« Sì all’elezione diretta del premier ma serve la maggioranza assoluta »
DRAGO
Le riforme istituzionali per garantire la stabilità sono il vero volano per l’economia del Paese
« Le riforme istituzionali necessarie a garantire durata, stabilità ed efficacia dei governi e di conseguenza a rendere i politici responsabili del loro operato di fronte ai cittadini non sono una bandiera di destra o di sinistra ma sono necessarie al Paese. E si tratta di una cornice abilitante per tutte le altre riforme, dalla pubblica amministrazione alla giustizia, così come per la programmazione economica. Ricordo che l’incertezza del diritto che deriva dall’instabilità politica è un importante fattore disincentivante degli investimenti nel nostro Paese, ed è evidente che appuntamenti elettorali ravvicinati scoraggiano il varo di misure per la competitività che possono scontentare una parte dell’elettorato: si pensi ad esempio ai taxi e ai balneari. Governi stabili sarebbero al contrario un formidabile volano per l’economia del Paese » . Nicola Drago, ad di De Agostini editore e tra i fondatori dell’associazione ioCambio volta appunto a promuovere le riforme istituzionali, si unisce all’appello dei costituzionalisti bipartisan per migliorare il premierato messo in campo dal governo.
L’associazione Io cambio non è contraria all’elezione diretta. Allora che cosa non va nel testo del governo?
Noi siamo laici rispetto alla questione dell’elezione diretta, ma dipende da come si fa. Così com’è il testo del governo non è votabile. Innanzitutto il sistema con cui si elegge il primo ministro va definito in Costituzione, e non può che essere l’elezione a maggioranza assoluta con ballottaggio tra i primi due se nessuno raggiunge il 50%. Il ballottaggio ha due effetti virtuosi: fa sì che il capo del governo venga scelto dalla maggioranza degli italiani e inoltre sfronda le estremità, ossia vince chi è meno lontano dagli avversari, chi riesce ad allargare il campo, chi si tiene lontano da posizioni troppo radicali e populiste. Vanno poi previsti dei contrappesi.
Quali?
Bisogna accentuare il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica. Visto che la maggioranza supererà il 50%, occorre alzare il quorum per l’elezione del Capo dello Stato prevedendo il 55% e non più la maggioranza assoluta dalla sesta votazione. Inoltre la platea dei grandi elettori va allargata ai parlamentari europei e a un numero di delegati delle autonomie locali pari a quelli dei delegati regionali.
Il vostro appello è rivolto sia alla maggioranza sia all’opposizione. Ma fin qui a prevalere è il muro contro muro.
Il fatto che in conferenza stampa erano presenti personalità fondatrici del Pd come Stefano Ceccanti e Enrico Morando è emblematico: il premierato è sempre stato nelle corde della sinistra riformista, basti pensare alla Tesi numero 1 dell’Ulivo o alla bozza Salvi della Bicamerale D’Alema. La vera divisione politica non è tra destra e sinistra, ma tra riformatori e difensori dello status quo.