Open Fiber al rush finale con le banche
Dieci giorni per sbloccare il finanziamento ponte da 760 milioni
Open Fiber ha fretta di sbloccare il negoziato con le banche per il finanziamento- ponte da circa 760 milioni, in attesa di definire il rifinanziamento di tutto il prestito da 7,2 miliardi complessivi. Le trattative con le banche hanno marcato una tappa importante ieri, con una riunione affollatissima: circa un centinaio i presenti, compresi i rappresentanti degli azionisti, Cdp e Macquarie. L’azienda ha avanzato la sua proposta e aspetta una risposta a breve dalle banche – un pool capofilato da UniCredit, Bnp e SocGen – che comunque dovranno riunirsi nuovamente, per l’incontro risolutivo, entro fine mese.
Il finanziamento- ponte attinge ancora da quello originario, bloccato da inizio anno ai 6 miliardi già tirati perché sono state violate alcune “conditions precedents”. Il quadro contrattuale è ancora quello del vecchio finanziamento, con l’immissione di fondi per il 70% a debito e per il 30% a equity. A 760 milioni di finanziamento corrisponderebbe un aumento di capitale di 325 milioni a carico dei soci, 60% Cdp e 40% Macquarie. Parte del finanziamento ponte, circa 400 milioni, dovrebbe godere di un’ulteriore garanzia da parte di Sace: l’implementazione tecnica è in itinere.
Le risorse permetterebbero di superare la carenza di liquidità che a fine aprile, senza correzioni, scenderebbe sotto il livello di guardia. Il primo maggio scadrà ( nel senso che dovrà essere convertito, pena la decadenza) anche l’emendamento presentato dal Governo per cercare di superare le difficoltà incontrate da Open Fiber nelle aree grigie, quelle a parziale fallimento di mercato, dove i bandi di Italia a 1 Giga sono sovvenzionati con fondi del Pnrr, da rendicontare tassativamente entro giugno del 2026. L’emendamento consentirebbe ai vincitori dei bandi ( non solo Open Fiber, ma anche Telecom) di cablare numeri civici adiacenti a quelli assegnati che nel data base originario risultavano inesistenti. L’Associazione italiana degli Internet provider, presieduta da Giovanni Zorzoni, ha inviato un esposto alla DgComp Ue sollevando perplessità sui cambiamenti ex- post alle previsioni dei bandi, ma in sostanza, pare di capire, le contestazioni potrebbero rientrare se Infratel lanciasse una consultazione- lampo per verificare l’interesse dei privati a coprire i civici emersi dai sopralluoghi in campo e nel contempo assicurarsi che non siano già stati opzionati da chi opera senza sussidi pubblici.
L’emendamento, con il decreto Pnrr, è stato approvato ieri dalla Camera e ora passerà al Senato. Dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, presumibilmente verso il 30 aprile, decorreranno i 60 giorni utili per la firma degli atti di modifica delle concessioni del piano Italia a 1 Giga tra i beneficiari ( Of e Tim) . Dalla firma, entro 30 giorni, i beneficiari dovranno comunicare a Infratel i civici adiacenti che intendono collegare.
‘ Garanzia Sace su 400 milioni Dai soci ( Cdp e Macquarie) aumento di capitale da 325 milioni