G7, Borrell e Stoltenberg spingono su aiuti militari a Kiev
L’Alto rappresentante per la politica estera Ue: l’Europa tiri fuori i Patriot, li dia a Kiev
Il segretario della Nato: sui missili stiamo dialogando con altri Paesi specifici
L’appello è stato rilanciato anche dal presidente ucraino Zelensky al Consiglio europeo a Bruxelles: Kiev ha bisogno di assistenza sulla « difesa aerea » contro la Russia. Le risposte stanno arrivando, almeno a parole, dalla riunione dei ministri degli Esteri del G7 che si chiude oggi a Capri. Nella giornata di ieri, la seconda della ministeriale, l’urgenza di un’accelerazione sul supporto nei sistemi aerei a Kiev è stata scandita in momenti diversi da vertici Ue e Nato, a margine dei confronti che hanno incluso il titolare ucraino degli Esteri Dymtro Kuleba. Il suo invito a Capri, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Tajani, rientra nel « forte sostegno » a Kiev del Gruppo dei Sette.
In mattinata l’alto rappresentante per la politica Estera Ue, Josep Borrell, ha esortato la Ue a « tirare fuori dai magazzini » missili Patriot e sistemi antimissili e inviarli all’Ucraina, « dove la guerra si sta intensificando, e sono sicuro che lo faremo rapidamente » . L’Europa, ha sottolineato Borrell, deve « assumersi le sue responsabilità » e non può « contare » solo sugli Usa: un riferimento al pacchetto di aiuti da 60,8 miliardi di dollari che passerà al vaglio del Congresso nel fine settimana, salutato come un segnale incoraggiante anche dal segretario della Nato Jens Stoltenberg.
Lo stesso Stoltenberg, a sua volta presente a Capri, ha richiamato l’attenzione del forum informale sul « bisogno critico, urgente di maggiore difesa aerea dell’Ucraina » , accogliendo con favore l’annuncio di una nuova batteria di Patriot della Germania e i finanziamenti previsti da Danimarca e Paesi Bassi. Stoltenberg ha rivelato che l’Alleanza sta « dialogando » sulla fornitura di missili con altri « Paesi specifici » e dichiarato che la Nato non ha « alcuna informazione » su un attacco « imminente » . L’urgenza del sostegno a Kiev, ribadita anche da Kuleba, si è intensificata dopo l’apporto offerto a Israele nell’attacco dell’Iran e la richiesta - esplicita - di un sforzo simile a favore di Kiev.
La discussione sulle forniture all’Ucraina si è affiancata a un’agenda che ha incluso ieri il dibattito sul ricorso agli utili degli d egli asset russi congelati dalle sanzioni occidentali, i rapporti con il Continente africano ( si legga l’articolo a fianco) e le fibrillazioni del Mar Rosso. La mattinata conclusiva di oggi dovrebbe vertere su filoni come la stabilità dell’Indo- Pacifico, prima della diramazione di un documento finale dove ci si attende « una posizione unanime su tutte le scelte da fare » ha dichiarato Tajani in un punto stampa serale con i giornalisti.
Il pacchetto di decisioni contenute nel communiquédovrebbe communiqué dovrebbe incorporare anche l’accordo del Gruppo su nuove misure ritorsive all’Iran, un impulso che dovrà poi essere attuato - nel caso - da singoli Stati e blocchi politici. L’altro lascito sulla crisi in Medio Oriente resta quello delle origini, l’appello alla prudenza. « Siamo a favore del cessate il fuoco a Gaza - ha detto Tajani - ci auguriamo alla fine che possa prevalere la pace. L’obiettivo è quello di due popoli due Stati » .