« Modello veneto per la riforma delle concessioni autostradali »
Corsini: « Lo schema attuale prevede l’equivalenza tra canoni pagati e incassi » L’arteria Vicenza- Treviso collegata a breve con la A4 Milano- Venezia
La riforma delle concessioni autostradali annunciata dal ministro Matteo Salvini, che punta a uniformare i pedaggi, accende il dibattito ( « in Italia ci sono arterie che costano il doppio, il triplo se non il quadruplo rispetto ad altri percorsi » rimarca Salvini). Marco Corsini, commissario straordinario per la superstrada Pedemontana Veneta ( Corsini è anche commissario straordinario per la messa in sicurezza delle autostrade abruzzesi A24 e A25 Roma- L ’ Aquila- Teramo e diramazione Torano- Pescara), invita a guardare proprio al modello Nord Est e allo schema di concessione della Pedemontana Veneta. La superstrada, che collega le province di Vicenza e Treviso, è un’arteria a pagamento lunga circa 100 chilometri di proprietà della Regione Veneto in concessione a pedaggio ( concessionario è il consorzio Sis del gruppo Dogliani insieme alla società di costruzioni spagnola Sacyr).
Dice Corsini al Sole 24 Ore: « Le linee generali della riforma portano a ribaltare l’impostazione generale su cui storicamente riposano le concessioni autostradali in Italia, per cui gli investimenti che il privato fa sull’infrastruttura sia come nuova costruzione sia come manutenzione si ripagano ( meglio: dovrebbero ripagarsi) con gli incassi tariffari in situazione di equilibrio; secondo la proposta, si dovrebbe invece passare a un sistema per cui lo Stato paga ai concessionari privati solo un canone di disponibilità ( somma tendenzialmente certa) e incassa i proventi delle tariffe. Poiché questo è l’impianto su cui regge il più recente caso di autostrada costruita e gestita nel Paese: la Pedemontana Veneta » .
Ha fatto molto discutere quanto accadde nel 2017, quando lo schema di concessione tra Regione e concessionario fu modificato. Chiarisce Corsini: « Il contratto è stato cambiato proprio perché non reggeva alla scommessa del traffico in capo al costruttore nel lungo periodo, e così com’era non era bancabile. Il nuovo equilibrio economico dell’operazione Pedemontana si basa sull’equivalenza tra il canone pagato dalla Regione e gli incassi tariffari da essa riscossi. Questi ultimi derivano da una previsione di traffico di circa 27mila veicoli/ giorno. Attualmente, i flussi di traffico registrano ben più di 15mila veicoli/ giorno, ma bisogna considerare che la superstrada è in fase di avvio, in quanto aperta da meno di cinque mesi, e soprattutto che manca ancora l’interconnessione con la A4 Brescia Padova, vicinissima ad aprirsi, capace di moltiplicare notevolmente le percorrenze. Il sistema Pedemontana prevede poi un vasto corredo di complanari, ultrafrequentate, che sono gratuite. Vi sono quindi ampi margini di crescita a regime che la avvicinano all’equilibrio » .
Secondo il commissario straordinario, la riforma delle concessioni di Salvini, se andrà avanti, avrà parecchi lati positivi. Spiega Corsini: « Primo, fa uscire la costruzione e gestione delle autostrade dal risiko dei flussi di traffico, non facilmente prevedibili nel lungo arco di tempo su cui si basano le operazioni in finanza di progetto e che generano un’incertezza che influisce negativamente sulla loro bancabilità. Secondo, assicura al concessionario un’entrata certa che gli consente un più agevole ricorso al credito. Terzo, è vero che i ricavi tariffari in capo allo Stato accollano all’Erario il rischio traffico. Ma come detto, non si vede il problema: la leva tariffaria - sottolinea Corsini - è un potente mezzo in mano allo Stato per fare quello che uno Stato deve fare, ossia la politica della mobilità e della sostenibilità ambientale, incentivando o disincentivando il traffico ( o determinati tipi di traffico) nelle diverse aree del Paese. E soprattutto, l’accentramento in una sola mano di tutte le entrate tariffarie nazionali permette un’opera di ridistribuzione delle risorse che elimina il divario tra autostrade ricche e autostrade povere. Ed è tutto da dimostrare - afferma Corsini - che su scala nazionale l’equilibrio complessivo tra canoni pagati e tariffe riscosse non sia raggiungibile. Ma se questo, in qualche momento, non dovesse accadere, ricordo che le infrastrutture lo Stato non le fa e le gestisce per fare utili, ma per dare un servizio al Paese » .
Conclude il commissario straordinario: « Per molti anni la disciplina delle concessioni autostradali è stata confinata in una norma del Codice dei Contratti e in qualche noma sparsa qua e là e non c’è mai stato un disegno organico come la materia merita. Il settore delle concessioni autostradali ha un innegabile bisogno di essere ripensato » .