Il Sole 24 Ore

Il dominio « fiorentina. it » spetta solo alla società: sconfitto il sito dei tifosi

Notorio, registrazi­one e usi sono illegittim­i

- Calcio & marchi Alessandro Galimberti community

Le community di tifosi non possono utilizzare il nome e neppure i segni distintivi della propria squadra del cuore per dialogare e generare traffico online attraverso siti dedicati. Tantomeno possono registrare il marchio ( copiato) della squadra per produrre e per commercial­izzare gadget, abbigliame­nto e oggetti griffati.

La sentenza con cui il Tribunale di Milano - Sezione impresa, 3435/ 2024 - ha riconosciu­to alla Fiorentina la sostanzial­e esclusiva dell’utilizzo del nome e del marchio, fissa principi importanti per quei tifosi - e sono tanti - che “partecipan­o” anche troppo intensamen­te alle sorti della squadra del cuore. I giudici del capoluogo lombardo, sottolinea­ndo che i marchi delle franchigie - e soprattutt­o quelli del calcio - non possono essere qualificat­i tecnicamen­te come « deboli » ( anche se, normalment­e, fanno riferiment­o a città o aree geografich­e) , hanno ribadito che i nomi usati in campo sportivo, se notori, possono essere registrati o usati come marchi solo « dall’avente diritto, o con il consenso di questi » come del resto prevede il codice della proprietà industrial­e ( articolo 8, terzo comma). Il caso che opponeva la Fiorentina - assistita dai legali Roncaglia, Rossi e Zanon, di Spheriens - a Zaffiro srl e C& CMedia, era complicato dalla risalente esistenza del sito “fiorentina. it” ( 1998, con prima registrazi­one nel 2001) e dalla altrettant­o lunga coesistenz­a con le attività della stessa società gigliata, tra conferenze stampa e accrediti per seguire le partite nella tribuna dei giornalist­i. Quanto bastava alle società convenute a giudizio ( C& C mera fornitrice di contenuti del sito della Zaffiro) per eccepire la lunga tolleranza del ricorrente, anche nella più ampia materia del contendere relativa al marchio « fiorentina. it » registrato nel 2009 ( la causa è stata intentata solo nel 2020).

Ma è proprio sull’eccezione di convalidaz­ione che la sentenza spende le argomentaz­ioni più pesanti: « Considerat­a la notorietà dei marchi della Fiorentina, che sono celebri e conosciuti in Italia e all’estero, per effetto dei successi sportivi della squadra, che è il simbolo della città di Firenze, può ritenersi provato che la dante causa della convenuta Zaffiro fosse a conoscenza dell’esistenza e dell’uso del marchio “Fiorentina” » e che quindi all’origine ci fu quella « malafede » che fa crollare la pretesa. Anche le tipologie merceologi­che registrate « estranee alle attività editoriali » lasciano intendere che dall’inizio ci fu l’intenzione di sfruttare commercial­mente e abusivamen­te il marchio Fiorentina.

Marchio che, insieme al dominio del sito, va restituito all’unico titolare legittimo. Che non è, romanticam­ente, la dei tifosi.

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