Il bello insieme all’hi- tech, le nuove rotte delle cucine
Il mondo digitale e connesso si integra con le tendenze stilistiche dei designer Comparto da tre miliardi dove lavorano 600 aziende e quasi 11mila addetti
Cucine connesse, in cui la manutenzione può avvenire anche per via remota. E poi forni che riconoscono il prodotto e si autoregolano, cappe aspiranti integrate nel piano a induzione, controlli a distanza per temperature e accensioni. La biennale dedicata al tema ( Eurocucina + Technology For The Kitchen) fotografa una realtà che cambia pelle con rapidità, un settore da tre miliardi di euro che raggruppa il lavoro di 600 aziende, per quasi 11mila addetti. Tecnologia pervasiva che però si integra con nuove linee, materiali green e soluzioni firmate da stilisti e designer, in cui il “bello” del made in Italy emerge con chiarezza.
Trend in forte sviluppo è quello dei piani cottura ad induzione, dove spesso le cappe tradizionali lasciano spazio a quelle integrate, come accade per Elica. « Abbiamo diversificato l’attività in modo ampio – spiega l’amministratore delegato Giulio Cocci –, lavorando anche con grandi designer e architetti: il mercato è complesso ma siamo attrezzati per approfittare della nuova domanda in arrivo » .
Altro connubio evidente tra stile e tecnologia è quello diSmeg, di Smeg, produttore di elettrodomestici che al Salone di Milano presenta una nuova linea firmata da Stefano Boeri. « Proseguiamo con la nostra filosofia – spiega il direttore commerciale Guido Bertelli – e devo dire che nonostante tutto, pur in presenza di mercati difficili, anche nel 2024 la nostra crescita prosegue » . In parallelo, le aziende lavorano sui materiali, per spingere l’acceleratore nella dimensione della sostenibilità.
« Per noi questo è un “mantra” da molti anni – spiega l’ad diScavolini di Scavolini Fabiana Scavolini – e fin dal 2004 siamo certificati in questo senso. L’idea è quella di modificare prodotti e processi verso una maggiore circolarità, con risultati importanti: il 96% di ciò che facciamo può essere riutilizzato all’interno del ciclo produttivo mentre in parallelo si lavora inserendo elettrodomestici che progressivamente richiedono minori consumi di energia » .
« Portiamo qui al Salone l’esito del lavoro di due anni – racconta Denise Archiutti, membro del board di Veneta Cucine – con nuovi prodotti e nuove finiture. I materiali stanno cambiando e non solo per motivi estetici. Si punta infatti a guardare nell’insieme l’intero ciclo di vita per massimizzare il riutilizzo » . Isole cottura che nelle realizzazioni più sofisticate arrivano anche a costare 150mila mila euro, acquistate ad esempio ( la scelta è caduta su Officine Gullo) da star del cinema come Jessica Chastain o stilisti come Tommy Hilfiger, oppure dagli chef stellati per i propri ristoranti ( De Manincor). Aziende di alta gamma che, a differenza del mercato nel suo complesso, è un comparto meno sensibile alle difficoltà del contesto. « I progetti di fascia alta ci sono ancora – spiega Adriano Zanardo della Pmi veneta Arex – e abbiamo ad esempio un cliente in Svizzera che per una nostra realizzazione in acciaio con inserti in oro rosa arriva a spendere oltre 500mila euro » .