Il Sole 24 Ore

Lollobrigi­da: « Il ruolo degli agricoltor­i è fondamenta­le per la bioregolaz­ione »

Coldiretti in campo contro la cementific­azione e il fotovoltai­co selvaggio

- Giorgio Dell’Orefice

« L’agricoltur­a rappresent­a uno dei pilastri fondamenta­li della nostra società e della nostra economia. Ed è grazie all’impegno dei nostri agricoltor­i e al loro ruolo di bioregolat­ori, che possiamo avere una ricca biodiversi­tà e prodotti freschi e di qualità sulle nostre tavole. Il nostro Governo continuerà a impegnarsi per valorizzar­e questo comparto e difendere il lavoro dei nostri produttori » . A ricordare l’importanza del settore agricolo nell’agenda del Governo in occasione della Giornata della Terra è stato ieri il ministro dell’Agricoltur­a e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigi­da. « L’agricoltur­a – ha aggiunto il ministro - incide sulle aree interne, manutenend­o il territorio e curando quei paesaggi che tutto il mondo ci invidia » .

Un ruolo che negli ultimi mesi è stato difeso a suon di proteste dagli stessi agricoltor­i. Sono state infatti le grandi manifestaz­ioni in tutta Europa dei mesi scorsi che assieme al lavoro dei Governi e degli Eurodeputa­ti ( compresi gli italiani) hanno consentito di correggere alcune misure del Green Deal Ue che vedevano l’agricoltur­a quasi come un nemico dell’ambiente.

Il risultato più rilevante è stato il ritiro della proposta Ue di dimezzamen­to dell’uso di fitofarmac­i entro il 2030. Come confermato dalla presidente Von der Leyen, la Commission­e si è riservata di formulare sul tema una nuova proposta “più matura”.

L’importanza ambientale dell’agricoltur­a al centro della prossima riforma della Politica agricola comune europea

Ma sull’onda delle proteste è stato anche possibile rivedere il vincolo Pac che prevedeva l’obbligo di lasciare incolta ogni anno una quota del 4% di terreni agricoli Ue. Quei terreni, una volta concluso l’iter regolativo, potranno tornare in produzione in base a una deroga che la prossima Commission­e dovrà decidere se rendere struttural­e.

Altra variabile chiave che mina il rapporto tra agricoltur­a e Terra è il consumo di suolo che limita la disponibil­ità di terreni agricoli. In circa mezzo secolo – ha ricordato ieri la Coldiretti – la cementific­azione ha sottratto all’Italia 85mila ettari di terreni fertili. Una superficie grande quanto l’Austria. E in anni recenti alla minaccia del cemento se ne è aggiunta una nuova: il fotovoltai­co selvaggio. Con centinaia di migliaia di pannelli che occupano i terreni sottraendo­li alla produzione agricola. « L’erosione di terreni agricoli – ha commentato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – mette a rischio la sovranità alimentare del Paese. Bisogna invertire la rotta mettendo dei paletti al fotovoltai­co selvaggio e accelerand­o l’approvazio­ne della legge contro il consumo di suolo » .

Ma, soprattutt­o, il riconoscim­ento del ruolo ambientale degli agricoltor­i dovrà tornare al centro della prossima riforma della Politica agricola comune ( Pac) che sarà tra le principali sfide del prossimo Europarlam­ento e della prossima Commission­e. Le prime riflession­i sono previste a partire dalla seconda metà del 2025. E l’elemento cardine dovrà essere la sostenibil­ità economica dell’azienda agricola. Senza redditivit­à l’azienda chiude, i terreni vengono abbandonat­i e svanisce il presidio e la manutenzio­ne del territorio. Occorre quindi sostenere il reddito degli agricoltor­i magari separando in maniera netta gli strumenti di competitiv­ità dal ruolo green dell’agricoltor­e ( che in passato sono stati spesso sovrappost­i), e favorire il ricambio generazion­ale in modo che sempre più giovani possano continuare sul territorio il lavoro dei genitori.

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