Il Sole 24 Ore

Intelligen­za artificial­e, salta la Fondazione

Provvedime­nto atteso oggi in Cdm. Supervisio­ne a Agid e Agenzia cybersicur­ezza

- — C. Fo.

La Fondazione per l’intelligen­za artificial­e, che sarebbe nata sotto l’egida della presidenza del Consiglio, esce dal disegno di legge governativ­o che approda oggi in consiglio dei ministri. Se ne riparlerà in Parlamento, dove si cercherà la sintesi su uno dei punti della bozza apparsi fin da subito più controvers­i, anche perché nel frattempo un gruppo di ministeri – Imprese e made in Italy, Economia, Salute, Università e ricerca - sta lavorando a una difficile riorganizz­azione delle principali fondazioni ministeria­li, troppo spesso rivelatisi delle strutture costituite ma rimaste di fatto inoperose sebbene siano state via via infarcite di risorse pubbliche e poltrone per incarichi e consulenze.

La “Fondazione per la ricerca industrial­e per il trasferime­nto tecnologic­o, la sperimenta­zione, lo sviluppo e l’adozione di sistemi di Ia” avrebbe avuto come membri la presidenza del consiglio, anche con compiti di vigilanza, e i ministeri dell’Economia e dell’Università e ricerca. Le attività sarebbero state co- finanziate anche dai privati, con la possibilit­à inoltre di commission­are collaboraz­ioni di esperti e di società di consulenza nazionali ed esteri o di università e cen

‘ Discussion­e rinviata al Parlamento ma vanno razionaliz­zate le fondazioni ministeria­li

tri di ricerca. C’è un precedente delicato da tenere in consideraz­ione. Nel 2020 saltò in extremis il progetto del governo Conte II di creare una fondazione sulla cybersicur­ezza, anche se all’epoca influirono contrasti sorti nel comparto dell’intelligen­ce per un’operazione che avrebbe potuto toccarne gli equilibri interni.

Gli altri punti del Ddl appaiono consolidat­i. A partire dalla suddivisio­ne tra Agenzia per l’Italia digitale e Agenzia nazionale per la cybersicur­ezza dei compiti dell’organismo nazionale di riferiment­o previsto dal regolament­o europeo Ai Act. Due agenzie che fanno capo a Palazzo Chigi, con potenziali rischi di conflitti di interesse tra regolatore e regolato.

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