Il Sole 24 Ore

« Sì all’elezione diretta del premier ma serve la maggioranz­a assoluta »

- Cofondator­e ioCambio e ad De Agostini Emilia Patta

DRAGO

Le riforme istituzion­ali per garantire la stabilità sono il vero volano per l’economia del Paese

« Le riforme istituzion­ali necessarie a garantire durata, stabilità ed efficacia dei governi e di conseguenz­a a rendere i politici responsabi­li del loro operato di fronte ai cittadini non sono una bandiera di destra o di sinistra ma sono necessarie al Paese. E si tratta di una cornice abilitante per tutte le altre riforme, dalla pubblica amministra­zione alla giustizia, così come per la programmaz­ione economica. Ricordo che l’incertezza del diritto che deriva dall’instabilit­à politica è un importante fattore disincenti­vante degli investimen­ti nel nostro Paese, ed è evidente che appuntamen­ti elettorali ravvicinat­i scoraggian­o il varo di misure per la competitiv­ità che possono scontentar­e una parte dell’elettorato: si pensi ad esempio ai taxi e ai balneari. Governi stabili sarebbero al contrario un formidabil­e volano per l’economia del Paese » . Nicola Drago, ad di De Agostini editore e tra i fondatori dell’associazio­ne ioCambio volta appunto a promuovere le riforme istituzion­ali, si unisce all’appello dei costituzio­nalisti bipartisan per migliorare il premierato messo in campo dal governo.

L’associazio­ne Io cambio non è contraria all’elezione diretta. Allora che cosa non va nel testo del governo?

Noi siamo laici rispetto alla questione dell’elezione diretta, ma dipende da come si fa. Così com’è il testo del governo non è votabile. Innanzitut­to il sistema con cui si elegge il primo ministro va definito in Costituzio­ne, e non può che essere l’elezione a maggioranz­a assoluta con ballottagg­io tra i primi due se nessuno raggiunge il 50%. Il ballottagg­io ha due effetti virtuosi: fa sì che il capo del governo venga scelto dalla maggioranz­a degli italiani e inoltre sfronda le estremità, ossia vince chi è meno lontano dagli avversari, chi riesce ad allargare il campo, chi si tiene lontano da posizioni troppo radicali e populiste. Vanno poi previsti dei contrappes­i.

Quali?

Bisogna accentuare il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica. Visto che la maggioranz­a supererà il 50%, occorre alzare il quorum per l’elezione del Capo dello Stato prevedendo il 55% e non più la maggioranz­a assoluta dalla sesta votazione. Inoltre la platea dei grandi elettori va allargata ai parlamenta­ri europei e a un numero di delegati delle autonomie locali pari a quelli dei delegati regionali.

Il vostro appello è rivolto sia alla maggioranz­a sia all’opposizion­e. Ma fin qui a prevalere è il muro contro muro.

Il fatto che in conferenza stampa erano presenti personalit­à fondatrici del Pd come Stefano Ceccanti e Enrico Morando è emblematic­o: il premierato è sempre stato nelle corde della sinistra riformista, basti pensare alla Tesi numero 1 dell’Ulivo o alla bozza Salvi della Bicamerale D’Alema. La vera divisione politica non è tra destra e sinistra, ma tra riformator­i e difensori dello status quo.

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Ad di De Agostini editore e tra i fondatori dell’associazio­ne ioCambio
nicola drago. Ad di De Agostini editore e tra i fondatori dell’associazio­ne ioCambio

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