Banche, la Ue tira dritto e approva la garanzia europea
Varato lo schema di rifinanziamento tra fondi a tutela dei depositi
Mentre il Parlamento europeo si appresta a chiudere le attività in vista delle elezioni di inizio giugno, la commissione Econ approva un testo normativo sulla gestione di crisi bancarie di rilievo sistemico in grado di surclassare le capacità di un paese di farvi fronte con gli strumenti normativi esistenti. Si tratta di una proposta normativa che completa la costruzione dell’Unione bancaria, sinora rimasta monca del cosiddetto terzo pilastro. Il testo, approvato ieri dalla commissione presieduta da Irene Tinagli con 26 voti a favore, 18 contrari e 6 astenuti, prende spunto e rielabora la proposta di Edis esaminata dall’Eurogruppo nel 2021, ma poi accantonata per i forti contrasti tra i diversi governi. Nella nota diffusa ieri la commissione Econ sottolinea che l’approvazione del testo rappresenta « un chiaro segnale che i deputati vogliono completare l’Unione Bancaria e compiere progressi verso un sistema assicurativo completo in tutta l’Ue » .
Lo strumento messo a punto si basa sulla contribuzione da parte dei fondi nazionali di garanzia dei depositi a un nuovo fondo di assicurazione europeo ( Dif), il cui ruolo è fornire sostegno alla liquidità quando il fondo di garanzia dei depositi nazionale è chiamato a coprire le perdite in una crisi bancaria attraverso interventi preventivi o alternativi ( al bail in o alla risoluzione). Nel caso in cui la liquidità a disposizione del nuovo fondo europeo di garanzia non fosse sufficiente, tutti gli altri fondi nazionali partecipanti al nuovo schema di garanzia europeo ( Edis) sarebbero obbligati a fornire prestiti al Dif su richiesta del board che gestisce il fondo. Il Dif dovrebbe essere reintegrato dei soldi prestati dal fondo che ha avuto necessità di supporto entro un periodo di sei anni. Il provvedimento stabilisce che la contribuzione iniziale al Dif dovrebbe consentirgli di raggiungere il 50% della soglia di fondi della dotazione entro 3 anni dalla sua istituzione. E poi il passaggio più significativo, quello che crea decisamente malessere alle banche italiane, a tal punto che mercoledì scorso è stata inviata dall’Abi una lettera alla presidente Tinagli, chiedendole di non adottare provvedimenti frettolosi sul terzo pilastro peraltro prima che sia adottata la direttiva sulle crisi bancarie che estende il sistema della risoluzione agli istituti più piccoli. La stessa posizione è stata espressa con un’altra lettera alla Tinagli dal sistema bancario tedesco e da quello francese. Il passaggio controverso stabilisce che « al fine di garantire contributi equi e armonizzati per le banche partecipanti e fornire incentivi a operare secondo un modello meno rischioso, sia i contributi all’Edis I che quelli ai fondi di garanzia dei depositi nazionali » siano calcolati « sulla base dei depositi coperti e di un fattore di aggiustamento del rischio per banca » . I fondi nazionali di garanzia dei depositi, come noto, sono alimentati con contributi delle singole banche. La norma approvata ieri stabilisce che la contribuzione debba essere proporzionale ai rischi assunti dalle banche. Tra questi fattori di rischio è in
Il via libera dalla commissione Econ Bloccato il passaggio in Parlamento nella legislatura
clusa la concentrazione di titoli di Stato del proprio paese detenuta da ogni banca. E poichè gli istituti di credito italiani sono quelli che detengono una maggiore quantità di titoli pubblici rispetto a tutti gli altri paesi europei il mondo bancario italiano sarebbe chiamato a contribuire in modo molto più elevato degli altri. Di fronte a una simile prospettiva la reazione potrebbe essere quella di cominciare a vendere Btp e a ridurne gli acquisti, con inevitabili pesanti effetti sulla sostenibilità del debito pubblico italiano. I deputati, si aggiunge, « vogliono inoltre che gli Stati membri sviluppino modalità per migliorare la capacità di prestito del Dif, anche dai mercati finanziari . Infine, i deputati si aspettano che la Commissione europea valuti l’opportunità di estendere l’Edis I dal sostegno alla liquidità a un sistema assicurativo completo con copertura delle perdite e avanzi proposte legislative associate » . La protesta delle banche dei tre paesi europei ieri ha ottenuto che il provvedimento non andasse anche all’approvazione dell’assemblea del Parlamento entro la fine del mese: si è scelto di lasciare l’eredità alla prossima legislatura.