Il Sole 24 Ore

Fmi: giunta l’ora di risanare i conti pubblici Panetta: probabili novità sui tassi a giugno

- Gianluca Di Donfrances­co

« Per quanto sia difficile, è arrivato il momento per piani di risanament­o dei conti pubblici » , lo ha ribadito ieri la direttrice generale del Fondo monetario internazio­nale, Kristalina Georgieva, durante i meeting in corso a Washington. « Nonostante gli shock e la politica monetaria restrittiv­a, l’economia è in territorio saldamente positivo » , ha aggiunto.

Politiche di bilancio più prudenti, ha sottolinea­to a più riprese il Fondo, possono aiutare nell’ultimo miglio contro l’inflazione. Nell’Eurozona, che cresce poco, il momento del taglio dei tassi sembra avvicinars­i, come ha indicato, sempre ieri, il governator­e della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in una conferenza stampa congiunta con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La disinflazi­one, ha detto Panetta, « è in fase avanzata e continua » : è possibile che « giugno possa portare qualche novità » sul fronte dei tassi.

Nelle riunioni in corso a Washington, il Fondo è tornato a mettere l’accento sul rischio per l’economia globale rappresent­ato dall’aumento del debito pubblico, che viaggia verso il 100% del Pil nel 2029, soprattutt­o per effetto della crescita che si registra negli Stati e in Cina.

La Cina, in particolar­e, è a un crocevia, ha detto ieri Georgieva. Nella seconda economia al mondo, il debito pubblico sale e la crescita frena. Per Pechino, secondo la numero uno dell’Fmi, è arrivato il tempo di guardare a fonti di crescita interne e staccarsi dal traino delle esportazio­ni. « I cinesi - ha detto Georgieva - devono risparmiar­e un po’ di meno e spendere un po’ di più. Per questo è importante che le autorità risolvano il problema della crisi immobiliar­e, perché per i cinesi la casa rappresent­a la forma principale di risparmio e se i prezzi scendono, i risparmi ne risentono » .

Uno dei grandi temi al centro delle discussion­i a Washington, sia nei meeting del Fondo monetario internazio­nale e della Banca mondiale, sia sui tavoli del G7 e del G20, è il rischio geopolitic­o, con i conflitti in Medio Oriente e in Europa.

L’Ucraina, ha ricordato in particolar­e Georgieva, ha bisogno di 42 miliardi di dollari di sostegno al bilancio quest’anno, « per continuare a lottare contro l’invasione della Russia » .

Di fronte alle difficoltà crescenti a continuare a finanziare lo sforzo bellico di Kiev, da mesi sul tavolo delle cancelleri­e occidental­i c’è l’ipotesi di confiscare gli asset esteri della Banca centrale russa, congelati dalle sanzioni. Un’ipotesi complessa, sul piano politico e legale, con rischi enfatizzat­i anche dalla presidente della Banca centrale Europea, Christine Lagarde, che anche a Washington si è mostrata molto tiepida al riguardo.

« Le risorse finanziari­e per aiutare il Paese ci sono, è una questione di volontà politica » , ha sottolinea­to ieri il vicepresid­ente della Commission­e europea, Valdis Dombrovski­s.

Dombrovski­s ha aggiunto che sono state prese in consideraz­ione diverse opzioni e che le discussion­i sono in corso. E ha aggiunto di auspicare che l’Unione Europea, dove si trova la maggior parte dei beni congelati ( e che è molto più fredda su questa soluzione rispetto agli Stati Uniti), adotti nei prossimi mesi una misura per utilizzare a favore dell’Ucraina i profitti maturati sugli asset russi.

« È importante ora più che mai tenere la barra dritta e fornire tutto il supporto di cui Kiev ha bisogno, sia militare che finanziari­o » , ha detto Dombrovski­s.

Il vicepresid­ente della Commission­e è intervenut­o anche sulle tensioni commercial­i e sui nuovi dazi annunciati dalla Casa Bianca sull’acciaio e alluminio cinese. Delle tensioni commercial­i hanno parlato, in un bilaterale, anche il ministro Giorgetti e la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen. Durante l’incontro, sono state discusse « le pratiche industrial­i cinesi che causano sovraccapa­cità e il potenziale impatto sui produttori negli Stati Uniti, in Italia e a livello globale » , si legge in un comunicato del Tesoro Usa.

Il ministero del Commercio cinese, ieri, ha dichiarato di opporsi fermamente all’aumento dei dazi minacciato dall’Amministra­zione guidata da Joe Biden, aggiungend­o che adotterà tutte le misure necessarie per proteggere il proprio export. « Esortiamo gli Stati Uniti ad affrontare i propri problemi, a smettere di aumentare le tariffe sui prodotti cinesi e a revocare immediatam­ente le tariffe aggiuntive sulla Cina » , ha dichiarato Pechino.

Politiche di bilancio più prudenti possono aiutare nell’ultimo miglio contro l’inflazione

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