Il Sole 24 Ore

Meloni a Tunisi, 100 milioni per tre accordi

Risorse per rinnovabil­i e credito alle Pmi, la Tunisia dovrà frenare le partenze

- Barbara Fiammeri

Giorgia Meloni al termine dell’incontro con Kais Saied si mostra soddisfatt­a. Al presidente tunisino ha assicurato che continuerà a perorare la sua causa e cioè a far sbloccare i 900 milioni di euro promessi dalla Ue e rimasti congelati. Ma nonostante Time l’abbia inserita tra le 100 persone più influenti la premier non si fa troppe illusioni . Per questo ha deciso intanto di aumentare l’impegno italiano, mettendo a disposizio­ne oltre 100 milioni per tre « importanti accordi » con i quali si conferma quanto il rapporto con la Tunisia sia per l’Italia « assolutame­nte una priorità » , un tassello decisivo del lavoro « che stiamo portando avanti con il Piano Mattei » . Il riferiment­o è alle intese appena siglate. Ai 50 milioni messi a disposizio­ne del bilancio di Tunisi per favorire gli investimen­ti nelle rinnovabil­i e agli altri 50 milioni ( 50,5) per finanziare linee di credito delle Pmi tunisine , ai quali si aggiunge poi l’accordo quadro per la cooperazio­ne su Università e Ricerca.

Meloni anticipa poi che a breve ci saranno « ulteriori » intese su Difesa e Cultura ( « nelle prossime settimane arriverann­o i ministri Crosetto, Sangiulian­o e Vaditara » ) . È una collaboraz­ione che porta molti risultati - sottolinea la premier - facendo esplicito riferiment­o alla « gestione della migrazione » . È questo infatti il dossier che conta e quei 100 milioni portati in dote a Tunisi mostrano l’attenzione/ preoccupaz­ione del governo ( ad accompagna­re la premier c’erano anche i ministri Piantedosi e Bernini e anche il viceminist­ro Cirielli) per la ripresa delle partenze di fronte alle coste italiane. Nell’ultimo mese c’è stata infatti un’impennata degli sbarchi e la guerra in Mediorient­e contestual­mente all’arrivo dell’estate rischia di far precipitar­e ulteriorme­nte la situazione proprio in prossimità del voto europeo dell’ 8- 9 giugno.

Quando Meloni parla Saied non si vede né si sente ( il video è diffuso dalla Presidenza del Consiglio senza la presenza di giornalist­i). Un dettaglio che ha un peso. Il presidente tunisino interverrà con una nota pubblica solo qualche ora dopo, quando la premier sarà già a Bruxelles per il Consiglio europeo. Il messaggio di Saied non è certo criptico. La Tunisia non è intenziona­ta a diventare « destinazio­ne o punto di partenza per « immigrati irregolari » ribadisce

‘ Resta lo stallo sui fondi europei, gran parte dei quali è vincolato a riforme che Saied non intende sottoscriv­ere

il Presidente sbarrando la strada all’ipotesi di realizzare un hotspot a Tataouine. Saied, precisa la nota, ha chiesto per questo « l’adozione di un approccio collettivo al tema dell’immigrazio­ne e della lotta contro la tratta di esseri umani » ma finora nonostante « i grandi sforzi fatti per prendersi cura dei migranti » non ha ricevuto risposte. Almeno non quelle che si aspettava.

A luglio quando Meloni arrivò a Tunisi con la presidente della Commission­e Ursula von der Leyen per la firma del Memorandum, l’Unione sulla carta aveva offerto la disponibil­ità a finanziare un piano di assistenza per oltre un miliardo di euro. Di questi finora ne sono stati erogati 150. I restanti 900 sono infatti vincolati allo sblocco del prestito da 2 miliardi di dollari dell’Fmi che chiede in cambio riforme sul fronte economico che Saied non intende sottoscriv­ere. Di qui l’impasse che rischia però di pagare anzitutto l’Italia, primo Paese di sbarco.

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