Il Sole 24 Ore

Da cambiare. Dibattito su Draghi è filosofia »

Apprezzame­nto per i lavori presentati nei giorni scorsi dai due ex premier

- Barbara Fiammeri

Nulla è deciso. Tantomeno i nomi. L’ipotesi di Mario Draghi al vertice della Ue per Giorgia Meloni è solo « filosofia » , buona « per i titoli dei giornali » e basta. « Non è così che funziona » , a decidere le maggioranz­e « sono i cittadini » , ribadisce la premier, che auspica di tornare a Bruxelles dopo il voto del 9 giugno trovando « un’Europa diversa » . Meloni si dice comunque « contenta » che si parli di un italiano per il vertice della Ue. Ma quello che « mi interessa » - aggiunge facendo esplicito riferiment­o al discorso di La Hulpe dell’ex governator­e Bce e al rapporto consegnato ieri da Enrico Letta al Consiglio europeo - è che « due europeisti ci dicono che l’Ue va cambiata ed è questo il dibattito che va fatto » .

Lo scontro al Consiglio protrattos­i per l’intero pomeriggio ne è la conferma. Meloni ringrazia Letta: « Lavoro interessan­te, ci sono molti temi che prendono spunto dall’azione del governo italiano » , sostiene con riferiment­o all’esigenza di « rafforzare l’industria » a partire da quella manifattur­iera, all’indipenden­za strategica sull’energia, alla necessità di reti di connession­e con altri Paesi che « stiamo portando avanti con il Piano Mattei » e all’emergenza « natalità, la più grande sfida che l’Europa ha di fronte se vogliamo mantenere il nostro sistema di welfare » .

Ma il punto decisivo e destinato ad essere al centro della prossima legislatur­a europea restano le risorse. Meloni ricorda la posizione dell’Italia « favorevole al debito comune » e anche il sostegno a un mercato che agevoli e incentivi i capitali privati « a rimanere in Europa » . « Possiamo avere le strategie migliori da mettere in campo ma se vogliamo realizzarl­e allora c’è bisogno delle risorse, non si può dire no a tutto » , ripete.

Non poteva mancare un passaggio sulla politica estera. La premier sottolinea che nelle Conclusion­i del Consiglio è stato messo nero su bianco il sostegno della Ue al Libano « su richiesta italiana » . Un impegno che la presidente del Consiglio aveva preso tre settimane fa a Beirut con il Capo dello Stato libanese Najib Mikati. Il Paese è finanziari­amente in crisi e provato dall’acuirsi della guerra tra Hezbollah e Israele al confine meridional­e. Ad aumentare la precarietà l’enorme flusso di profughi siriani ( oltre un milione) arrivati in Libano. E di migranti Meloni ha parlato prima dell’avvio dei lavori con la presidente della Commission­e Ursula von der Leyen. Al

centro del faccia a faccia la visita della premier mercoledì a Tunisi, l’attuazione del Memorandum sottoscrit­to a luglio dalla stessa presidente della Commission­e. « La diminuzion­e del flusso di migranti verso l’Italia dimostra che il lavoro che abbiamo fatto sta portando i suoi frutti » , rivendica Meloni senza ricordare però l’impennata preoccupan­te di sbarchi delle ultime settimane sulle coste italiane. Un aumento determinat­o non solo dalle partenze dalla Tunisia ma anche dall’acuirsi della crisi in Libia su cui - aggiunge - « spero ci possano essere degli sviluppi nei prossimi giorni » . La presidente del Consiglio non lo dice ovviamente ma è assai probabile che con Von der Leyen si sia confrontat­a anche sul futuro governo della Ue a partire dal bis a Palazzo Berlaymont della Presidente uscente.

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con Von der Leyen su migranti
e prospettiv­e future della Ue
GIORGIA MELONI Faccia a faccia con Von der Leyen su migranti e prospettiv­e future della Ue

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