Il Sole 24 Ore

Prestiti garantiti, lo stock del Covid scende da 198 a 123 miliardi

Secondo i dati di Palazzo Koch l’incidenza sul Pil passa dal 9,5 al 6,1%

- Laura Serafini

Lo stock dei finanziame­nti bancari assistiti da garanzia pubblica, destinata al supporto delle imprese durante le emergenze che si sono susseguite tra il 2020 e il 2022, si sta progressiv­amente riducendo. In particolar­e, le garanzie concesse per ridare liquidità dopo la pandemia ( dunque tra il 2020 e il 2021) sono scese da 198 a 123 miliardi, quindi da un’incidenza sul Pil dal 9,5 al 6,1 per cento.

Sul potenziale impatto dei prestiti garantiti sui conti pubblici si sofferma il Def da poco pubblicato e un’analisi ne è stata tratta dall’audizione sul documento di programmaz­ione tenuta dalla Banca d’Italia, la quale sottolinea come le garanzie siano « passività solo potenziali non incluse nel debito di Maastricht » . Nel 2021 lo stock complessiv­o di garanzie, che include anche le garanzie fornite in regime ordinario, era pari a 286 miliardi a fronte di un Pil di 1.782 miliardi. Nel 2022, dopo l’emergenza per il caro energia che ha determinat­o l’ampliament­o e l’allungamen­to delle garanzie, lo stock complessiv­o era salito a 309 miliardi a fronte di un Pil di 1.946 miliardi. Nel 2023 lo stock si è ridotto a 300 miliardi a fronte di un prodotto interno lordo di 2.085 miliardi.

L’elemento positivo evidenziat­o dal Def – e che in qualche modo era stato preannunci­ato nei giorni scorsi dal ministro per l’Economia, Giancarlo Giorgetti – è il fatto che nel corso del 2023 è avvenuta una sensibile contrazion­e delle garanzie concesse durante il Covid, passando da 198 a 127 miliardi ( dal 9,5 al 6,1% del Pil) « per effetto dell’avvio ( dopo un iniziale periodo di “grazia” in cui non doveva essere rimborsata la quota di capitale) della fase di ammortamen­to per una parte consistent­e dei prestiti sottostant­i » , osserva la Banca d’Italia. I prestiti Covid garantiti prevedevan­o due anni di preammorta­mento su una durata complessiv­a di otto anni. Dunque, l’importo garantito durante la pandemia si è ridotto di circa 70 miliardi perché chi ha ricevuto il prestito nel 2023 ha dovuto cominciare a rimborsare anche capitale.

L’analisi della Banca d’Italia sul Def evidenzia che sullo stock di 127 miliardi garantiti durante la pandemia, circa 98 miliardi ( il 4,7 % del Pil) è riconducib­ile alle garanzie fornite dal fondo di garanzie per le Pmi. Tra l’altro si evidenzia che il portafogli­o delle garanzie Covid scadrà tra il 2024 e il 2028. Il fondo per le Pmi ha fatto la parte del leone nelle garanzie per la pandemia e la crisi energetica: circa 200 miliardi garantiti, ai quali vanno aggiunti circa 80 miliardi garantiti da Sace. Nel 2023 risultava invece in crescita l’incidenza dei prestiti garantiti per l’emergenza energetica, passati dallo 0,4 all’ 1,9% del Pil, quindi da 8 a 39 miliardi. I prestiti garantiti con regime ordinario sono aumentati da 123 a 133 miliardi.

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