« Dollaro, oro e materie prime: così il portafoglio va ripensato »
« Sull’economia globale c’è stato un errore di diagnosi universale, perché tutti - dalle banche centrali, agli economisti e alle maggiori case di investimento - avevano pronosticato una recessione in Europa e negli Stati Uniti, così come in precedenza avevano sbagliato indicando un livello terminale per il ciclo di rialzo dei tassi molto inferiore a ciò che nella realtà si è verificato » . Le parole di Enzo Corsello non sono un’accusa nei confronti della comunità finanziaria e del difficile mestiere di fare previsioni; il responsabile per l’Italia delle attività di Allianz Global Investors intende piuttosto andare alla radice delle ragioni che hanno trasformato una chiamata unanime in un clamoroso fiasco, trarne insegnamenti per il futuro e adattare di conseguenza la composizione degli investimenti.
Aver applicato criteri di analisi propri di un ciclo normale a quello che non lo era è l’origine delle errate previsioni. « Il Covid ha cambiato le carte in tavola - indica Corsello a Il Sole 24 Ore - determinando prima una chiusura dell’economia per ragioni di forza maggiore tale da reprimere la domanda, in particolare quella rivolta ai servizi, e favorendo poi la sua successiva esplosione in un momento, quello della riapertura, in cui l’offerta subiva il problema delle strozzature della catena degli approvvigionamenti » . Da qui nascono le dinamiche che hanno portato fuori controllo l’inflazione e innescato la reazione senza precedenti delle Banche centrali, ma sono sorte anche le condizioni per riportare i prezzi verso l’obiettivo senza creare disoccupazione grazie agli squilibri che si erano generati sul mercato del lavoro e a rendere l’economia Usa insospettabilmente resistente.
A creare una « situazione assolutamente artificiosa » hanno contribuito secondo Corsello in larga misura anche le manovre ultra- espansive dei Governi ed è significativo, sotto questo aspetto, l’accostamento fra il 2020 e il 2024, caratterizzati entrambi dalle elezioni per la Casa Bianca. « Oggi come quattro anni fa bisogna considerare l’effetto dopante di politiche fiscali che sono legate all’aggregazione del consenso in chiave elettorale » , avverte il manager di Allianz GI, invitando anche ad attendere l’esito del duello Biden- Trump e le successive indicazioni del vincitore per capire se davvero la prima economia mondiale virerà verso l’ipotesi no landing che adesso riscuote i maggiori consensi.
Lo scenario che si profila per il futuro sembra in via generale caratterizzarsi per una crescita potenziale inferiore al passato e al tempo stesso un livello di inflazione e tassi più elevato: un ambiente che Corsello definisce « para- stagflazionistico » , che non può non condizionare anche le scelte di investimento « In una situazione simile - precisa - la principale fra tutte le correlazioni inverse sulla quale sono stati costruiti i portafogli, quella fra azioni e obbligazioni, non funziona più e occorre, per così dire, diversificare i diversificatori » .
L’idea generale non è certo quella di sacrificare i bond, ma di detenere una quota del portafoglio in reddito fisso in prodotti da tenere fino a scadenza per approfittare di rendimenti cedolari elevati, senza puntare a guadagni in conto capitale ormai difficili da realizzare. La quota da investire nell’obbligazionario in chiave di diversificazione deve però essere al tempo stesso rivista a vantaggio di altri asset decorrelati sui quali Corsello ha idee chiare: « Suggerirei di guardare alle materie prime industriali e al petrolio, acquistando anche azioni di società che operano nel settore in modo da evitare i problemi tecnici legati all’investimento diretto in commodi
ty, considererei inoltre altri beni rifugio come dollaro e oro » . Il metallo giallo, definito « ancestrale riserva di valore » , sembra destinato a brillare ancora per Allianz GI, che lega in particolare la propria visione positiva per i prossimi 12 mesi « al quadro di tensioni geopolitiche e aumento del debito pubblico e della spesa per la difesa, oltre che alla domanda delle banche centrali dei mercati emergenti »