Il momento di Ursula von der Leyen, la più riconoscibile
Commissione europea
La lista di riforme che l’Unione europea deve fare è lunga. Con la guerra in corso in Ucraina e Gaza, e il raffreddamento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti, l’Ue ha la necessità di integrare il settore della difesa per affrontare le nuove sfide geopolitiche. L’unione economica e monetaria potrebbe non essere sostenibile senza una maggiore integrazione fiscale e un rafforzamento del Mercato unico europeo. Le nuove tecnologie devono essere sfruttate per generare prosperità per la prossima generazione. L’Ue a 27 si è impegnata ad allargarsi a 30 o più Stati membri.
Eppure, l’affluenza alle elezioni europee è sempre bassa, anche perché il loro esito ha un impatto limitato sull’orientamento della Commissione e sulla scelta del suo vertice. Però si sta per aprire una finestra di opportunità, e i leader europei dovrebbero sfruttarla. I precedenti presidenti della Commissione Ue, come Jean- Claude Juncker o José Manuel Barroso, erano sconosciuti alla gran parte del pubblico. Ma la nostra ultima rilevazione, www. eupinions. eu, indica che oggi una grande maggioranza di europei sa che Ursula von der Leyen è al vertice della Commissione: la politica tedesca ha catturato l’attenzione degli elettori come nessun altro capo dell’Ue prima di lei. Quasi il 75% conosce il suo nome e riconosce il suo volto.
L’attenzione pubblica alle risposte coordinate dell’Ue alle due principali crisi che si sono sviluppate durante il suo primo mandato quinquennale – la pandemia di Covid- 19 e la guerra in Ucraina – sembra aver avuto un ruolo nel darle una riconoscibilità molto maggiore di quella dei suoi predecessori, come Jean- Claude Juncker, che ha aveva una notorietà del 40 per cento.
Il profilo così marcato di Von der Leyen è stato anche oggetto di critiche. Per esempio, per la sua tendenza ad agire da sola. Durante un viaggio non programmato in Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre, ha espresso sostegno incondizionato al Paese nella sua battaglia contro Hamas. Una simile nettezza sarebbe stata appropriata per il presidente degli Stati Uniti, ma non per quello della Commissione, visto che gli Stati membri dell’Ue non hanno un approccio uniforme sulla questione. Il principale diplomatico dell’Ue, Josep Borrell, ha rimproverato pubblicamente Von der Leyen per non aver lavorato a una posizione comune per l’intera Ue.
La riconoscibilità di Von der Leyen non garantisce la vittoria alle elezioni di giugno ai partiti che compongono la “grande coalizione” che l’ha sostenuta nel primo mandato: socialdemocratici, conservatori e liberali. Al contrario, è probabile che assisteremo a una virata del nuovo Parlamento verso l’estrema destra.
Tuttavia, queste elezioni offrono anche un’opportunità. Von der Leyen, il cui retroterra politico è nel partito conservatore della Cdu in Germania, è il “candidato principale” del Partito popolare europeo di centrodestra, che i sondaggi indicano rimarrà il gruppo più grande nella nuova legislatura. Questo dovrebbe garantire la sua riconferma della presidente della Commissione.
Inoltre, visto il marcato profilo pubblico di Von der Leyen, per la prima volta gli elettori dovrebbero percepire un collegamento più chiaro tra il loro ruolo nell’elezione diretta del parlamento e il processo di nomina del presidente della Commissione, l’ufficio politico più potente dell’Ue. Questo legame fornirà un mandato politico chiaro.
Se confermata al suo posto, Von der Leyen potrebbe ispirarsi al più noto dei suoi predecessori, il socialista francese Jacques Delors. Nel suo secondo mandato, Delors si dedicò a un piano per l’unione economica e monetaria e avviò il processo che portò al Trattato di Maastricht del 1992. Von der Leyen deve proporre un’agenda di riforme altrettanto ambiziosa.
Queste riforme saranno più difficili con 27 Stati membri rispetto alla dozzina dei tempi di Delors. Tuttavia, a differenza di Delors, Von der Leyen potrà farsi forte di un sostegno degli elettori europei.
Nessuna riforma istituzionale, per quanto ben progettata, renderà immediatamente l’Ue pronta ad affrontare le sfide che l’attendono. Ma con un ulteriore allargamento del numero di Stati membri all’orizzonte, è meglio che i leader europei progettino e approvino ora riforme che rafforzeranno la capacità di azione dell’Ue.
Per riuscirci, possono contare su Ursula von der Leyen, che è un’abile mediatrice e che ha dato un volto pubblico all’esecutivo dell’Ue. Se i leader nazionali la sosterranno, lei potrà realizzare il cambiamento del quale una Ue in espansione ha disperatamente bisogno.