Il Sole 24 Ore

Della moda di Carpi verso la circolarit­à

Indagine di Art- ER

- Natascia Ronchetti CARPI ( MODENA)

Irisultati non sono ancora ottimali ma la marcia verso l’economia circolare è iniziata. Il distretto della moda di Carpi – quasi 600 aziende, costituite per l’ 86% da micro e piccole imprese – vanta già un tasso di circolarit­à pari al 47%. Il dato emerge da una indagine realizzata da Art- ER, il consorzio emiliano- romagnolo per la crescita sostenibil­e, l’innovazion­e e la conoscenza. Indagine che mette in rilievo punti di forza e di debolezza. A causa delle piccole dimensioni non sempre le aziende riescono a controllar­e la filiera dei fornitori. E questo spiega perché è proprio nell’approvvigi­onamento della materia prima che si rileva la performanc­e più bassa: 38%. Al contrario, il distretto corre nella gestione dei rifiuti, con il 62%, grazie a una programmaz­ione circolare del recupero dell’invenduto e degli scarti e si distingue nella fase del design, con un tasso che sfiora il 50%. Le aziende infatti massimizza­no la durabilità e riparabili­tà del prodotto,

‘ La pressione della normativa europea e della domanda green spinge le imprese

in linea con il posizionam­ento su una fascia di mercato medio- alta, puntando anche sugli imballaggi circolari. « Le imprese che forniscono i grandi marchi devono rispettare rigidi protocolli, le altre hanno imboccato il percorso sotto la pressione della normativa europea e della domanda green » dice Marco Ottolenghi, responsabi­le Ambiente e coordinato­re dell’Osservator­io green economy di Art- ER. Il processo è ormai inarrestab­ile. E non mancano i casi in cui anche le piccole aziende riescono ad avere potere di controllo sulla filiera. Così, per esempio, avviene in Staff Jersey ( 25 dipendenti e un fatturato di circa 3,5 milioni di euro), che oltre a produrre abbigliame­nto fornisce tessuti a maglia. « Abbiamo un alto standard sulla fornitura dei filati grazie alle certificaz­ioni di prodotto Grs e Gots, su riciclo e biologico – spiega Federico Poletti, uno dei tre soci fondatori di Staff Jersey -. I nostri fornitori oltre ad aderire a un codice etico ci devono garantire la certificaz­ione dell’origine della materia prima. Cerchiamo di proporre prodotti realizzati con una sola materia primaria, in modo che ci sia un’unica destinazio­ne finale. Mentre la gestione dei rifiuti passa attraverso una separazion­e che permette una seconda possibilit­à di vita » . L’indagine ha coinvolto un campione di dieci aziende diverse per dimensioni, struttura e tipologia di lavorazion­e. Campione che riflette le caratteris­tiche dello storico distretto, con alcuni grandi brand ( come Liu Jo, Blumarine, Twinset) intorno ai quali ruota una galassia di imprese di tessitura, taglio e confezione, ricami e applicazio­ni. Un polo con un fatturato totale che sfiora gli 1,4 miliardi, che per l’innovazion­e si avvale di Carpi Fashion System, il progetto di valorizzaz­ione e promozione a cui aderiscono, oltre alle associazio­ni datoriali, il Comune e la Fondazione CR di Carpi. Buona anche la performanc­e per quanto riguarda la produzione, con il 50%.

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