Il debito resta osservato speciale Occorrono più sviluppo e produttività
Lilia Cavallari ( Upb) ricorda che la spesa per interessi pesa circa per il 4% sul Pil
Due sono le parole chiave: la crescita e l’aumento della produttività, fattori determinanti anche per aggredire il grande macigno del debito e rimettere in sesto la situazione di finanza pubblica. Bisogna agire in Italia, ma non solo: occorrono strumenti fiscali anche europei, perché la Ue deve realizzare cospicui investimenti nelle tecnologie, per le transizioni ambientale e digitale. E va accelerata l’unione dei capitali.
Attorno a questi temi è ruotato il dibattito ieri mattina, dopo la presentazione dei dati del Centro studi di Confindustria, protagonisti Massimo Bordignon, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Sergio Nicoletti Altimari, capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia.
Ci sono 19 miliardi di misure decise con la passata legge di bilancio in scadenza, un aggiustamento dei conti da realizzare che, come è stato detto, si aggira sullo 0,6% circa nei prossimi anni, le nuove regole del Patto di stabilità e crescita da rispettare: « occorre ristabilire un avanzo primario e lavorare sul denominatore, cioè sulla crescita del paese, recuperando il gap di produttività. La Ue si deve impegnare per rendere l’economia più dinamica, occorre una capacità fiscale centrale e va realizzato il mercato unico dei capitali » , è il pensiero di Nicoletti Altimari, che come fattore esogeno di rischio vede l’andamento del prezzo del petrolio, mentre non ritiene che uno spostamento più avanti del taglio dei tassi da parte della Fed possa incidere sulla scelta della Bce di intervenire a giugno.
Per Cavallari l’Italia deve ridurre il proprio debito, non solo per le regole europee ma per un interesse proprio: « la spesa per interessi pesa attorno al 4% del pil e ciò sottrae risorse per altre finalità. Se non si interviene il debito crescerebbe in 15 anni al 170% del pil, per le pensioni, soprattutto, e per la sanità, oltre che per gli interessi. Occorre un intervento dello 0,6% per i prossimi tre anni e oltre » , è la premessa, quindi le risorse per finanziare le misure realizzate a debito « vanno trovate con coperture strutturali » . Sia Cavallari che Bordignon si sono soffermati sul taglio del cuneo: così come è stato realizzato può aver funzionato come misura temporanea, ma se si vuol continuare su questa strada va ripensata in modo strutturale la tassazione sul lavoro.
Bordignon, anche nel suo ruolo di membro dell’European Fiscal Board, ha spiegato aspetti tecnici delle nuove regole del Patto di stabilità e crescita e ragionato sulla possibilità che l’Italia venga messa in Excess deficit process. Ma la situazione è ancora da verificare, le nuove regole entreranno in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea, che avverrà a maggio. Che l’Italia debba agire sui conti pubblici è comunque indispensabile. Come è cruciale il tema della produttività: « la produttività europea è disastrosa rispetto a quella Usa, cresce meno della metà. Ed anche in Italia negli ultimi 15 anni la produttività di fatto non è cresciuta » .
Bordignon ( Cattolica): va ristabilito un avanzo primario. Per Nicoletti ( Bankitalia) serve una capacità fiscale centrale