tranne che in alcuni casi eccezionali per arrivare in particolari nicchie di mercato. « Il nostro valore - ha detto il presidente Andrea Illy - è il brand e non avrebbe senso mettere insieme un ventaglio di marchi. Con noi il caffè, di cui curiamo la sostenibilità della filiera, ha smesso di essere una commodity, la bevanda che serve a darci la scossa alla mattina, ed è diventato un’esperienza di benessere » .
Illy ha sollecitato il Governo e il legislatore a perseguire la difesa del made in Italy, contro i prodotti imitatori. « Come in Francia - ha proposto - servirebbe un’Agenzia per la promozione e la difesa » .