Meloni a Tunisi, 100 milioni per tre accordi
Risorse per rinnovabili e credito alle Pmi, la Tunisia dovrà frenare le partenze
Giorgia Meloni al termine dell’incontro con Kais Saied si mostra soddisfatta. Al presidente tunisino ha assicurato che continuerà a perorare la sua causa e cioè a far sbloccare i 900 milioni di euro promessi dalla Ue e rimasti congelati. Ma nonostante Time l’abbia inserita tra le 100 persone più influenti la premier non si fa troppe illusioni . Per questo ha deciso intanto di aumentare l’impegno italiano, mettendo a disposizione oltre 100 milioni per tre « importanti accordi » con i quali si conferma quanto il rapporto con la Tunisia sia per l’Italia « assolutamente una priorità » , un tassello decisivo del lavoro « che stiamo portando avanti con il Piano Mattei » . Il riferimento è alle intese appena siglate. Ai 50 milioni messi a disposizione del bilancio di Tunisi per favorire gli investimenti nelle rinnovabili e agli altri 50 milioni ( 50,5) per finanziare linee di credito delle Pmi tunisine , ai quali si aggiunge poi l’accordo quadro per la cooperazione su Università e Ricerca.
Meloni anticipa poi che a breve ci saranno « ulteriori » intese su Difesa e Cultura ( « nelle prossime settimane arriveranno i ministri Crosetto, Sangiuliano e Vaditara » ) . È una collaborazione che porta molti risultati - sottolinea la premier - facendo esplicito riferimento alla « gestione della migrazione » . È questo infatti il dossier che conta e quei 100 milioni portati in dote a Tunisi mostrano l’attenzione/ preoccupazione del governo ( ad accompagnare la premier c’erano anche i ministri Piantedosi e Bernini e anche il viceministro Cirielli) per la ripresa delle partenze di fronte alle coste italiane. Nell’ultimo mese c’è stata infatti un’impennata degli sbarchi e la guerra in Medioriente contestualmente all’arrivo dell’estate rischia di far precipitare ulteriormente la situazione proprio in prossimità del voto europeo dell’ 8- 9 giugno.
Quando Meloni parla Saied non si vede né si sente ( il video è diffuso dalla Presidenza del Consiglio senza la presenza di giornalisti). Un dettaglio che ha un peso. Il presidente tunisino interverrà con una nota pubblica solo qualche ora dopo, quando la premier sarà già a Bruxelles per il Consiglio europeo. Il messaggio di Saied non è certo criptico. La Tunisia non è intenzionata a diventare « destinazione o punto di partenza per « immigrati irregolari » ribadisce
‘ Resta lo stallo sui fondi europei, gran parte dei quali è vincolato a riforme che Saied non intende sottoscrivere
il Presidente sbarrando la strada all’ipotesi di realizzare un hotspot a Tataouine. Saied, precisa la nota, ha chiesto per questo « l’adozione di un approccio collettivo al tema dell’immigrazione e della lotta contro la tratta di esseri umani » ma finora nonostante « i grandi sforzi fatti per prendersi cura dei migranti » non ha ricevuto risposte. Almeno non quelle che si aspettava.
A luglio quando Meloni arrivò a Tunisi con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen per la firma del Memorandum, l’Unione sulla carta aveva offerto la disponibilità a finanziare un piano di assistenza per oltre un miliardo di euro. Di questi finora ne sono stati erogati 150. I restanti 900 sono infatti vincolati allo sblocco del prestito da 2 miliardi di dollari dell’Fmi che chiede in cambio riforme sul fronte economico che Saied non intende sottoscrivere. Di qui l’impasse che rischia però di pagare anzitutto l’Italia, primo Paese di sbarco.