Autonomia a tappe forzate, sì in commissione
Confermando l’approdo in Aula per domani. Si punta all’ok finale entro le europee
Arriva il primo sì della Camera al disegno di legge sull’autonomia differenziata: la commissione Affari costituzionali di Montecitorio ha concluso ieri l’esame, confermando l’approdo in Aula per domani. Un passaggio che rafforza il patto tra la Lega e Fdi, con il via libera di ieri all’autonomia ( cavallo di battaglia del Carroccio), e il suo approdo in aula, arrivato a quattro giorni dal via libera della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama e l’arrivo in aula al Senato, previsto il 9 maggio, del disegno di legge costituzionale sul premierato, caro al partito di Giorgia Meloni. Per l’autonomia il via libera definitivo della Camera potrebbe arrivare prima delle europee dell’ 8- 9 giugno, in parallelo al primo via libera del Senato al premierato ( che però, essendo una riforma costituzionale, ha tempi più lunghi per il suo ok definitivo, referendum costituzionale permettendo). Frecce in più negli archi delle campagne elettorali di Lega e FdI.
La commissione ieri ha concluso alle 18 l’esame, votando in tutto un centinaio di emendamenti su circa 2.200. La commissione ha confermato il testo del Senato, e se anche l’aula farà altrettanto, il disegno di legge Calderoli sarà legge. Le opposizioni hanno ricoperto di critiche il provvedimento dentro la commissione e fuori ( « distruggerà l’unità del Paese calpestando i principi di uguaglianza » ). Una tesi respinta dalla maggioranza. Alessandro Urzì, capogruppo di Fdi in Commissione e relatore al Ddl, ha accusato le opposizioni di mirare ad un « immobilismo » attraverso un ostruzionismo che evita il merito. Sta di fatto che raramente l’opposizione ha agito con tale sintonia, da Iv a M5s, dal Pd ad Azione e Avs, che hanno appoggiato e votato gli emendamenti l’uno l’altro. « Noi siamo qui - ha spiegato il ministro per i rapporto con il Parlamento Luca Ciriani ( Fdi) - a garantire che nessuna riforma creerà cittadini di serie A e cittadini di serie B » . Anche più ottimista il ministro degli Affari Ue, Raffaele Fitto ( anche lui di Fdi): L’autonomia « non può che far bene anche al Mezzogiorno, è una grande sfida » . Ben diversa l’opinione di Mara Carfagna, ministra per il Sud del governo Draghi: « Sono d’accordo; a patto però che il Sud non parta svantaggiato. Per questo occorre che i Lep ( livelli essenziali delle prestazioni, ndr) siano finanziati. Per questo occorre un fondo perequativo a favore delle regioni con minore capacità fiscale » . Che però, rimprovera Carfagna, nel Ddl Calderoli non c’è.
‘ Opposizioni compatte contro il disegno di legge: « Distrugge l’unità del Paese »