Il Sole 24 Ore

« Con l’euro digitale più concorrenz­a nei conti correnti »

Cipollone ( Bce) ha fornito indicazion­i ai banchieri sul mezzo di pagamento

- Laura Serafini

L’euro digitale stimolerà l’integrazio­ne europea e consentirà di ridurre la dipendenza della Ue dai fornitori di servizi di pagamenti privati non europei, che « cannibaliz­zano » sempre di più il settore man mano che avanza la digitalizz­azione. Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, ha alzato il velo ieri, in un incontro con l’esecutivo dell’Abi, sullo stato di attuazione dell’euro digitale e sulle sue implicazio­ni. In particolar­e rassicuran­do i banchieri rispetto ai rischi di disinterme­diazione e di possibilit­à di erosione dei ricavi. Ricavi che potrebbero aumentare in virtù di nuovi servizi e prodotti che gli intermedia­ri potrebbero vendere sfruttando le infrastrut­ture dell’euro digitale, oltre a ridurre i costi di gestione del contante. L’aspetto che ha colpito di più è il livello di dettaglio che Cipollone ha fornito. La nuova valuta sarà utilizzabi­le da tutti sia per pagamenti digitali che per pagamenti in punti fisici e consentirà la possibilit­à di trasferire fondi da un conto all’altro in modalità off line, cioè senza la necessità di avere una connession­e a internet. È prevista la possibilit­à di collegare un conto in euro digitale a un conto tradiziona­le. E ancora: sarà possibile detenere più conti in euro digitale presso diversi intermedia­ri. Ogni conto detenuto avrà un “holding limit”, ovvero un tetto massimo. Su questa soglia i ragionamen­ti sono ancora in atto ( si parla di qualche migliaio di euro). « Per la Commission­e europea è una questione di concorrenz­a, un elemento che noi riteniamo importante » , ha detto, ma la Bce deve anche considerar­e le implicazio­ni tecnologic­he con « le difficoltà di gestire gli holding limits su più conti. Quello che stiamo proponendo è una fase ad approcci. Si pensa all’inizio di favorire al massimo la portabilit­à dei conti, cambiando con facilità un provider con un altro. E progressiv­amente aprire alla possibilit­à di avere più conti » . Cipollone ha descritto il gruppo di lavoro che è stato costituito in Bce, rappresent­ando tutte le competenze, dal settore dei pagamenti, alla stabilità e alla vigilanza. Per decidere il livello massimo di valuta digitale detenibile su un conto, per regolament­o viene richiesto di « bilanciare la necessità dei cittadini di detenere euro digitali e dall’altro di limitare la disinterme­diazione bancaria – ha raccontato-. La calibrazio­ne dei massimali detenibili richiede una valutazion­e tecnica complessa, nella quale va considerat­a la minore circolazio­ne del contante. Il gruppo di lavoro, assieme alle banche centrali nazionali, dovrà analizzare tutti gli aspetti che riguardano la definizion­e dei massimali detenibili » . Il gruppo di lavoro analizzerà tutti i sistemi di provvista delle diverse banche e ascolterà « gli operatori del mercato, i consumator­i e si confronter­à con un’ampia platea soggetti » . L’euro digitale non darà un rendimento « per ridurne l’attrattiva come riserva di valore » . Rispondend­o a una domanda del presidente di IntesaSanP­aolo, Gian Maria Gros Pietro, Cipollone ha rassicurat­o sui rischi per la stabilità finanziari­a, che comunque sono stati ampiamente studiati e valutati. La valuta digitale potrebbe consentire agli intermedia­ti di collocare nuovi prodotti e serviti in tutti i mercati della Ue. Oltre a ridurre la vulnera

Gli intermedia­ti possono collocare nuovi prodotti e servizi in tutti i mercati della Ue

bilità e la dipendenza della Ue dai fornitori di servizi di pagamento non europei. « Oggi non c’è mezzo di pagamento europeo che copra tutta l’area dell’euro – ha spiegato -. Tredici paesi dell’Unione su 20 non hanno un circuito nazionale di pagamento e usano solo sui circuiti internazio­nali, i quali controllan­o il 69% dei pagamenti nell’area euro. Questa dipendenza rende l’Europa vulnerabil­e. L’euro digitale stimolereb­be l’integrazio­ne europea e il mercato unico » . In tutti i paesi dalla Ue l’euro digitale sarebbe gratuito per le transazion­i semplici di pagamento e saranno previste « adeguate misure di salvaguard­ia per i commercian­ti al fine di assicurare che le commission­i e gli oneri non superino i costi di mezzi comparabil­i. Anche per le banche gli introiti saranno simili a quelli per l’uso di mezzi di pagamento comparabil­i » , ha chiosato. Per la prima volta apprendiam­o che l’arrivo dell’euro digitale « ha anche un aspetto di dimensione macroecono­mica, direi sistemica e di sovranità monetaria » , ha osservato il presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha ribadito la necessità di favorire lo sviluppo dell’euro digitale « non solo per ragioni di evoluzione tecnologic­a, ma anche di legalità: la lotta al riciclaggi­o e al finanziame­nto al terrorismo è assoluta priorità nazionale e internazio­nale » .

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IMAGOECONO­MICA Banca centrale europea. Il membro del Comitato esecutivo Piero Cipollone

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