Fmi: giunta l’ora di risanare i conti pubblici Panetta: probabili novità sui tassi a giugno
« Per quanto sia difficile, è arrivato il momento per piani di risanamento dei conti pubblici » , lo ha ribadito ieri la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, durante i meeting in corso a Washington. « Nonostante gli shock e la politica monetaria restrittiva, l’economia è in territorio saldamente positivo » , ha aggiunto.
Politiche di bilancio più prudenti, ha sottolineato a più riprese il Fondo, possono aiutare nell’ultimo miglio contro l’inflazione. Nell’Eurozona, che cresce poco, il momento del taglio dei tassi sembra avvicinarsi, come ha indicato, sempre ieri, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in una conferenza stampa congiunta con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La disinflazione, ha detto Panetta, « è in fase avanzata e continua » : è possibile che « giugno possa portare qualche novità » sul fronte dei tassi.
Nelle riunioni in corso a Washington, il Fondo è tornato a mettere l’accento sul rischio per l’economia globale rappresentato dall’aumento del debito pubblico, che viaggia verso il 100% del Pil nel 2029, soprattutto per effetto della crescita che si registra negli Stati e in Cina.
La Cina, in particolare, è a un crocevia, ha detto ieri Georgieva. Nella seconda economia al mondo, il debito pubblico sale e la crescita frena. Per Pechino, secondo la numero uno dell’Fmi, è arrivato il tempo di guardare a fonti di crescita interne e staccarsi dal traino delle esportazioni. « I cinesi - ha detto Georgieva - devono risparmiare un po’ di meno e spendere un po’ di più. Per questo è importante che le autorità risolvano il problema della crisi immobiliare, perché per i cinesi la casa rappresenta la forma principale di risparmio e se i prezzi scendono, i risparmi ne risentono » .
Uno dei grandi temi al centro delle discussioni a Washington, sia nei meeting del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, sia sui tavoli del G7 e del G20, è il rischio geopolitico, con i conflitti in Medio Oriente e in Europa.
L’Ucraina, ha ricordato in particolare Georgieva, ha bisogno di 42 miliardi di dollari di sostegno al bilancio quest’anno, « per continuare a lottare contro l’invasione della Russia » .
Di fronte alle difficoltà crescenti a continuare a finanziare lo sforzo bellico di Kiev, da mesi sul tavolo delle cancellerie occidentali c’è l’ipotesi di confiscare gli asset esteri della Banca centrale russa, congelati dalle sanzioni. Un’ipotesi complessa, sul piano politico e legale, con rischi enfatizzati anche dalla presidente della Banca centrale Europea, Christine Lagarde, che anche a Washington si è mostrata molto tiepida al riguardo.
« Le risorse finanziarie per aiutare il Paese ci sono, è una questione di volontà politica » , ha sottolineato ieri il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis.
Dombrovskis ha aggiunto che sono state prese in considerazione diverse opzioni e che le discussioni sono in corso. E ha aggiunto di auspicare che l’Unione Europea, dove si trova la maggior parte dei beni congelati ( e che è molto più fredda su questa soluzione rispetto agli Stati Uniti), adotti nei prossimi mesi una misura per utilizzare a favore dell’Ucraina i profitti maturati sugli asset russi.
« È importante ora più che mai tenere la barra dritta e fornire tutto il supporto di cui Kiev ha bisogno, sia militare che finanziario » , ha detto Dombrovskis.
Il vicepresidente della Commissione è intervenuto anche sulle tensioni commerciali e sui nuovi dazi annunciati dalla Casa Bianca sull’acciaio e alluminio cinese. Delle tensioni commerciali hanno parlato, in un bilaterale, anche il ministro Giorgetti e la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen. Durante l’incontro, sono state discusse « le pratiche industriali cinesi che causano sovraccapacità e il potenziale impatto sui produttori negli Stati Uniti, in Italia e a livello globale » , si legge in un comunicato del Tesoro Usa.
Il ministero del Commercio cinese, ieri, ha dichiarato di opporsi fermamente all’aumento dei dazi minacciato dall’Amministrazione guidata da Joe Biden, aggiungendo che adotterà tutte le misure necessarie per proteggere il proprio export. « Esortiamo gli Stati Uniti ad affrontare i propri problemi, a smettere di aumentare le tariffe sui prodotti cinesi e a revocare immediatamente le tariffe aggiuntive sulla Cina » , ha dichiarato Pechino.
Politiche di bilancio più prudenti possono aiutare nell’ultimo miglio contro l’inflazione