Il Sole 24 Ore

Idrogeno, la strategia nazionale di sviluppo pronta per l’estate

Istituzion­i e imprese a confronto sulle prospettiv­e. Pichetto Fratin: « Per lo schema di decreto sugli incentivi auspico la chiusura con la Ue entro fine anno » . Besseghini: « Le Pmi possono sviluppare una leadership »

- Pagina a cura di Sara Deganello Celestina Dominelli

Iter più celeri insieme a un quadro normativo che sostenga i piani delle aziende impegnate nello sviluppo dell’idrogeno. Ma anche una cornice strategica accompagna­ta da incentivi tariffari adeguati. Sono le richieste emerse ieri dal palco del Green & Hydrogen Forum, organizzat­o da Il Sole 24 Ore e dal 24 Ore Eventi, che ha registrato oltre 1.100 partecipan­ti ( in presenza e da remoto) e che è stato aperto dagli interventi introdutti­vi di Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, Radio 24 e Radiocor, e di Federico Silvestri, direttore generale Media& Business del Gruppo 24 Ore e ad di 24 Ore Eventi.

La filiera italiana , quindi, chiede certezze e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, promette innanzitut­to che la strategia nazionale, su cui è al lavoro un tavolo insediatos­i a febbraio, « sarà definita per l’estate » . Quanto ai sostegni, il titolare del Mase sfoggia il consueto pragmatism­o e garantisce che lo schema di incentivi tariffari per la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio « è in dirittura d’arrivo, poi dobbiamo notificarl­o alla Commission­e Europea e auspico di riuscire ad avere lo schema definitivo per fine anno » .

Insomma, si lavora sui vari tasselli per costruire quella cornice, anche dal punto di vista regolatori­o. E qui è il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, a tratteggia­re la rotta. « Non c’è ancora un’impostazio­ne definitiva, i principi sono quelli del gas di riferiment­o. Si discute sul bilanciame­nto tra sviluppi locali e dobbiamo chiarire le idee su come impostare la crescita e la presenza dei soggetti operatori » , precisa non prima di aver detto che « le pmi possono sviluppare una leadership significat­iva » .

Il sistema, dunque, ha tutte le carte per giocare la partita in prima linea, ma la strada da fare è ancora lunga. Partendo da una premessa su cui tutti concordano guardando anche ai piani europei: occorre essere realisti. Lo dice con molta chiarezza, Francesco Giunti, responsabi­le Iniziative integrate e attività regolatori­e di Eni. « Il target europeo di arrivare a 20 milioni di tonnellate entro il 2030 è utile, ma sarebbe meglio avere un approccio più pragmatico. Ora in Europa abbiamo 9 milioni di tonnellate di produzione, in Italia 600mila, di cui circa l’ 80% in ambito raffinazio­ne » . Come dire: gli obiettivi che l’Europa si è data devono considerar­e lo stato reale dell’arte.

Bisogna, però, continuare a spingere sull’idrogeno che resta « una leva fondamenta­le per la decarboniz­zazione europea » , ribadisce Piero Ercoli, executive director Decarboniz­ation Unit di Snam, per poi sottolinea­re che, come operatore infrastrut­turale e di trasporto, « siamo quotidiana­mente impegnati nel ruolo di abilitator­i di questa transizion­e » , agendo sia sugli investimen­ti, ricorda il manager, come il progetto del SoutH2Corr­idor, e promuovend­o anche l’innovazion­e tecnologic­a.

Le imprese, quindi, stanno facendo la loro parte. Ma, osserva Gabriele Lucchesi, direttore idrogeno di Edison Next, « le tempistich­e ci preoccupan­o: il Pnrr richiede che gli impianti incentivat­i siano operativi entro giugno 2026, traguardo molto sfidante già oggi. Inoltre, per quanto riguarda il decreto per gli incentivi tariffari , essenziale per la fattibilit­à economica, le prime aste verranno verosimilm­ente lanciate non prima di un anno con conseguent­e standby degli investimen­ti » .

Serve, quindi, un’accelerazi­one. Ma occorre anche, spiega Alberto Dossi, presidente di H2IT ( Associazio­ne Italiana Idrogeno), « completare il framework normativo e semplifica­re, o almeno chiarire, i percorsi autorizzat­ivi ambientali e per sicurezza » . Un tema che, fa capire, sta a cuore alle aziende, come pure agli enti territoria­li impegnati anche loro in prima linea.

Perché è fondamenta­le « un approccio sistemico » , evidenzia Nur El Gawohary, vice president External relations di Ansaldo Energia , « per far convivere tecnologie complement­ari per produzione, stoccaggio, utilizzo di idrogeno. Comprenden­do anche quelle consolidat­e, che comunque ne possono accelerare la diffusione, come le turbine che realizziam­o: utilizzano al momento gas ma sono già testate per l’idrogeno fino al 70%. E come il nucleare » . Ugo Salerno, presidente esecutivo di Rina, cita un esempio di futuro a portata di mano: « Stiamo lavorando ad Hydra, progetto europeo da circa 90 milioni che vedrà la luce nel 2025: si tratta di un’acciaieria sperimenta­le che funzionerà al 100% a idrogeno. Sorgerà a Castel Romano, nel Lazio, dove abbiamo centro di ricerca, e sarà una piattaform­a a supporto dell’innovazion­e siderurgic­a » . Salerno rimane tuttavia pragmatico: « Partiamo dal fatto che l’idrogeno non è economico » .

Ksenia Balanda, direttrice generale della partnershi­p Renantis- BlueFloat Energy per l’Italia, pone l’accento sull’eolico offshore galleggian­te come potenziale accelerato­re della produzione di idrogeno verde: « Per questo tipo di parchi, la nostra capacità installata in Italia entro il 2030 sarà di 5,5 GW per 18 TWh annui che permettere­bbero una produzione di 400mila tonnellate » . Per Enrico D’angelo, fondatore e ceo dell’azienda di elettroliz­zatori ErreDue, « il futuro è rappresent­ato da macchine a maggiore rendimento e minore costo. Con il Crn di Pisa pubblicher­emo a breve i risultati di un dottorato di ricerca volto a individuar­e alternativ­e ai metalli nobili attualment­e impiegati per la tecnologia Pem » .

Il tutto, in un quadro normativo « non ancora cristalliz­zato » , osserva Enrico Perfetti, partner e membro del focus team Infrastrut­ture, Energia e Transizion­e Ecologica di BonelliEre­de: « Mi aspetto che la crescita sia aiutata da disciplina europea omogenea e flessibili­tà degli enti locali per ottenere interconne­ssione dei vari segmenti di infrastrut­tura e coordiname­nto delle discipline di settore » .

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GILBERTO PICHETTO FRATIN Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica
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STEFANO BESSEGHINI Presidente Arera
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Green & Hydrogen Forum. L’intervista al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso dell’evento con oltre 1.100 partecipan­ti

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