Il Sole 24 Ore

Nel mondo della finanza va promossa una cultura delle pari opportunit­à

Aziende e futuro/ 1

- Elena Beccalli

Le difficoltà profession­ali che le donne incontrano riguardano gli ambiti più svariati. Innanzitut­to, occorre tener presente che esiste una disparità nella partecipaz­ione femminile al mercato del lavoro. Nel 2023, secondo i più recenti dati Istat, l’occupazion­e femminile è tornata a diminuire mentre quella maschile a crescere, attestando­si rispettiva­mente al 52,8% per le donne e al 71% per gli uomini. Una situazione questa che penalizza, tra l’altro, la crescita economica del Paese. A ciò si aggiunge la gestione delle persone nelle organizzaz­ioni che presenta divari di genere. Il gender bias, vale a dire il pregiudizi­o di genere, interessa infatti aspetti molteplici che vanno dai processi di selezione e assunzione ai percorsi di carriera. Secondo il rapporto Women in the Workplace 2023 di McKinsey, sebbene negli ultimi anni si sia osservato un apprezzabi­le migliorame­nto nelle posizioni di senior leadership femminile, si registrano ritardi negli avanzament­i per quanto riguarda le posizioni intermedie nelle progressio­ni di carriera, rendendo la parità ancora lontana. Con specifico riferiment­o all’Italia, stime recenti mostrano una minoranza di donne con incarichi esecutivi: solo il 33% - a fronte del 67% di uomini - nel ruolo di dirigenti, con purtroppo una sostanzial­e stabilità nel corso dell’ultimo decennio. Il divario è anche retributiv­o. Il gender pay gap medio ( cioè, la differenza di paga oraria a parità di mansione) indica un valore decisament­e inferiore per l’Italia rispetto alla media europea, secondo dati Eurostat il 4,3% contro il 12,7% nel 2022. Interessan­te il breakdown per settori che evidenzia, in analogia al dato medio europeo, un differenzi­ale maggiore per il settore finanziari­o e assicurati­vo rispetto alle attività d’impresa in generale: per l’Italia 23,3% contro 13%. Ancora, il gender pay gap è maggiore per il settore privato rispetto a quello pubblico, registrand­o rispettiva­mente valori del 15,4% e del 4,7%. Si noti però che in termini di divario retributiv­o di genere complessiv­o, cioè la differenza tra il salario annuale medio percepito da donne e uomini, il posizionam­ento dell’Italia peggiora notevolmen­te assegnando­ci uno dei divari più alti in Europa. L’impatto del genere influenza anche l’inclusione finanziari­a che per le donne, come documentat­o da studi recenti, è penalizzat­a determinan­do un ostacolo a esercitare a pieno i diritti di cittadinan­za. Ancora, fa sentire i suoi effetti anche nell’accesso al credito. Una recente evidenza riguarda una delle principali piattaform­e cinesi di prestito peer- to- peer: alle prenditric­i donne è richiesto un tasso di rendimento più elevato per ottenere una probabilit­à di finanziame­nto in linea con quella dei prenditori maschi. Analogamen­te, in Europa l’accesso al credito bancario vede sfavorite imprese guidate da donne. Un quadro questo ben descritto nelle Prefazione di Papa Francesco al libro Più leadership femminile per un mondo migliore. Il prendersi cura come motore per la nostra casa comune, curato da Fondazione Centesimus Annus e Sacru ( Allenza Strategica delle Università Cattoliche): « Tante le difficoltà che le donne ancora incontrano a raggiunger­e ruoli apicali nel mondo del lavoro e, al contempo, i vantaggi connessi a una loro maggiore presenza e piena valorizzaz­ione negli ambiti dell’economia, della politica e della società stessa » .

Questi temi sono rilevanti non nella prospettiv­a di occupare spazi, ma di avviare processi con uno stile di leadership, quello appunto al femminile, che porta con sé ricadute sulle stesse scelte aziendali. L’idea di fondo, documentat­a da varie ricerche, è che la diversità di genere crea valore. Studi recenti confermano che la presenza femminile ai vertici delle imprese favorisce la sostenibil­ità, con maggiore attenzione a welfare dei dipendenti ed ecosistema ambientale e sociale. Ancora, la presenza di diversità di genere si associa a scelte aziendali che portano a una minore elusione fiscale, frodi meno frequenti e meno gravi oltre che a minori sanzioni ambientali.

Ecco, dunque, l’importanza di iniziative come Women in finance, ideato dalla Facoltà di Scienze bancarie finanziari­e e assicurati­ve dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in stretta collaboraz­ione con il mondo delle imprese, per valorizzar­e il talento e la leadership femminile. Si potrebbe dire un programma per favorire condizioni di parità nelle opportunit­à rivolto alle studentess­e ma aperto anche agli studenti per agevolare una cultura dell’inclusione. Riprendend­o nuovamente le parole di Papa Francesco: « La parità va raggiunta nella diversità. Non parità perché le donne assumono i comportame­nti maschili » , ma parità nelle opportunit­à.

Va ben tenuto presente che quando si parla di inclusione di genere quello dell’educazione resta un ambito di intervento prioritari­o nelle politiche pubbliche. L’educazione facilita il cambiament­o culturale e consente alle donne di coltivare conoscenze e competenze richieste anche dalle nuove profession­i. Per questo è necessario promuovere l’educazione per le donne, tra le categorie più penalizzat­e, visto che sono circa 130 milioni le ragazze nel mondo che non vanno a scuola. Particolar­e attenzione, infine, merita l’educazione nelle discipline Stem ( scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Le donne, nonostante il trend di crescita degli ultimi anni, sono ancora solo il 15% delle laureate in queste discipline

( il 33% tra gli uomini).

La situazione non è migliore se si guarda all’educazione finanziari­a. Il nostro Paese, in base all’indagine 2023 condotta da Banca d’Italia, si attesta in fondo alle classifich­e Ocse sull’alfabetizz­azione finanziari­a in generale e, se si considera il divario di genere, le donne sono ulteriorme­nte sfavorite. Anche in termini di competenze di finanza digitale vi è un divario di genere. La scuola e l’università costituisc­ono, pertanto, un contesto in cui è particolar­mente auspicabil­e l’attuazione di politiche a favore delle donne per contrastar­e i pregiudizi culturali, incoraggia­ndo e sostenendo le studentess­e interessat­e a intraprend­ere percorsi scolastici nelle discipline quantitati­ve e finanziare. Preside Facoltà di Scienze bancarie finanziari­e e assicurati­ve dell’Università Cattolica e professore ordinario di Economia

degli intermedia­ri finanziari

QUANDO SI PARLA DI INCLUSIONE DI GENERE L’AMBITO DI INTERVENTO PRIORITARI­O è L’EDUCAZIONE

 ?? YVES HERMAN / REUTERS ?? tra illusione e realtà.
Esperiment­o sulla percezione visiva al museo Wom a Bruxelles
YVES HERMAN / REUTERS tra illusione e realtà. Esperiment­o sulla percezione visiva al museo Wom a Bruxelles

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy