Da Elica a Desxeleance, focus della Borsa sul Salone del Mobile
L’interesse internazionale suscitato dalla fiera riaccende il tema sul listino
Il successo del Salone del Mobile di Milano 2024, da poco concluso con oltre 361mila visitatori (+ 17,1% sul 2023) e con una forte presenza di buyer da tutto il mondo, potrebbe spingere non solo le vendite delle aziende espositrici sul mercato dei consumi, ma anche il loro valore, o la loro appetibilità, a Piazza Affari.
Attualmente si contano sulle dita di una mano le aziende o i gruppi italiani del design quotati in Borsa e di questi solo tre erano all’interno della fiera ( Dexelance con i marchi Gervasoni, Meridiani, Saba, Gamma Arredamenti, Turri e Binova Cucine; Elica; Technogym), mentre altri hanno preso parte solo al Fuorisalone, come De Longhi e altri marchi del gruppo Dexelance. Marchi che possono beneficiare dell’attenzione che tutto il mondo ha rivolto in questi giorni al made in Italy e all’onda lunga che, nonostante una fase di mercato non certo brillante, ne seguirà. « Gli investitori internazionali hanno ben presente che il mercato italiano ha distretti di assoluta eccellenza, tra cui quelli dell’arredamento – osserva Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte –. Vedo perciò buone opportunità per il settore anche in Borsa, a patto che le aziende riescano a fare un lavoro sui brand per aumentarne la notorietà a livello internazionale e per associarli all’immagine di lusso e desiderabilità come oggi avviene per molti marchi della moda o dell’orologeria » . Un lavoro che molte imprese italiane dell’arredo- design hanno già avviato e su cui continuano a investire, proprio sul modello della moda, sebbene tra i due settori vi siano importanti differenze, a cominciare da marginalità più contenute per i comparti legati alla casa. Senza contare, aggiunge Randone, che « il mercato del lusso ha dimostrato una eccellente aciclicità, mentre quelli del mobile e del design difficilmente prescindono dai cicli dell’immobiliare e dell’edilizia. Gli investitori potrebbero quindi applicare uno sconto valutativo per tener conto della maggiore ciclicità » . Randone concorda tuttavia sul fatto che le opportunità anche sul mercato dei capitali non mancheranno per le aziende del design, anche se difficilmente potranno esprimere a multipli a cui trattano oggi i gruppi del lusso.
Non è questa però la priorità delle aziende del design quotate in Borsa, come osserva Andrea Sasso, ceo di Dexelance ( ex Italian Design Brands), che ha debuttato a Piazza Affari lo scorso maggio, su Euronext Milan, con 11 marchi di alta gamma nella propria scuderia e un fatturato 2023 di quasi 311 milioni (+ 16,6% sul 2022). « Siamo un gruppo industriale, con una visione di lungo periodo, non ci interessa il valore del titolo giorno per giorno – spiega Sasso – . Oggi viviamo una fase di Borsa non favorevole alle piccole e medie aziende, ma le nostre partecipate crescono quasi tutte più della media di mercato e hanno chiuso il 2023 con numeri record. Anche la Borsa, nel tempo, riconoscerà il giusto valore » . A oggi il titolo di Dexelance a Piazza Affari è a 10,10 euro, con una capitalizzazione di 271,9 milioni, quasi 11 volte l’utile atteso per il 2024 e due volte il patrimonio netto contabile. Il vantaggio della quotazione, per Sasso, è soprattutto nella visibilità, credibilità e attrattività acquistata.
Un altro gruppo che sta investendo molto sul posizionamento del marchio è Elica, azienda di Fabriano che da 50 anni produce sistemi aspiranti da cucina e ha puntato su una proposta di design, da quest’anno allargata a forni, piani a induzione e wine cellar, presentata a EuroCucina, in occasione del Salone. Un’estensione della gamma di prodotti accompagnata da investimenti sulla « brand identity » , con un piano di oltre 40 milioni di euro in tre anni, destinati al progetto di trasformazione del business, in particolare nell’ambito R& D e marketing.
« Il design è un elemento fondamentale per la nostra azienda – spiega il ceo Giulio Cocci –. Non puntiamo al lusso, ma a un prodotto inclusivo sebbene differenziato. Tuttavia, rimaniamo una realtà industriale, manifatturiera e, dal punto di vista borsistico, stiamo vivendo una fase di forte pressione sul valore reale dell’azienda » . Ma il 2024 sarà un anno di forte investimento e « alla fine di questo percorso raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo posti » , aggiunge Cocci. Il titolo a Piazza Affari vale oggi 1,85 euro, con una capitalizzazione in Borsa di 116,5 milioni, circa 13 volte l’utile netto atteso per il 2014 ed è a sconto sul patrimonio netto contabile.