Nuovi fondi e stretta anti ritardi, dalla Camera sì al decreto Pnrr 4
Via libera a Montecitorio con 140 voti a favore, ora ratifica al Senato Snellite le regole sui poteri sostitutivi per chi è in affanno su ReGis e attuazione
Nel suo passaggio parlamentare il quarto decreto legge sul Pnrr imbarca una serie di modifiche che con il Piano c’entrano poco o nulla. E riesce a conservare quasi inalterato l’impianto pensato dal Governo per disciplinare l’attuazione del Piano rimodulato in accordo con la Commissione Ue. Il via libera deciso ieri dalla Camera con 140 voti favorevoli, 91 contrari e tre astenuti chiude la porta a ulteriori modifiche, perché al Senato ci sarà solo il tempo di ratificare la conversione in legge.
Sul cuore del Pnrr passa senza modifiche la linea del ministro Raffaele Fitto e, nonostante qualche mal di pancia al ministero dell’Economia, non viene toccata l’architettura dei finanziamenti alternativi per gli investimenti usciti dall’ombrello comunitario, fondata soprattutto sul ricorso al Piano nazionale complementare e ai fondi di coesione. Resta confermata, del resto, anche la difficoltà di attuazione di alcune previsioni, come quella del monitoraggio sull’attuazione del Piano complementare, gemello domestico del Pnrr da 30,5 miliardi finanziato con debito italiano, con l’obiettivo specifico di recuperare altre risorse con cui ricostituire la dote della coesione. Il primo check up era previsto per il 31 marzo, ma la data è passata senza che accadesse nulla.
Confermato nella sostanza e snellito nelle procedure il meccanismo che stringe contro i rischi di mancato raggiungimento dei target e prova a colmare i buchi di alimentazione della piattaforma ReGis, il censimento telematico gestito dal Mef che tutti i soggetti attuatori devono popolare con i dati sull’avanzamento dei loro progetti. Il tema è al centro in queste settimane anche di un’intensa attività amministrativa, con richieste pressanti da Via XX Settembre di colmare i rallentamenti nella trasmissione dei dati, in particolare ad alcune amministrazioni; in caso di ritardi o disallineamenti tra programma e attuazione, sarà la cabina di regia Pnrr a proporre alla presidenza del Consiglio l’attivazione di poteri sostitutivi. Per accelerare su nuovi alloggi universitari, recupero dei beni confiscati e contrasto allo sfruttamento in agricoltura, sono inoltre in arrivo tre commissari straordinari dedicati.
Per il resto il decreto ( relatori Paolo Trancassini di Fdi, Roberto Pella di Fi e Nicola Ottaviani della Lega) raccoglie novità a tutto campo, dal lavoro ( articolo in basso) fino alle guide turistiche, per le quali viene eliminato l’obbligo di copertura assicurativa, mentre l’esame si apre a chi ha almeno un diploma e conosce una lingua straniera. Per andare incontro alle obiezioni dell’Antitrust viene ritoccata la norma su PagoPa: passerà al Poligrafico ( fino al 51%) e a Poste per la quota restante, ma la società guidata da Matteo Del Fante non potrà stipulare patti che determinino un’influenza dominante. Gli emendamenti approvati a Montecitorio interessano da vicino anche OpenFiber, in affanno sul piano Italia a 1 giga: potrà sostituire una serie di numeri civici risultati inesistenti con quelli « posti in prossimità » .
Nutrito anche il pacchetto sanità,
‘ Abolito il tetto alle assunzioni a tempo nella sanità ma resta la sforbiciata da 1,2 miliardi
che vede confermato lo stralcio dei fondi da 1,2 miliardi per l’edilizia dal Piano nazionale complementare contro cui i presidenti di Regione hanno minacciato di ricorrere alla Consulta ( la norma prevede che la dote sia recuperata con i fondi per l’edilizia ordinaria). Il testo approvato alla Camera stoppa l’adesione dell’Italia alla rete Green Pass dell’Oms, che aveva innervosito la Lega. Vengono salvaguardate le graduatorie di chi ha sostenuto la prova di ammissione a medicina nell’anno accademico 2023/ 2024. Novità importanti sul fronte delle assunzioni: via il tetto su quelle flessibili, con il superamento del limite del 50% della spesa sostenuta nel 2009 per gli ingressi di medici e operatori sanitari e sociosanitari con contratti a tempo determinato. Abolito anche il limite del 2% dell’organico per la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato per le aziende ospedaliere universitarie. E diventa più facile assumere a tempo determinato gli specializzandi dal secondo anno.