Difesa antiaerea a Kiev, solo Berlino dice sì ai Patriot
Kuleba invita i 27 a decisioni « concrete e coraggiose » , ma prevale la prudenza Da Spagna, Grecia, Svezia, Olanda, Polonia e Romania nessun impegno specifico
È con un evidente sospiro di sollievo che i Ventisette hanno accolto ieri il voto della Camera dei Rappresentanti Usa che dà il via libera a un nuovo sostegno americano all’Ucraina, per un ammontare di oltre 60 miliardi di dollari. C’è il desiderio di mantenere aperto anche da parte europea il flusso di aiuti. Ieri però una riunione congiunta dei ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione europea ha rivelato la cautela di molti Paesi nel rifornire Kiev di sistemi di difesa antiaerea.
« Possiamo prevenire gli scenari peggiori se agiamo insieme e senza paura – ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, presente alla riunione –. Oggi abbiamo bisogno di decisioni concrete e coraggiose per fornire all’Ucraina altri sistemi Patriot e SAMP/ T, missili, artiglieria e munizioni e altre armi e attrezzature il prima possibile. Ora che siete tutti qui al tavolo, è il momento di agire, non di discutere » . Nelle ultime settimane sono aumentati gli attacchi aerei russi.
In una conferenza stampa alla fine dell’incontro di ieri in Lussemburgo, l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell ha spiegato che numerosi Paesi hanno espresso « la loro disponibilità » ad aiutare l’Ucraina: « I tempi sono maturi. È giunto il momento di agire » . Ha poi aggiunto, riferendosi ai missili terra- aria di produzione americana: « Non ho Patriot a Bruxelles, i Patriot sono nelle capitali. Spetta a loro prendere le decisioni » .
Dalla sua l’Ucraina può contare sulla Germania, l’unico Paese che si è impegnato a trasferire in Ucraina una batteria di Patriot. Tra i governi che hanno a disposizione sistemi Patriot ci sono la Spagna, la Svezia, la Grecia, l’Olanda, la Polonia e la Romania. Dinanzi alle pressioni di Kiev e Berlino, la loro risposta pubblica – almeno ieri - è stata per lo più attendista; nessuno ha preso impegni specifici. Nei fatti, molti Paesi hanno il timore di rimanere sprovvisti di armi in un preoccupante contesto internazionale.
Ha notato in particolare il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares: « Siamo ben consapevoli del bisogno di difesa aerea dell’Ucraina e in particolare dei Patriot. La Spagna ha sempre fatto tutto il possibile (…) Poiché si tratta di una vera e propria guerra, non sono molto favorevole all’idea di rivelare troppo su cosa forniamo, quando e da dove8 » . Peraltro, la difesa antiaerea non si basa esclusivamente su missili, ma anche su radar e su intercettatori.
Ha commentato anche il ministro della Difesa svedese Pal Jonson: « Non escludo la possibilità » di rifornire Kiev di sistemi Patriot, « ma al momento siamo concentrati su un contributo finanziario » . Ciò detto, Stoccolma ha offerto all’Ucraina il sistema antiaereo portatile noto con il nome RBS 70. Anche la Grecia tentenna. D’altro canto, Atene ha note divergenze territoriali con Ankara e non vuole assolutamente privarsi di missili terra- aria. Sempre su questo fronte, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha spiegato a proposito dell’eventuale consegna a Kiev di missili terra- aria SAMP- T: « Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare l’Ucraina e dare risposte, attraverso gli strumenti che abbiamo » . Il ministro della Difesa Guido Crosetto « è al lavoro: farà tutto il possibile » .
Minori pressioni ci sono su Romania e Polonia, vista la loro vicinanza al teatro di guerra. A questo proposito, da Varsavia il presidente Andrzej Duda ha detto che il suo Paese sarebbe pronto ad ospitare armi nucleari, in risposta allo spiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia. Fredda la reazione del premier Donald Tusk: « Vorrei conoscere tutte le circostanze che hanno portato il presidente a fare questa dichiarazione (…) Tengo molto a che la Polonia viva in sicurezza, a che sia ben armata, ma vorrei che ogni iniziativa venisse ben preparata » .
‘ Molti Paesi temono di rimanere sprovvisti di armi in un contesto internazionale preoccupante