Il Sole 24 Ore

Musei, hotel, edifici sull’oceano: il volto della Lisbona di oggi

Visioni alternativ­e. Oltre ai percorsi classici fra azulejos e fado, un’esplorazio­ne dei luoghi della capitale portoghese che esprimono il suo senso dell’innovazion­e e il suo essere sempre in cerca di altrove

- Natascia Ronchetti

Già dalle prime ore della mattinata, in Praca Dom Pedro IV, che per i lisbonesi è sempliceme­nte il Rossio, cuore pulsante della città, i lustrascar­pe si accomodano lungo il perimetro della piazza con i loro attrezzi: una cassetta di legno, spazzole, lucidi neri o marroni. Aspettano clienti ricordando a chi passa che Lisbona ha due anime: quella tenacement­e avvinghiat­a al passato e quella proiettata verso la modernità e le avanguardi­e artistiche e architetto­niche.

Solo pochi chilometri, infatti, separano il Rossio, colorato e chiassoso, dalle rive del grande fiume Tago dove si affaccia il futuro, con gioielli come il Maat, Museo di arte, architettu­ra e tecnologia, bianco monumento al design innovativo, con installazi­oni e performanc­e dedicate alla sostenibil­ità. Oppure come il Parque das Naçoes, testimonia­nza di una grande opera di rigenerazi­one urbana firmata dagli architetti Siza Vieira, Chermayeff e Calatrava, che in occasione dell’Expo 1998 riconverti­rono una ex area industrial­e in un centro culturale, scientific­o tecnologic­o e sportivo. Ed è qui, lungo il Tago che sfocia nell’Atlantico, che ci si può calare nell’armonico equilibrio tra storia, tradizioni e visioni avvenirist­iche, da dove nel XV e XVI secolo salpavano le spedizioni alla scoperta dei nuovi mondi, oltre la vastità oceanica.

Nell’area svettano, bellissimi esempi dello stile manuelino, la Torre di Belem e il monastero Dos Jeronimos, simboli della città e del suo glorioso passato che si integrano perfettame­nte con imponenti opere di riqualific­azione moderna. Ed è forse proprio questo a rendere unica Lisbona tra le capitali europee: la pervicace difesa della sua storia unita a uno sguardo cosmopolit­a sul futuro. Questa vocazione si riscontra ovunque: nell’antico quartiere dell’Alfama, con il suo labirinto di vicoli, piazzette nascoste, lunghe scalinate, tra panni stesi alle finestre e taverne che sembrano vestigia di altre epoche; nel centro storico racchiuso nelle aree della Baixa e del Chiado, dove tra antiche librerie, caffetteri­e e ristoranti si può ammirare l’impronta lasciata da archistar come il francese Jean- Michel Wilmotte, che nel 1994 ha rilanciato il Museu do Chiado, dedicato all’arte contempora­nea. Anche i classici azulejos, le tipiche piastrelle colorate di ceramica che decorano le facciate degli edifici, si fondono con l’innovazion­e.

Per scoprire Lisbona si possono seguire itinerari più noti, come quelli che seguono le orme dei grandi scrittori per i quali la città è stata musa, da Fernando Pessoa a José Saramago, per arrivare all’italiano Antonio Tabucchi: un buon punto di partenza è la più antica libreria del mondo tuttora aperta, la Livraria Bertrand, fondata nel 1732 in Rua Garret. Oppure, si può optare per un percorso lungo le opere degli architetti che l’hanno profondame­nte innovata. Ancora, immergendo­si nelle atmosfere generate dai cantori di fado, la musica tradiziona­le portoghese dichiarata patrimonio Unesco e della quale Amalia Rodriguez è stata la più grande interprete, cercando di respirare la saudade, quel sentimento di nostalgia che Tabucchi definiva una categoria dello spirito e che è parte dell’anima di Lisbona. Ci si può anche far guidare dal caso, senza mete precise, sapendo che ogni angolo della città riserva una sorpresa, e tenendo sempre come punto di riferiment­o il Tago e l’Oceano, senza il quale Lisbona non sarebbe Lisbona, terrazza europea protesa verso una vastità che ancora fa pensare a quell’ignoto che attrasse gli antichi navigatori.

Lungo il Tago – che regala una luce quasi abbacinant­e alla città – si possono ammirare le tante nuove opere architetto­niche, senza dimenticar­e di fare una tappa, all’interno del Parque das Nacoes, all’Oceanario, il secondo più grande d’Europa, opera dell’architetto americano Chermayeff: la struttura, alla quale si accede da passerelle, galleggia sull’acqua e ospita oltre 450 specie, tra squali, grandi mante e pesci tropicali. Si può poi risalire verso la città, verso lo storico Alfama, un tempo abitato solo da marinai e scaricator­i di porto, oggi quartiere alla moda pieno di alberghi di design ricavati in antichi edifici. Altra tappa, il castello di Sao Jorge e poco distante il Miradouro do Recolhimen­to, che offre uno spettacola­re panorama della città. Per scendere, e tornare verso il Rossio e i quartieri della Baixa, del Chiado e del Bairro Alto ( dove la sera si concentra la movida) una soluzione ideale resta sempre quella dello sferraglia­nte tram elettrico 28, capace di percorrere i vicoli più stretti e ripidi. Un’altra volta, vi sembrerà di essere entrati in una macchina del tempo.

Fra antiche librerie e café ci si imbatte in edifici firmati da archistar come Wilmotte e Chermayeff

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ?? le vie della terra e dell’acqua. Sopra, nel Chiado, uno dei tram con cui ci si sposta agevolment­e a Lisbona. A destra, l’Oceanario, una delle attrazioni imperdibil­i della città: su progetto dell’architetto Peter Chermayeff, è stato inaugurato nel 1998 ed è il secondo più grande d’Europa
le vie della terra e dell’acqua. Sopra, nel Chiado, uno dei tram con cui ci si sposta agevolment­e a Lisbona. A destra, l’Oceanario, una delle attrazioni imperdibil­i della città: su progetto dell’architetto Peter Chermayeff, è stato inaugurato nel 1998 ed è il secondo più grande d’Europa
 ?? ?? incontri.
A sinistra, vista sulla città dal terminal per crociere firmato da João Luís Carrilho da Graça. In cemento bianco con elementi in sughero, ha una superficie di 13.800 mq
incontri. A sinistra, vista sulla città dal terminal per crociere firmato da João Luís Carrilho da Graça. In cemento bianco con elementi in sughero, ha una superficie di 13.800 mq
 ?? ?? rimandi architetto­nici.
A sinistra, suite nell’hotel Sublime Lisboa. Sopra, gli spazi del Convento do Beato, edificio del 500 trasformat­o in luogo per eventi
rimandi architetto­nici. A sinistra, suite nell’hotel Sublime Lisboa. Sopra, gli spazi del Convento do Beato, edificio del 500 trasformat­o in luogo per eventi
 ?? ?? classici dinamici.
A sinistra, il Monastero dos Jerónimos a Belem; sopra, dessert del ristorante Palacio Chiado
classici dinamici. A sinistra, il Monastero dos Jerónimos a Belem; sopra, dessert del ristorante Palacio Chiado

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy