Weinstein, in appello annullata una condanna
Una corte d’appello di New York ha annullato con 4 voti a favore e 3 contrari la condanna per stupro inflitta nel 2020 al produttore cinematografico Harvey Weinstein, citando prove
« erroneamente » introdotte nel corso del processo simbolo dello scandalo Me too. Il magnate del cinema era stato giudicato colpevole per stupro nel febbraio 2020 e condannato a 23 anni di carcere, salvo presentare appello contro il verdetto: Weinstein aveva citato testimonianze di donne che non rientravano nel caso e potrebbero aver influenzato illegalmente la giuria. La corte ha ritenuto fondata la tesi della difesa che l’accusa non può utilizzare « condanne precedenti o prove della precedente commissione di atti criminali, viziosi o immorali specifici » per stabilire la « propensione alla criminalità » dell’imputato.
La Corte d’Appello di New York ha ordinato un nuovo processo, anche se Weinstein rimarrà comunque in carcere a scontare un’ulteriore e separata condanna di 16 anni emessa a Los Angeles nel 2022. « La nostra conclusione - recita la sentenza della Corte di Appello di New York - è che il tribunale di primo grado ha erroneamente ammesso testimonianze di presunti atti sessuali precedenti non oggetto dell’accusa, commessi contro persone diverse dalle denuncianti dei reati sottostanti » . Weinstein, oggi 72enne, si trova in un carcere di New York da quando è stato condannato con l’accusa di atti sessuali criminali per aver praticato con la forza sesso orale a un’assistente di produzione televisiva nel 2006 e di stupro di terzo grado su un’aspirante attrice nel 2013. In un comunicato, l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha dichiarato: « Faremo tutto ciò che è in nostro potere per riesaminare questo caso, e rimaniamo fermi nel nostro impegno verso le sopravvissute alle violenze sessuali » .