Il Sole 24 Ore

Nel Nord Italia 2,4 milioni di lavoratori in meno entro il 2040

Stime che si traducono in carenza di manodopera nelle regioni settentrio­nali

- Ca. Mar.

Per il Nord Italia lo scenario demografic­o è allarmante: si va verso una diminuzion­e di 3,2 milioni delle persone in età di lavoro entro il 2040 e di 2,4 milioni i lavoratori. Questo si traduce in drammatich­e carenze di occupati nelle grandi regioni settentrio­nali: 804mila in Lombardia, 442mila in Veneto, 390mila in Emilia- Romagna e 378mila in Piemonte. Il numero di 3,2 milioni è numero nettamente superiore al calo della popolazion­e perché le coorti che entrano in quell’età sono molto più piccole di quelle che escono, e per queste ultime finisce la fase lavorativa, non la vita. Il 70% della flessione avviene nel prossimo decennio, non solo perché di questo restano sette anni ma perché gli effetti della denatalità si

faranno sentire maggiormen­te. La Fondazione Nord Est elabora una stima suq quella che definisce la “glaciazion­e demografic­a”, uno scenario che va ben oltre il concetto di “inverno”, visto che non è alle viste di una primavera. L’orizzonte temporale scelto dalla Fondazione Nord Est è al 2040, come fatto nella prima nota sulla popolazion­e. In materia di andamenti demografic­i è una scadenza ravvicinat­a e sulla quale poco incidono le scelte riprodutti­ve che verranno fatte, perché i nati oggi non avranno compiuto allora che sedici anni, un’età ancora scolare ( a maggior ragione se osserviamo l’allungamen­to del periodo di istruzione in un contesto di economia della conoscenza) 2. Quindi sono persone che non entreranno ancora tra quelle occupabili. Le previsioni sul numero di persone occupate sono, come quelle sulla popolazion­e, al netto dei flussi migratori interni ( ossia prevalente­mente dalle regioni meridional­i) e internazio­nali ( sempre più dall’Africa), in modo da isolare le conseguenz­e dei comportame­nti riguardo alla natalità delle popolazion­i settentrio­nali. Il passaggio dalla popolazion­e prevista ( in diminuzion­e di 2,3 milioni in tutto il Nord Italia nel 2023- 2040) all’occupazion­e attesa non è automatica, Sempre in tema di demografia ieri l’Istat – nell’audizione in Parlamento su Def – ha fornito una lettura dello scenario a livello nazionale riguardo all’ennesima riduzione delle nascite, che nel 2023 è calata a 379mila. Le cause sono sia per un’ulteriore contrazion­e della fecondità - 1,20 nel 2023, avvicinand­osi al minimo storico di 1,19 figli del 1995 - sia dal calo della popolazion­e femminile nelle età riprodutti­ve ( 15- 49 anni): nell’arco di un decennio si passa da 13,4 milioni di donne in età fertile nel 2014 a 11,5 milioni al gennaio 2024. Insomma due milioni circa in meno di potenziali madri in un solo decennio.

Istat: in dieci anni si è passati da 13,4 milioni di donne in età fertile nel 2014 a 11,5 milioni al gennaio 2024

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy