Fondi di coesione, dal 2007 dote di 219 miliardi Un terzo ai trasporti, solo il 12% alle aziende
Negli accordi del governo Meloni con le Regioni solo lo 0,1% alla voce occupazione
Quasi due milioni, per la precisione 1.962.049. Questa macroscopica cifra indicai progetti ammessi ai finanziamenti della politica di coesione, europei e nazionali, in oltre quindici anni. E macroscopico è anche l’ammontare dei fondi programmati: 219,4 miliardi di euro. Entrambi i dati sono contenuti nell’ultimo censimento pubblicato sul portale Opencensimento pubblicato sul portale Open Coesione, aggiornato al 31 dicembre 2023, e si riferiscono ai cicli di programmazione 2007- 2013, 2014- 2020 e 20212027( solo per il Fondo nazionale sviluppo e coesione si considera anche il 2000-poe coesione si considera anche il 20002006). Un bilancio che aiuta a capire le direzioni di marcia della coesione, rigorosamente già scolpite nel caso dei fondi Ue, e che quindi il governo può modificare solo previa rinegoziazione con le Regioni interessate oltre che con la stessa Commissione. Per questo il preannunciato decreto legge per il riordino della politica di coesione, atteso al consiglio dei ministri del 30 aprile, e di cui la premiere Giorgia Meloni potrebbe discutere con i sindacati nell’incontro del giorno prima, difficilmente potrà toccare i capitoli di spesa. L’obiettivo principale è semmai riorganizzazione la governance e rendere più vincolanti tempi di realizzazione, sebbene anche su questo Bruxelles vigili attentamente.
Open Coesione, iniziativa coordinata dal Dipartimento per le politiche di coesione della presidenza del Consiglio, si addentra nella ripartizione per settore mostrando come i trasporti e le infrastrutture, con oltre un terzo dei fondi, abbiano fin qui dominato l’era della coesione. Dietro a trasporti e mobilità ( 32%) le altre voci sono molto distanziate: competitività delle imprese ( 12%), ambiente ( 11%), occupazione e lavoro ( 9%), ricerca e innovazione, inclusione sociale e salute, istruzione e formazione, tutte al 7 per cento. Chiudono cultura e turismo ( 5%), reti e servizi digitali ( 4%), capacità amministrativa ( 4%), energia ( 2%). La prevalenza delle infrastrutture si riflette sui costi messi in campo, 142 miliardi di euro a fronte di 69 miliardi per acquisto di beni servizi, 35,4 miliardi per incentivi alle imprese e 12,1 miliardi per contributi alle persone fisiche.
L’attuazione
Tutto si mescola se si considerano numero di progetti e livello di attuazione. Nel complesso, a fine 2023 risulta ancora in corso il 61% dei progetti, concluso il 29%, liquidato l’ 8%, non avviato il 4%. E qui occorre contestualizzare con attenzione i numeri. zio nei numeri. Open Coesione monitora interventi finanziati dai fondi di coesioneinterventi finanziati dai fondi di coesione (219,4 miliardi) che, sommati a finanziamenti messia integrazione ma provenienti da altre fonti finanziarie, arrivano a 272,1 miliardi. Gli oltre 1,9 milioni di progetti includono un po’ di tutto, dalle grandi opere agli incentivi alla produzione e quelli ai lavoratori, neequelliai lavoratori, calcolati in questi ultimi due casi per ogni singolo beneficiario. Per questo, la categoria occupazione e lavoro risulta ampiamente prima zionee lavoro risulta ampiamente prima per singoli interventi, oltre 1 milione, e trasporti e mobilità, a fronte dei tempi lunghi di realizzazione delle opere, ha la quota più bassa di progetti attuati ( 14%).
Gli Accordi di coesione
Il governo Meloni sta faticosamente te nIl governo Meloni sta faticosamente tentando di chiuder egli ultimi Accordi dicot and odi chiudere gli ultimi Accordi di coesione perla distribuzione di 32,3 mili a res ione perla distribuzione di32,3 miliardi del Fondo nazionaledi del Fondo nazionale di sviluppo e coesione. Mancano all’appello Campaniadoveva avanti lo scontro con la giunta Dedoveva avanti lo scontro con la giunta De Luca - Puglia, Sicilia e Sardegna.
Intanto, si può dire che i 17 accordi fin qui firmati riflettono solo in parte la distribuzione delle risorse complessivamente gestite dal 2000 in avanti e le voci relative a infrastrutture ed ambiente sono ancora più predominanti. Secondo una ricognizione del Sole- 24 Ore, i 9,8 miliardi fin qui concordati con Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli- Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e con le province autonome di Bolzano e e con le province autonome di Bolzano e Regioni sono destinati a coprire per circa il 39% progetti per trasporti e mobilità. Il 20% va ad ambiente e risorse naturali,va ad ambiente e risorse naturali, poi c’è uno scarto sempre più sensibile: 13% per la riqualificazione urbana, meno del 9% per la competitività delle imprese e ancora più giù inclusione sociale e saluteancora più giù inclusione sociale e salute ( 3,8%), cultura ( 3,6%) e istruzione e formazione ( 3,5%). Colpisce l’assenza o quasi di misure perla ricerca e innovazione e per lavoro e o cc up abilità, zionee per lavoro e o cc up abilità, che negli allegati co firmati da governo e regioni sono ridotti, rispettivamente, a uno striminzito 0,9% e a un irrilevante 0,1%.