Il Sole 24 Ore

Voto europeo, il caso Salis e la gara tra celebritie­s

- di Lina Palmerini

Ci sono pochi precedenti nelle elezioni europee in cui la questione candidatur­e sia stata così tormentata. L’ultimo caso è sul nome di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria, inserita nelle liste dei Verdi e Sinistra ma, prima smentita da Bonelli e poi, in serata, confermata. La decisione è stata presa in accordo con il padre e certamente ha pesato un calcolo di opportunit­à rispetto alla vicenda giudiziari­a che comprende consideraz­ioni come quella fatta ieri dalla premier al termine del Consiglio Ue. Cioè che « politicizz­are la vicenda non aiuta » . Probabilme­nte ha ragione Meloni. Forse è quello che potrebbero pensare pure al Colle nonostante il gesto di solidariet­à fatto da Mattarella nei confronti del padre, anche se da lì non arrivano commenti, com’è ovvio.

Fatto sta che quel nome crea reazioni a catena a sinistra dove si sta completand­o lo scouting sulle personalit­à. Tanto più difficile ora con la valanga dello scandalo pugliese che ha rimesso nel ciclone non solo un partito ma una segretaria che aveva l’obiettivo di recidere i legami con cacicchi e capibaston­e. E invece. Tocca proprio a lei che aveva lanciato “occupy Pd” dover combattere con gli stessi trasformis­mi e clientele. Le liste alle europee si presentano quindi come un “secondo tempo” per la leader che dalle vicende giudiziari­e pugliesi ne è uscita ammaccata. Sta meglio Conte che ha giocato in attacco sulla questione morale ma pure lui è in cerca di nomi per definire un’identità puntando sul pacifismo. Sembra che per rispondere alla candidatur­a Pd di Tarquinio abbia offerto un posto in lista ad Andrea Riccardi di S. Egidio ma che lui pensi di rifiutare.

Ora però tocca a Schlein sciogliere il suo enigma e candidarsi prima che lo faccia Meloni che potrebbe annunciare la sua corsa dal palco di Pescara il 28 aprile. Invece la premier terrà lontani dalle urne i suoi ministri per evitare spiacevoli hit parade di consensi. Poi, il 25 aprile ci sarà la soluzione di un altro giallo. Stiamo parlando del generale Vannacci su cui siamo alle ultime puntate. È l’asso nella manica di Salvini che però si è un po’ consumato vista la fredda accoglienz­a nello stesso partito leghista. Il capo del Carroccio dà appuntamen­to alla presentazi­one del suo libro per svelare il finale. Non è chiaro se tanta attesa sia più funzionale a un lancio di Vannacci o del libro di Salvini di cui ha già offerto anche qualche anticipazi­one.

Per Calenda invece contano più le regole che i nomi: i candidati dovranno essere competenti, sapere l’inglese e non essere soggetti a influenze finanziari­e straniere. Una sfida dura tra varie celebritie­s.

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