Il Sole 24 Ore

L’interesse generale giustifica il passaggio in esenzione d’imposta

Il Registro unico facilita l’individuaz­ione dei potenziali beneficiar­i

- Rocco Guglielmo Gabriele Sepio

La destinazio­ne mortis causa di patrimoni per finalità di interesse generale come strumento di sensibilit­à civica e filantropi­ca. Con la riforma del Terzo settore si sono poste le basi per candidare gli enti iscritti nel Registro unico nazionale a ricevere una parte del patrimonio privato destinato a succedere senza eredi ( si veda l’articolo a sinistra).

Anzitutto, vi è il peculiare regime di trasparenz­a che caratteriz­za gli enti del Terzo settore in grado di ricevere lasciti e di assicurarn­e una gestione nell’interesse generale individuat­o dal disponente.

In questo scenario la piena operativit­à del Registro unico nazionale e la possibilit­à di accedere alle informazio­ni contenute permette già oggi di selezionar­e per territorio o per specifica attività gli enti del Terzo settore che meglio di altri sono in grado di rendersi destinatar­i delle liberalità o dei lasciti per finalità sociale.

Il sostegno per orientare le disposizio­ni liberali, mortis causa o inter vivos, viene anche dal Fisco: la riforma del Terzo settore, rispetto al passato ( articolo 3 del Testo unico delle succession­i), ha di fatto espanso l’esenzione dall’imposta sulle succession­i e donazioni, ipotecaria e catastale, a una platea più ampia di enti che perseguono attività di interesse generale ( articolo 82 del Codice del terzo settore).

In tal modo, le persone oggi possono individuar­e più facilmente un ente che persegue una missione che si ritiene meritevole, nella consapevol­ezza che la porterà avanti anche oltre il tempo naturale, il tutto senza aggravio fiscale.

Senza considerar­e che i lasciti possono costituire una valida alternativ­a ai tradiziona­li strumenti come le fondazioni di famiglia.

I frutti della riforma, a ben vedere, stanno già maturando: si registra una diffusa tendenza a donare in vita con particolar­e attenzione verso gli enti impegnati nelle attività solidali a favore della collettivi­tà. Non solo: anche nelle disposizio­ni testamenta­rie è stato registrato un incremento di lasciti mortis causa in favore degli enti del Terzo settore.

Un punto critico, tuttavia, è che solo una minima parte degli italiani, uno su dieci circa, redige testamento e, a causa di ciò, il sistema di fatto esclude gli enti del Terzo settore dalla possibilit­à di raggiunger­e la grande maggioranz­a della ricchezza trasferita a causa morte.

In assenza di testamento, la legge prevede che ereditano tutto i parenti, in succession­e fino al sesto grado e, se non vi sono, lo Stato. Perciò, ad esempio, accade che alla morte di una persona ( che in media non redige testamento), tutto vada allo sco

La legge sul « Dopo di noi » è una misura che attenua gli effetti devianti delle « non scelte »

nosciuto nipote di un lontano cugino, anziché a un ente del Terzo settore che si conosce, di cui si condivide la missione e che magari è stato importante in vita, ad esempio perché impegnato nella ricerca contro la malattia che si è rivelata fatale.

In realtà il legislator­e sta già cercando di evitare simili effetti devianti dovuti alle “non scelte” dei cittadini, ad esempio creando strumenti che accompagna­no il passaggio generazion­ale per tutelare i soggetti deboli ( come la legge su « Dopo di Noi » ) .

Nella stessa prospettiv­a, ferma restando la necessità di sensibiliz­zare le persone sull’importanza del testamento, si potrebbe intervenir­e anche attraverso modalità che possano favorire il trasferime­nto della ricchezza in favore del Terzo settore: lo Stato, come accennato, in assenza di testamento e di parenti acquisisce l’eredità vacante.

In questo scenario la destinazio­ne di tali beni con preferenza agli enti del Terzo settore, anche attraverso la costituzio­ne ad hoc di un fondo dedicato, potrebbe rappresent­are un segnale importante per indirizzar­e i patrimoni verso il bene comune.

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Trasparenz­a. La forma degli Ets garantisce una gestione nell’interesse generale.

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