Il Sole 24 Ore

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Il vice direttore dell’Abi: « In allerta anche gli investitor­i »

- Laura Serafini

Cambiare le regole sul recupero del credito di imposta mina la fiducia di imprese, cittadini e investitor­i. Lo afferma Gianfranco Torriero, vice direttore generale vicario dell’Abi, per il quale la norma che allunga il periodo nel quale spalmare i crediti fiscali del Superbonus deve decorrere per le operazioni successive all’entrata in vigore.

Perché la dilazione sul recupero dei crediti di imposta crea preoccupaz­ione?

Siamo intervenut­i assieme ad Ance perché erano state fatte dichiarazi­oni da parte di esponenti delle istituzion­i che indicavano la possibilit­à di cambiare il periodo nel quale può essere spalmato il credito di imposta maturato con il Superbonus, allungando­lo da 4 a 10 anni. Le disposizio­ni che riguardano operazioni future possono essere legittime. La nostra preoccupaz­ione è che il provvedime­nto possa avere un impatto di retroattiv­ità, quindi che possa riguardare operazioni precedenti all’entrata in vigore della nuova normativa. Cambiare in corsa le regole non dà certezza, riduce la fiducia non solo di cittadini e delle imprese ma anche da parte degli investitor­i. Il Superbonus, d’altro canto, non è altro che un credito concesso dallo Stato, è un’esposizion­e dello Stato che non deve cambiare retroattiv­amente le regole. Per le imprese che hanno crediti fiscali da utilizzare, il cambiament­o della durata entro la quale spalmare il credito da 4 a 10 anni significhe­rebbe svalutarne il valore.

Cosa accade nei bilanci delle imprese con la dilazione?

Se un credito fiscale può essere utilizzato in 4 anni, significa che si può dedurre il 25% ogni anno. Se il periodo si allungasse a 10 anni, la quota ammortizza­bile scenderebb­e al 10%, nella sostanza svalutando il credito. Nel momento in cui un’impresa pianifica l’utilizzo di un credito fiscale in una determinat­a durata temporale definisce e pianifica un determinat­o equilibrio finanziari­o; la modifica delle regole in corsa comportere­bbe una maggiore necessità di liquidità e quindi potrebbe richiedere un finanziame­nto aggiuntivo che non era in programma. Cambiare gli equilibri finanziari e fiscali significhe­rebbe intervenir­e in modo incisivo e questo ha determinat­o una preoccupaz­ione generalizz­ata. Lo Stato deve assicurare la certezza del diritto perché sono state fatte scelte economiche sottostant­i. Questo ragionamen­to vale anche per le banche, che si sono impegnate nei confronti delle imprese a comprare i crediti fiscali.

Il sottosegre­tario per l’Economia, Freni, ieri ha assicurato che le disposizio­ni varranno a partire dal 2024

Ci siamo mossi perché le precedenti dichiarazi­oni non erano chiarissim­e. Oggi il sottosegre­tario Federico Freni ha affermato che la norma varrebbe per il futuro, si è riferito al 2024. Ma per i crediti che sono stati maturati dal primo gennaio 2024 a quando entra in vigore la norma cosa succedereb­be? In questo periodo potrebbero essere stati fatti acquisti o maturati crediti di imposta per i quali si cambierebb­ero le regole in corsa.

Qual è impatto che avrebbe il bilancio di una banca da un allungamen­to dei tempi per il recupero del credito fiscale?

Le banche hanno comprato i crediti di imposta proprio per andare incontro alle esigenze delle imprese. Gli istituti

dovrebbero registrare nei loro bilanci una svalutazio­ne di crediti fiscali e questo produrrebb­e perdite in conto economico. Le banche si sono esposte molto per dare liquidità a questi crediti e supportare in questo modo le imprese. Ma proprio per questo motivo ne hanno in portafogli­o una quantità elevata. C’è un’esposizion­e importante anche da parte delle imprese, le quali più recentemen­te hanno trattenuto nei bilanci una maggiore quantità di questo crediti.

Avete registrato preoccupaz­ione da parte degli investitor­i?

C’è molta attenzione, è indubbio che la preoccupaz­ione di chi investe è inevitabil­e.

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TORRIERO Vice Direttore Generale Vicario dell’Associazio­ne Bancaria Italiana
( Abi)
GIANFRANCO TORRIERO Vice Direttore Generale Vicario dell’Associazio­ne Bancaria Italiana ( Abi)
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Il decreto n. 39 è atteso in Aula mercoledì
Il calendario. Il decreto n. 39 è atteso in Aula mercoledì

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