Pratiche sleali, sanzioni ridotte per chi si ravvede
Ricorso all’esercito contro la peste suina Brucellosi: ok al commissario
Giro di vite contro le pratiche sleali nell’ agroalimentare. Il Il provvedimento vaprovvedimento varato ieri dal Governo sancisce un salto di qualità sul fronte della lotta alle pratiche sleali. Un tema sul quale l’Italia ha fatto da apripista in Europa dotandosi per prima ( nel 2005) di una normativa in materia e stimolando la riflessione a Bruxelles che ha portato nel 2019 all’adozione di una normativa comunitaria sulle pratiche sleali. Adesso un nuovo salto di qualità con l’ affida mennuovo salto diqualità conl’ affidamento a Ismea ( Istituto di servizi per il mercato e l’ analisi dell’economia agraria) del compito di definire filiera per filiera il costo medio di produzione. « Ismea forniràqu indi–fornirà quindi–ha spiegato Lollobrig ida–un punto di riferimento che consentirà di individuare nei contratti di compravendita dei prodotti agroalimentari se un prezzo corrisposto sia inferiore al costo di produzione. In tal caso scatteranno i controlli specifici da parte degli organismi competenti » .
Nel decreto varato ieri due importanti provvedimenti poi in materia zootecnica. Da un lato, in tema di peste suina africana è stato confermato il ricorso all’esercito per realizzare gli obiettivi fissati dal piano di contenimento dei cinghiali varato dal Commissario Straordinario alla peste suina. Un corpo di 177 unità sarà quindi impegnato nelle azioni di contenimento della popolazione di cinghiali considerati il principale vettore della malattia che mette a rischio gli allevamenti di suini di Emilia Romagna e Lombardia e con loro una filiera strategica dell’alimentare made in Italy.
Infine viene previsto un nuovo Commissario Straordinario, quello alla brucellosi, una zoonosi che colpisce i capi bovini, bufalini e ovicaprini. In anni recenti la malattia si è diffusa soprattutto tra gli allevamenti bufalini del Mezzogiorno bacino produttivo della Mozzarella di Bufala Campana. La misura risponde alle richieste del mondo allevatoriale che ha sempre contestato la politica degli abbattimenti che in base alla legge hanno colpito non solo i capi infetti ma anche quelli sani ma considerati veicolo della malattia.