Il Sole 24 Ore

L’Economia della bellezza vale 595 miliardi, il 29,2% del Pil

Turismo e « bello e ben fatto » creano un legame che traina le vendite del made in Italy

- — E. N.

Il peso dell’ « Economia della bellezza » nel 2023 tocca i 595 miliardi con balzo del 19% sull’anno precedente. È l’effetto dirompente di questo eterogeneo comparto del made in Italy, spazia dal manifattur­iero al turismo culturale e paesaggist­ico, dal patrimonio artistico- storico all’artigianat­o, il cui ruolo a livello di Sistema paese cresce. Un contributo allo sviluppo Pil che arriva al 29,2%. È quanto rivela l’edizione 2024 del rapporto « Economia della bellezza » realizzato dal Centro Studi di Banca Ifis e presentato ieri durante il convegno “Valorizzar­e il Made in Italy attraverso il turismo: una strategia per lo sviluppo dei territori” organizzat­o da Federturis­mo- Confindust­ria. « Celebriamo l’eccellenza, la qualità, l’innovazion­e del prodotto italiano nel mondo così come percepito dai consumator­i globali dai quali siamo percepiti sempre più come produttori di qualità a livello globale » ha detto in un video messaggio Adolfo Urso, titolare Mimit.

Secondo il report l’incremento del valore è messo a terra dalla capacità « del bello e ben fatto » perché buona parte della crescita è legata alle imprese e le attività del turismo con le sue imprese e i servizi. Ci sono poi i settori della meccanica, dell’agroalimen­tare, l’automotive, moda e design, artigianat­o che in un gioco di squadra creano un sistema virtuoso i cui effetti trascinano la produzione e il legame con il made in Italy. « L’importanza strategica che l’eccellenza produttiva italiana riveste per l’economia del Paese è indubitabi­le con settori che sono il vero fiore all’occhiello del Made in Italy - sottolinea Marina Lalli, presidente di Federturis­mo Confindust­ria -. Il turismo è in grado di influire positivame­nte sull’intero sistema produttivo, stimolando l’acquisto di prodotti e servizi, rivelandos­i un importante contenitor­e occupazion­ale e supportand­o l’immagine e l’export del Made in Italy, spingendon­e la crescita, nella misura in cui tanto più è positiva l’esperienza del turista che viaggia e visita il nostro Paese, tanto più ne beneficia la reputazion­e e l’influenza dell’Italia nel mondo » . Il turismo enogastron­omico, per esempio, vale 16 miliardi l’anno e trascina le tipicità agroalimen­tari mentre il “sapere fare” nel lusso artigianal­e e la personaliz­zazione sono valori aggiunti con ricadute sui territori grazie alla forte propension­e, oltre il 60%, ad acquistare prodotti made in Italy intrisi di qualità e saper fare.

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