I GIOVANISSIMI CONOSCONO MEGLIO DI NOI I CHATBOT
« Distopia » . L’hanno scelta in pochi questa parola per descrivere l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla società ma alcuni l’hanno fatto. Loro sono studenti dal terzo, quarto e quinto anno di cinque scuole superiori di Mantova e provincia che venerdì scorso si sono confrontate in un dibattito “Oxford style” nell’ambito della prima edizione dello School Forum di Confindustria Mantova. Dodici speaker, 2 fazioni a confronto: i “centometristi”, che hanno promosso lo sviluppo accelerato dell’Ai, e i “maratoneti”, a favore di un’adozione più cauta e graduale, si sono confrontati sul palco sia presentando ciascuno le proprie tesi, sia rispondendo a domande, dubbi e sollecitazioni arrivate “a caldo” dalla platea. Non ha vinto nessuno, come era normale che fosse, ma ancora più interessante è che al termine del dibattito è stato chiesto al pubblico di studenti e professori di votare le due posizioni in campo. Il risultato è stato un sostanziale pareggio. Gli studenti, ciascuno con il proprio background – provengono tutti, appunto, da indirizzi scolastici molto differenti - hanno sollevato temi legati allo sviluppo e alle applicazioni dell’Ai: privacy, sicurezza dei dati, utilizzo in ambito biomedicale, machine learning, responsabilità in caso di errore, il rapporto fra etica e tecnologia, cosa può succedere nello studio e nel mondo del lavoro, l’impatto a livello di capacità cognitive. Ma alla fine sono pochi quelli che hanno cambiato opinione. Come dire, non sappiamo ancora bene che posizione prendere nei confronti dell’Ai. Non è chiaro come lavoreremo con i chatbot, se ci limiteremo a fungere da correttori di bozze di contenuti prodotti automaticamente o se saremo più liberi di dare una “intenzione” ai modelli di linguaggio di grandi dimensioni ( Llm). Sappiamo solo che l’Ai almeno tra i giovani è già percepita come qualcosa di ineluttabile.
La stessa sensazione l’abbiamo avuta leggendo il report “Futuri Probabili”, realizzato dalla Fondazione Leonardo- Civiltà delle Macchine sulla base di interviste a oltre mille ragazze e ragazzi di tutta Italia. Emerge che i lavori che i ragazzi lascerebbero fare alla macchina sono sostanzialmente quelli pesanti, pericolosi e ripetitivi ( edilizia, riparazioni, pulizie), settori nei quali si prevedono solo esigui margini di complementarietà umano- macchina nel prossimo futuro. Margini che invece crescono nelle professioni ritenute esclusivamente umane dalla maggioranza dei ragazzi: sanità e servizi sociali. Più acceso, invece, il dibattito sul “giudice robot” e sull’impiego dell’IA in campo pedagogico. Su Frontiers in Psychology uno studio ha messo a confronto tra l’intelligenza artificiale e gli psicologi nell’ambito della comprensione e della gestione delle emozioni e dei bisogni umani durante le sessioni di terapia. Risultato? ChatGpt- 4 avrebbe superato tutti gli psicologi umani partecipanti. « Ci credo poco – ha sorriso una studentessa tra il pubblico presente all’evento di Mantova -. Quando ho usato ChatGpt mi sono accorta che capisce tutto ma mi dà sempre ragione. Chi ti dà sempre ragione non potrà mai aiutarti davvero » .