Tesla: Musk fa il guru, ma adesso è necessario il rilancio delle vendite
Focus. Nonostante la brutta trimestrale il titolo ha fatto il botto. La scommessa è sull’auto elettrica a basso prezzo: ora, però, alle parole devono seguire i fatti
Da una parte i dati del primo trimestre del 2024 molto negativi. Dall’altra il titolo, in Borsa, che dopo la pubblicazione della trimestrale, ha spiccato il volo (+ 20,52% nelle due sedute successive). Si tratta del contesto paradossale che di recente ha caratterizzato il mondo di Tesla. Tanto che viene da chiedersi: cosa è accaduto? È successo che, nel mezzo, c’è stata la conference call di Elon Musk con gli investitori. Un incontro in cui il fondatore del gruppo ha recitato un duplice personaggio. Dapprima ha vestito i panni del manager, promettendo concreti sviluppi riguardo al business. Poi ha assunto il ruolo - a lui più congeniale- di visionario stratega. Un mix il quale fin qui è piaciuto a grande parte degli operatori.
Autovettura low cost
In particolare, riguardo all’attività concreta di produttore di auto, l’imprenditore sudafricano ha indicato che Tesla, nella prima parte del 2025, sarà in grado di lanciare il tanto atteso veicolo “low cost”. Il tema in oggetto, a ben vedere, non è privo di spine per il car maker statunitense. Da tempo, al fine di fare fronte anche alla frenata delle vendite - dovuta alla stessa concorrenza cinese -, la società ha indicato l’obiettivo della fabbricazione di un veicolo elettrico economico. Sennonché, all’inizio di aprile, la Reuters ha indicato come Tesla avesse abbandonato proprio il progetto dell’auto “low cost” ( il Model 2) da realizzare nei suoi impianti in Texas, India e un terzo Stato. Musk, da parte sua, ha reagito duramente: ha definito l’agenzia di stampa « bugiarda » . Poi, durante la discussione dei conti trimestrali, ha per l’appunto esposto i suoi piani. Un progetto che, in maniera sorprendente se si pensa al radicalismo di Musk, costituisce un compromesso. Il nuovo veicolo combinerà elementi sia dell’attuale piattaforma di produzione che di quella di “prossima generazione” in fase di sviluppo. In altre parole: i risparmi sui costi - su questo fronte- saranno inferiori a quanto stimato in precedenza, ma il gruppo avrà anche minori spese in conto capitale poiché non ci sarà l’apertura di nuove fabbriche dedicate al “low cost”.
Gli investitori
Il discorso, a vedere la reazione in Borsa, è stata musica per le orecchie degli investitori. Sennonché, a fronte delle defaillance dell’azienda sui nuovi prodotti ( basta pensare ai ritardi del Cybertruck) c’è chi sottolinea alcune perplessità. Il futuro veicolo low cost « porta con sé molte domande - scrive Ubs in un report - cui la società non ha realmente risposto » . Un primo quesito è: « cosa sono veramente » queste auto, « e a quale acquirente si rivolgono? » Inoltre, dice sempre Ubs - « un costo inferiore potrebbe non essere sufficiente a causa dei prezzi più bassi delle Tesla usate » . Infine: « qual è la tempistica? Elon Musk ha menzionato il 2025, ma Tesla ha avuto difficoltà nel lanciare anche prodotti rinnovati in passato » . Le perplessità della banca svizzera non sono isolate. Morgan Stanley sottolinea che « la nuova strategia di modello sembra chiaramente “ridimensionata” » . È un approccio « più simile al “miglioramento continuo” in stile Toyota o Kaizen (...) piuttosto che ad una grande » svolta. Un contesto dove, peraltro, « i cinesi potrebbero essere in grado di copiare rapidamente qualsiasi sviluppo di Electric Veicole ( EV) convenzionale ( non autonomo) » . Insomma: i dubbi ci sono.
L’opzione positiva
Vero! La Borsa - che rispetto al tema degli investimenti - ha sempre ragione, ha premiato l’approccio. Di più. Diversi analisti apprezzano la nuova via. « Penso sia positivo - spiega Elliot Johnson, Chief investment officer di Evolve Etf - che, da un lato, l’azienda non proceda a testa bassa in un progetto di espansione » delle fabbriche, ignorando le sfide del mercato; e che, dall’altro, « il nuovo modello sfrutti le linee produttive » già esistenti. « L’intenzione » , poi, « di velocizzare il lancio di nuovi modelli, compresi quelli più convenienti - fa da eco Madeline Ruid, Research Analyst di Global X -, potrebbe essere un segnale positivo » . Le case automobilistiche che nei prossimi due anni riusciranno a lanciare negli Usa « modelli EV a prezzi più accessibili, intorno ai 30mila dollari o meno, potrebbero ottenere un vantaggio competitivo » . Ciò detto, tuttavia, l’obiezione di fondo resta: all’interno della positività del mercato - rappresentato dal flusso rialzista in Borsa - ci sono voci discordanti. Commenti che, chi non è fedele adepto di Musk, deve tenere in considerazione.
La strategia visionaria
Già, tenere in considerazione. Rispetto alla conference call va rimarcato - ecco il secondo ruolo recitato dal manager sudafricano - un altro fronte. Quello della piattaforma d’Intelligenza artificiale e della guida autonoma. « Tesla è un’Artificial Intelligence company - ha sentenziato Musk-. Chi non crede che ( il gruppo, ndr) si avvii ad avere la ( guida) autonoma non deve investirci » .
Così molti sono stati i richiami al “Robo Taxi” ( la presentazione è attesa l’ 8 agosto) e alla tecnologia - basata sull’AI - di guida autonoma con il sistema Full Self- Driving ( FSD). Si tratta di alcune tessere del futuro ecosistema hi tech basato ( anche) sulla mobilità elettrica. Cioè: da una parte c’è un ampio mercato di veicoli elettrici con il FSD; e, dall’altra, lo stesso mercato è connesso a una rete alternativa ai tradizionali servizi di ride- hailing come Uber e Lyft ( dove i proprietari di Tesla possano prestare i loro stessi veicoli, quando non li usano). Il tutto - grazie alla stessa infrastruttura di produzione e stoccaggio energetico di Tesla - con minori costi e l’accessibilità ai servizi di mobilità basati sull’AI senza l’agente umano.
Inutile dire che anche questa visione ha colpito l’immaginario collettivo degli investitori. Soprattutto quelli che sono “fan” di Musk. « Tesla - rimarca Matteo Di Castelnuovo, docente di economia dell’energia alla sda Boconi - è uno dei pochi esempi di nuova azienda in grado, da un lato, di diventare importante; e, dall’altro, di rompere il dominio dei produttori tradizionali » . Quindi, « l’autorevolezza conquistata - al di là delle stravaganze dello stesso Musk - è ancora intatta » . Ciò detto, però, « in questo momento è necessario che, riguardo ai temi più di breve periodo quali l’auto “low cost”, alle parole seguano i fatti » . Anche perché rispetto al fronte dell’AI e del FSD - seppure Tesla abbia raggiunto importanti risultati - « i tempi, per ad esempio realizzare il massimo livello 5, sono ancora incerti » . Qui, infatti, « pesa non solo la tecnologia, bensì anche variabili esterne quali regolamentazione ed infrastruttura tecnologica » .
Dinamiche di business
Al di là di ciò, quali invece le prospettive del business dell’auto ( rispetto all’Energy vedere box sotto i grafici)? Per rispondere al quesito è utile ricordare i dati dell’ultimo trimestre. I ricavi complessivi sono scesi, rispetto allo stesso periodo del 2023, del 9% ( fatturato da auto - 13%). Il Gross margin GAAP ( 17,4%) è scivolato di 199 punti base mentre l’utile netto non GAAP ha perso il 48%. Infine: il free cash flow è stato negativo per 2,5 miliardi di dollari ( soprattutto in scia ai Capex infrastrutturali).
In un simile contesto Tesla non ha dato guidance per il 2024. Musk ha genericamente indicato di aspettarsi ricavi superiori a quelli del 2023. In altre parole: dovrebbe esserci una bella accelerazione delle vendite per più che controbilanciare la frenata dei primi tre mesi del 2024. Un target facile da centrare? Non proprio. Certo! Secondo l’Iea, il comparto delle auto elettriche - che nel primo trimestre del 2024 è cresciuto intorno al 25%- dovrebbe sull’intero anno essere contraddistinto da un’espansione robusta. E, però, larga parte dell’incremento ( oltre 10 milioni di nuovi veicoli elettrici) avverrà in Cina. Vale a dire: un Paese dove la concorrenza è molto forte, soprattutto a causa dei produttori locali. Quegli stessi car maker cinesi che, grazie a sovvenzioni ed abbattimento dei costi, portano loro la sfida in Occidente con veicoli a prezzi competitivi. Di conseguenza, gli obiettivi di Tesla sull’ autovettura “low cost” non paiono - per l’appunto così facili da centrare.
Infine: Tesla in Borsa. Secondo Bloomberg, il P/ e prospettico sul 2024 è 67. Quello di BYD è intorno a 17. Come dire: Tesla non è a sconto. Vero! Le due aziende - oltre al fatto che un singolo indicatore dice poco - hanno storie diverse e il confronto non è significativo. E, però, anche secondo Seeking Alpha le azioni non paiono essere a buon prezzo. Da un lato, il P/ e rettificato per la crescita degli utili non GAAP ( PEG) è 7,6 contro la mediana di settore di 1,5. Dall’altro, l’Ev in rapporto all’Ebitda è 31,2 ( 9,6 il settore di riferimento). Certo! Può ulteriormente obiettarsi che, visto il primato tecnologico ( ad esempio sull’AI), Tesla ha dei multipli da azienda hi tech. Questa considerazione, tuttavia, implica che la produzione di veicoli sia strumentale alla nascita di un’Artificial intelligence company. È la strategia visionaria di Musk. Un approccio che richiede un atto di fede. Nel passato ha ben funzionato. Non è sicuro, come mostra il calo in Borsa negli ultimi mesi, che il “credo” rimanga solido per sempre.