Il Sole 24 Ore

« Budapest è sempre più ai margini dell’ Europa »

- Dal nostro inviato — L. V.

Siamo pronti a fare la nostra parte per dare un riferiment­o ai moderati che sono stanchi di Orban

« Sembrava tutto già scritto e invece ora ci sono nuove prospettiv­e. Non manca molto alle elezioni europee ma gli scandali hanno tolto consensi a Viktor Orban, il governo ha perso qualche pezzo, c’è un disturbo nella forza, per citare Star Wars » . Marton Gyongyosi è il leader che, sempre all’opposizion­e, ha portato lo Jobbik, il Movimento per un’Ungheria migliore, da posizioni di ultra destra e xenofobe verso il centro conservato­re ed europeista che « cerca di essere il riferiment­o per tutti gli ungheresi moderati che credono nella democrazia e sono stanchi di Orban » . Punta tutto su Peter Magyar: « Sono pronto a stare al suo fianco se servirà » , dice, mentre beve un caffè espresso in un bar di un centro commercial­e a Buda.

Alle elezioni europee manca poco più di un mese, c’è ancora spazio per sfidare Orban e il Fidesz?

È molto difficile capire cosa accadrà nei prossimi mesi in Ungheria: Peter Magyar può diventare il cambiament­o, può sfidare Orban, perché è giovane, sveglio, funziona su TikTok, e conosce il Fidesz molto bene, essendo stato molto vicino all’attuale premier per anni. Nessuno negli ultimi 14 anni era riuscito a mobilitare la protesta contro il governo come sta facendo lui. Ma deve ancora dimostrare di avere la forza per cambiare le cose e comunque bisogna dargli tempo. Non so se il voto per il Parlamento europeo potrà aprire nuove prospettiv­e ma di certo qualcosa si è messo in movimento.

L’evoluzione dello Jobbik vi porta sulla stessa linea di Magyar?

Noi cerchiamo di essere un’alternativ­a di centrodest­ra al Fidesz e Peter Magyar è esattament­e sulla stessa linea. Ma è anche molto di più perché può mettere assieme i tanti ungheresi stanchi dell’attuale maggioranz­a al potere, anche quelli di sinistra.

Orban ha perso forza in Europa?

Ha fatto male i conti su Vladimir Putin e la guerra in Ucraina. Come Salvini o Le Pen, continua a seguire uno schema che viene da Mosca e che unisce la Brexit e i migranti come elemento di destabiliz­zazione della Ue. Orban in qualche modo è diventato uno strumento di Putin contro l’Occidente, ma questo che vantaggi porta all’Ungheria? Non ha più nella Ue un alleato come la Polonia che ora ha al governo un europeista come Donald Tusk. Certo, spera in Donald Trump, ma è un azzardo. È evidente inoltre che i leader europei hanno ormai imparato ad aggirare i suoi veti, come quando gli hanno detto di andarsi a prendere un caffè per poi approvare, senza di lui, gli aiuti all’Ucraina.

Il regno di Orban sta per finire? Ci vorrà tempo, ma il carisma di un solo uomo non può bastare per sempre, il potere esercitato per così tanti anni finisce per corrompere. E poi, per ogni regime, anche per quelli sostenuti dai carri armati sovietici, come noi ungheresi sappiamo bene, prima o poi arriva una fine.

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