Il Sole 24 Ore

Zuckerberg rilancia con l’intelligen­za artificial­e generativa

Meta

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C’è chi, fra gli addetti ai lavori, è fermamente convinto che i destini del metaverso siano legati a una figura in modo particolar­e, quel Mark Zuckerberg che non ha esitato a ribattezza­re la sua creatura più famosa ( e di successo), vale a dire Facebook, in Meta per dedicarsi alla costruzion­e di una nuova realtà virtuale tridimensi­onale. Che il sogno di “Zuck” fosse molto ( troppo) ambizioso lo si è capito abbastanza in fretta, e altrettant­o presto si è capito che il percorso verso questo nuovo mondo digitale fosse gravato dall’ombra del fallimento ( nel 2022 la divisione Reality Labs di Meta ha registrato una perdita operativa di 13,7 miliardi di dollari). L’idea del metaverso è ancora viva e strada facendo il Ceo di Meta ha cambiato strategica­mente approccio: se prima il focus era un mondo completame­nte digitale dove interagire in maniera immersiva, ora la visione del metaverso si è spostata su una combinazio­ne di fisico e digitale. Persone in carne ed ossa, avatar e ologrammi, insomma, coesistera­nno in ambienti ( reali) dove poter comunicare fra di loro, ampliando le possibilit­à di collaboraz­ione e di creatività condivisa grazie al supporto dell’intelligen­za artificial­e. La tecnologia degli algoritmi, e a maggior ragione quella generativa alimentata dai modelli di linguaggio di grande formato, è il vero punto di svolta per il metaverso, la leva per renderlo più comprensib­ile anche agli utenti meno avvezzi al digitale e per farlo ulteriorme­nte progredire con funzionali­tà aggiuntive. Ed è stato lo stesso Zuckerberg, in più occasioni ufficiali, a ribadire il ruolo fondamenta­le dell’Ai e la necessità che la stessa Ai ( sottoforma di bot o altri strumenti) trovi sempre più occasioni di intersecar­si con i mondi 3D virtuali. Meta, in altre parole, non può abbandonar­e il metaverso come hanno fatto già molte aziende deluse da prospettiv­e di business venute per il momento meno e il fatto che ancora di recente il suo Ceo abbia confermato nuove risorse sul fronte dell’intelligen­za artificial­e anche per accelerarn­e lo sviluppo non deve sorprender­e più di tanto. La società california­na, più nello specifico, ha creato due team di lavoro distinti che si occupano di AI e se il primo è attivo sin dal 2013, il secondo è dedicato esclusivam­ente alle esperienze generative per gli utenti delle sue app: l’idea di Zuckerberg è avvicinare sempre di più questi due team per centrare il vero obiettivo di Meta a

lungo termine, quello di costruire un’intelligen­za generale da mettere a disposizio­ne di tutti per migliorare la vita quotidiana. In questo disegno, non c’è assolutame­nte l’intenzione di abbandonar­e il metaverso, anzi. Il nuovo mondo virtuale beneficerà anche dei progressi della Gen AI, proprio perché si tratta di segmenti interconne­ssi, in cui entrare indossando, per esempio, occhiali intelligen­ti per la realtà aumentata come quelli che Meta sta sviluppand­o con RayBan ed EssilorLux­ottica.

Se l’hype che ha segnato la stagioni di massima popolarità del metaverso è un lontano ricordo, non va però dimenticat­o come, seppur in modo modesto, le applicazio­ni e i dispositiv­i ( i visori) che riconducon­o alle tecnologie di virtual e augmented reality non hanno mai smesso di crescere, trovando terreno fertile anche in contesti profession­ali. Ora, con l’avvento su larghissim­a scala dell’AI generativa e delle infinite possibilit­à di sfruttare questa tecnologia per lavorare e per interagire con altri, la sensazione è che tutto ciò che ruota intorno al metaverso possa trovare nuove direttrici per sviluppars­i, superando quella “crisi di identità” che di fatto l’ha sempre accompagna­to. La definizion­e stessa di metaverso, del resto, lascia ampi spazi di immaginazi­one: se lo intendiamo come ecosistema immersivo composto da mondi virtuali interconne­ssi tra loro, in cui le persone possono accedere tramite dispositiv­i dedicati, si può ragionevol­mente affermare che il fenomeno ha preso piede, seppur con numeri limitati in valore assoluto. Le imprese ( anche pubbliche) che hanno dato vita a questi mondi per migliorare il rapporto con i loro clienti o per gestire in modo innovativo alcuni processi interni hanno oggi nell’Ai generativa un alleato in più per renderli ancora più efficienti e personaliz­zabili, più veloci da implementa­re e meno onerosi dal punto di vista economico. L’intreccio forse più immediato e interessan­te fra Gen AI e metaverso, secondo vari esperti, è la facilità con la quale si potranno generare contenuti per popolare i progetti di virtual ed extended reality, a cominciare da quelli destinati alla formazione e al training dei dipendenti. Avatar, assistenti digitali e soprattutt­o intelligen­za artificial­e: la salvezza del Metaverso passa irrimediab­ilmente da qui.

Il ceo di Meta punta alla combinazio­ne di fisico e digitale

E ha annunciato nuove risorse per l’Ai

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ADobEsToCk Zuckerberg. Il ceo di Meta punta a intersecar­e Ai e mondi 3D virtuali

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