Banca CF+, varato l’aumento per rilanciare i servizi digitali
I fondi Elliott e Tages rafforzano l’istituto con un’iniezione di 25 milioni Chiusa l’integrazione dell’ex Credimi, la fintech acquisita nell’agosto 2023
Il fondo Elliott e il gruppo Tages rafforzano il capitale di Banca Cf+. La ricapitalizzazione, del valore di 25 milioni circa, da quanto raccolto dal Sole 24Ore è stata varata nelle scorse settimane dal fondo americano, socio all’ 88%, e dagli altri azionisti storici. Obiettivo: far fronte alle sfide del mercato, che certo non mancano, dal finanziamento dei progetti di crescita alla svalutazione dei crediti deteriorati in pancia.
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La banca è pronta a lanciare il servizio di digital lending dedicato alle Pmi. Obiettivo: crediti per un miliardo
La realtà specializzata in soluzioni di finanziamento alle imprese in situazioni performing e re- performing nelle scorse settimane ha infatti chiuso i cantieri relativi all’integrazione del ramo d’azienda dell’ex Credimi – la fintech acquisita nell’agosto 2023 dopo essere finita in liquidazione – ed è pronta a lanciare il servizio di digital lending dedicato alle Pmi. Obiettivo: erogare un miliardo di nuovi finanziamenti. Da qua, dunque, la scelta degli azionisti di aumentare la forza patrimoniale. Una scelta, questa, a cui non è peraltro estranea la necessità di far fronte anche alle svalutazioni di alcuni crediti ex Credito Fondiario, parte dei quali finiti alla banca dopo la scissione avvenuta nell’agosto 2021 da cui è nata Gardant.
Per il gruppo bancario presieduto da Panfilo Tarantelli si tratta del secondo aumento di capitale della storia. Il primo, analogo per size, è stato varato a fine 2022, quando la banca si preparava ad acquisire l’ex Credimi, piattaforma digitale entrata in crisi il forte rialzo dei tassi. Da allora il cantiere relativo all’integrazione della piattaforma è andato avanti. E proprio oggi l’attenzione della challenger bank guidata dal ceo Iacopo De Francisco, del resto, è tutta concentrata al varo dell’attività di digital lending basata sull’eredità dell’ex Fintech.
I mesi scorsi sono serviti a rivedere, aggiornare e integrare i modelli di valutazione creditizia e antifrode della piattaforma acquisita e gli schemi di on- boarding dei clienti. Oggi la banca ha realizzato la piena integrazione e digitalizzazione dei sistemi e dei processi di lending e può partire con le erogazioni. Il nuovo “prodotto” di finanziamento, che guarda a richieste a partire da 40mila euro, è dedicato, al momento, alle società di capitali che hanno depositato almeno gli ultimi due bilanci, registrando un fatturato non inferiore a 350 mila euro, e rientrano nei parametri dei fondi di garanzia Mcc. In una seconda fase si valuterà se scendere di “taglio”, allargando così ulteriormente il raggio d’azione. « Chi fa impresa ha bisogno di liquidità in tempi rapidi - spiega al Sole 24Ore De Francisco -. Con il digital lending puntiamo a sfruttare una tecnologia evoluta che ci consente di erogare credito alle Pmi in tre giorni con un processo interamente digitale, a partire dalla richiesta del finanziamento alla firma stessa » . Grazie a un modello di valutazione del merito creditizio basato su algoritmi ( « abbiamo fatto un lavoro di analisi eseguito su una banca dati di oltre 100mila aziende » , spiega il manager) la banca può approfondire i parametri di valutazione del rischio e, di conseguenza, analizzare più rapidamente e nel dettaglio la Pmi potenzialmente candidate ad accedere al finanziamento. L’intento è di « erogare 1 miliardo di euro in tre anni » , aggiunge De Francisco.
La sfida alle altre challenger bank è insomma lanciata. Cf+ andrà a fare concorrenza a una vasta platea di soggetti che guardano ai finanziamenti “rapidi” concessi alle Pmi, da Aidexa a Banca Progetto, solo per fare qualche esempio. Per Cf+, come per tutte le altre realtà minori, resta il tema del funding. In uno scenario di tassi elevati, la provvista rimane infatti un tema di attenzione. Basti pensare che nell’ottobre 2023 l’istituto controllato da Elliott ha emesso un bond subordinato Tier 2 di 25 milioni di euro, con scadenza 2033 con cedola annuale del 14,5%. Nelle previsioni di De Francisco, tuttavia, il gruppo chiuderà il 2024 con conti in utile, dopo un 2023 chiuso in rosso per le perdite già citate, anche se l’attività bancaria risulta già in attivo, a soli due anni dalla partenza delle attività.