Confetra lancia il manifesto per l’Europa: al centro i valichi e l’intermodalità
Il comparto in Italia conta oltre 81mila imprese e un fatturato di 140 miliardi
Mancanza di trasparenza, di visione di insieme e anche di realismo. Eccole secondo Confetra, l’associazione che raggruppa i più importanti operatori logistici, le fragilità del sistema europeo che hanno condannato le politiche dei trasporti Ue a strategie spesso inefficaci e con il fiato corto. Per imprimere un cambio di passo la confederazione che raggruppa 20 federazioni nazionali e un centinaio di realtà territoriali ha lanciato un manifesto per una nuova Europa presentato ieri a Roma in vista del round elettorale per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo e più in generale dei vertici europei. E che rimetta al centro il settore della logistica e del trasporto merci che in Italia « conta oltre 81.000 imprese e circa 1 milione di addetti per un fatturato complessivo di circa 140 miliardi di euro che rappresenta l' 8% del Pil » , recita una nota. Dieci azioni programmatiche che spaziano dalla visione della logistica alla necessità di spingere per l’integrazione dei trasporti che andrebbe rilanciata in un nuovo Libro bianco dei trasporti e della logistica.
Ma facciamo un passo indietro. L’elenco delle storture è affidato alle parole del presidente Carlo De Ruvo quando cita « scelte politiche e anche tecniche, in alcuni casi fuori dalla realtà » , come per esempio « la scelta del cronotachigrafo smart che è stato reso obbligatorio per i camion più vecchi, ma che di fatto era introvabile sul mercato » . De Ruvo tira in ballo anche « scelte giuste di principio ma velleitarie nel modo in cui sono state proposte » . Quali? « Una visione ossessiva dell’importanza del trasporto ferroviario e dell’elettrico pur sapendo che da una parte il ferroviario necessita di grossi investimenti e tempi lunghi nell’agenda di molti paesi, e che l’elettrico è prodotto in gran parte in modo non sostenibile, spesso non in Europa ed è ancora molto costoso » .
Per Confetra bisogna quindi rimettere in pista con criterio i temi al centro dell’economia delle imprese e farlo riconquistando una voce credibile perché « oggi l’Europa è poco autorevole nei consensi internazionali, ha poca capacità, poca forza di fare e ha relazioni problematiche con i principali paesi inquinatori » . La Ue che uscirà dalle urne - dice Confetra - dovrà ripartire da qui. Per affrontare tre priorità nazionali. Sul podio c’è innanzitutto il nodo dei valichi alpini con la sua controversia tra Italia e Austria sui contingentamenti dei mezzi pesanti. « Il richiamo al rispetto delle norme non può diventare un motivo di conflitto tra due o tre Paesi perché Vienna con le sue decisioni unilaterali non sta creando danno all'Italia, ma sta creando danno a tutta l'Unione e quindi su questo dobbiamo pretendere una risposta dell'Europa su questo » , prosegue De Ruvo. Ma non solo. Confetra spiega che bisogna uscire dalla logica dei silos e prendere atto che « il 30% dell'interscambio italiano passa attraverso i valichi alpinti e quindi la competitività di tutto il Made in Italy dipende dal corretto funzionamento » di queste direttrici. Per farli funzionare non bastano nuove infrastrutture ma è « essenziale istituire un coordinamento dei transiti » e « che gestisca le situazioni di emergenza e quelle programmate per intervetni di manutenzione ordinaria e straordinaria » . Altro punto cruciale è la revisione della direttiva sul trasporto combinato che secondo Confetra « va ricontestualizzata con una riflessione sull’efficientamento logistico europeo tenendo in debita considerazione tutte le variabili coinvolte » . Insieme alla soluzione della crisi nel Mar Rosso sono cerchiate in rosso nell’agenda politica.