Il Sole 24 Ore

Minori tensioni Israele- Iran: le Borse rimbalzano

Listini in recupero dopo la settimana nera. Milano in calo per lo stacco cedole

- Morya Longo

Circa il 30% delle società inserite nell’indice S& P 500 della Borsa statuniten­se pubblicher­à i conti trimestral­i questa settimana. Sempre questa settimana arriverann­o la stima preliminar­e del Pil Usa del primo trimestre, il dato Pce sull’inflazione ( quello che più influenza le scelte della Fed) e le spese per i consumi di marzo. Di carne sul fuoco, insomma, ce n’è tanta. Di motivi di incertezza pure. Ma dopo una settimana nera per molti listini ( soprattutt­o Nasdaq e Wall Street), ieri le Borse hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e sono tornate a salire. Tanto che quella di Londra (+ 1,62%), complice la debolezza della sterlina, ha toccato i nuovi massimi storici. Così Francofort­e ha guadagnato lo 0,64%, Parigi lo 0,22% e le Borse americane in serata erano sulla stessa lunghezza d’onda. Solo Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,58%, ma solo per un motivo tecnico: hanno staccato la cedola 8 big del listino ( da UniCredit a Ferrari), con un effetto negativo dell’ 1,53% sull’indice. Senza di questo motivo tecnico, dunque, anche Milano avrebbe chiuso abbondante­mente in rialzo.

Il rimbalzo - stando ai commenti che vanno per la maggiore - è legato al calo delle tensioni in Medio Oriente tra Iran e Israele, che ha spinto gli investitor­i a smontare le posizioni difensive

Occhi puntati sui conti dei big Usa e sull’inflazione: il mercato sconta uno o due tagli Fed

costruite settimana scorsa. La realtà è che gli investitor­i sono tutt’ora molto ottimisti sui listini azionari ( secondo il sondaggio mensile di Bank of America non erano così positivi da 2 anni) e dunque ogni occasione è buona per tornare a comprare. Ma, come detto, le incertezze non mancano. Da un lato quelle sui conti delle aziende: fino ad oggi il 73% di quelle che hanno comunicato i risultati trimestral­i ha battuto le previsioni degli analisti. Però questa settimana arrivano tante big, come Tesla, Meta, Alphabet e Microsoft. Il test è dunque importante. E sarà importante anche in Europa, dove i profitti delle aziende dell’indice Stoxx 600 sono attesi in calo del 12,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ( secondo i dati LSEG riportati da Reuters).

Poi arrivano tanti dati economici negli Stati Uniti, che potrebbero indicare le future mosse della Federal Reserve. Soprattutt­o l’inflazione Pce, che è il dato più osservato dalla banca centrale statuniten­se per prendere decisioni di politica monetaria. Attualment­e il mercato sconta nei prezzi appena 41 punti base di tagli dei tassi nel 2024: la Fed, secondo le previsioni dei futures, dovrebbe dunque tagliare i tassi una volta quest’anno. E la seconda non è neppure certa al 100 per cento. Rispetto alle attese di inizio anno ( quando il mercato scontava 6 tagli dei tassi) la svolta è notevole. Tra conti delle aziende, dati macroecono­mici e continui cambiament­i nelle aspettativ­e sulla Fed, il mercato rischia dunque di restare soggetto a volatilità in questi giorni. Ma ieri, come detto, è stato il giorno del rimbalzo. E oggi è già un altro giorno.

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