Potrà garantire
Sergio Fabbrini nell’editoriale del 21 aprile osserva l’impasse europea causata dalla regola dell’unanimità e dalla necessità di un accordo unanime per superarla. Richiama la proposta di Draghi di andare avanti nell’integrazione anche solo con un gruppo di Paesi disponibili. L’integrazione è sempre andata avanti così: la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio era un’avanguardia rispetto al Consiglio d’Europa; Schengen e la moneta unica egualmente. Fabbrini ricorda poi l’esperienza americana del passaggio dalla confederazione alla federazione come « un vero e proprio “colpo di stato costituzionale”. Che però salvo l’America » . E conclude chiedendo « Come possiamo salvare l’Europa? » . Con la democrazia! La Conferenza sul futuro dell’Europa è stata il primo esperimento di democrazia partecipativa dell’Ue, con cittadini di tutta l’Ue che hanno presentato una serie di proposte sulle politiche e sulla riforma dell’Ue. Su tale base il Parlamento Europeo - unica istituzione dell’Ue eletta direttamente - ha approvato a novembre una proposta complessiva di riforma dell’Unione, che mira a ridurre l’uso dell’unanimità e a rafforzare, un poco, i poteri e le competenze dell’Ue. Secondo i Trattati ora i governi nazionali nel Consiglio Europeo dovrebbero decidere a maggioranza semplice la convocazione di una Convenzione di riforma dei Trattati.
Per ora non l’hanno fatto, mostrando disprezzo per i cittadini europei ed i loro rappresentanti, violando l’obbligo di leale cooperazione tra le istituzioni dell’Ue. I partiti europei dovrebbero impegnarsi a non votare nessun candidato alla Presidenza della Commissione proposto dal Consiglio europeo, finché quest’ultimo non avrà convocato la Convenzione. Solo così avranno titolo per chiedere il voto ai cittadini. Nella Conferenza i cittadini hanno chiesto di creare un Referendum europeo, presente nella proposta del Parlamento votata dalla commissione Affari costituzionali, ma poi bocciato nel voto finale della plenaria. Ma è l’unico strumento che può salvare l’Europa, e andrà inserito durante la Convenzione. Il referendum europeo dovrebbe riconoscere la natura federale dell’Ue come Unione di cittadini e di Stati, e quindi richiedere una doppia maggioranza, come in Svizzera: una maggioranza europea, e una maggioranza nazionale in una maggioranza di Stati membri. E dovrebbe essere utilizzato per la ratifica della prossima riforma dei Trattati, attraverso una norma transitoria e finale, e delle future riforme. Il referendum europeo di ratifica dovrebbe prevedere due turni. Se si raggiunge una maggioranza europea e una maggioranza nazionale nella maggioranza degli Stati membri, i requisiti sono soddisfatti e la riforma viene ratificata. Tuttavia, se in uno o più Stati membri, una maggioranza nazionale si opponesse alla ratifica, allora tali Stati membri dovrebbero indire un nuovo referendum entro sei mesi per decidere se ratificare o uscire dall’Unione. Nel secondo caso potranno negoziare di rimanere nel mercato unico o altre forme di integrazione con l’Ue.
Il passaggio dalla confederazione alla federazione negli Usa e in Svizzera è avvenuto attraverso una riforma che modificava in corso d’opera il sistema di ratifica, abolendo l’unanimità a favore della maggioranza qualificata . La stessa cosa è necessaria nell’Ue e l’unico sistema con una legittimità democratica adeguata a superare l’unanimità è il referendum europeo a doppia maggioranza e doppio turno. Questo sistema sarebbe estremamente democratico, garantendo che nessun Paese sia costretto a procedere se non vuole, ma anche che nessun Paese possa bloccare tutti gli altri se c’è una maggioranza di cittadini e di Stati membri favorevole alla ratifica. Sarebbero i cittadini a decidere se il loro Stato membro debba o meno far parte del gruppo di testa dell’integrazione europea.
Solo la democrazia può farci superare l’unanimità e salvare l’Europa.