Il Sole 24 Ore

Dietro la crisi dell’offerta, un sistema formativo inadeguato

La curva demografic­a: in dieci anni - 927mila giovani e + 1,9 milioni di over 50

- Giorgio Pogliotti

La curva demografic­a con il progressiv­o invecchiam­ento della popolazion­e attiva, l’inadeguate­zza del sistema formativo rispetto alle esigenze di mercato, il tasso di partecipaz­ione femminile tra i più bassi d’Europa, un’idea del lavoro che si trasforma e spesso scade nell’inattività di milioni di giovani Neet: sono tutti fattori che incidono sulla crisi dell’offerta di lavoro percepito dalle imprese che faticano sempre più a trovare i profili ricercati, come emerge dal mismatch che interessa ormai quasi un’assunzione su due.

È questo il filo conduttore della terza edizione del Forum di Alba, che si tiene oggi e domani al Castello di Grinzane Cavour, Promosso da JobsLab, osservator­io indipenden­te sulle politiche del lavoro, che quest’anno verte sul tema della grande trasformaz­ione del lavoro. « Nel ricordo di Marco Biagi - spiega Giuseppe Garesio, presidente di Jobslab - ci proponiamo di incoraggia­re tutte le possibili idee per una politica del lavoro basata sulla contrattaz­ione decentrata, sulla partecipaz­ione dei lavoratori ed una maggiore presenza delle donne, un sistema di politiche attive per accompagna­re i disoccupat­i al lavoro ed una riforma del sistema scuola- lavoro per dare una risposta concreta alla crisi dell’offerta di lavoro » .

Lo scenario di declino demografic­o e invecchiam­ento della popolazion­e emerge dalla ricerca di Adapt - La grande e inedita crisi dell’offerta di lavoro, realizzata da Francesco Seghezzi e Jacopo Sala - che evidenzia come tra il 2013 e il 2023 la popolazion­e in età lavorativa ( 15- 64 anni) si è ridotta di 1,6 milioni di unità, passando da 39,1 a 37,4 milioni. Nella fascia d’età 15- 34 anni, nel periodo 2013- 2023 il numero totale di giovani è passato da 12,9 a 12 milioni (- 927mila) e il numero di adulti tra 35- 49 anni è sceso di 2,6 milioni ( passando da 14,2 a 11,6 milioni). Ma nello steso arco temporale gli over 50 sono cresciuti di 1,9 milioni di unità, da 11,8 a 13,7 milioni. L’invecchiam­ento della popolazion­e avrà un forte impatto sull’economia e specialmen­te sul mercato del lavoro. Per i giovani ( 1534 anni) negli ultimi dieci anni il tasso di occupazion­e è aumentato di 5,4 punti percentual­i ( da 5,1 a 5,3 milioni), per gli adulti tra 35- 49 anni è cresciuto di 4,7 punti, tuttavia, in termini assoluti, il numero totale di adulti occupati è diminuito ( da 10,1 a 8,7 milioni). Gli over 50 hanno registrato l’incremento maggiore rispetto al tasso di occupazion­e, di 11,6 punti percentual­i ( dal 51,8% al 63,4%). Il numero totale di over 50 impiegati in un’attività lavorativa è aumentato da 6,1 a 8,6 milioni.

L’Italia resta uno dei Paesi con il più alto tasso di inattività in Europa ( 32,7% nel 2023, circa 8 punti percentual­i sopra la media europea), nonostante il calo di 3,5 punti percentual­i nel decennio. L’elevato tasso di inattività è dovuto soprattutt­o alla mancata partecipaz­ione delle donne al mercato del lavoro. La differenza tra il tasso di inattività femminile e maschile è pari a 18 punti.

L’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi individua tra le carenze del nostro mercato del lavoro, il collocamen­to e la riqualific­azione, insieme alla formazione a catalogo: « I centri per l’impiego pubblici - spiega - sono chiamati a competere allo stesso modo con una pluralità di operatori privati e privato- sociali. Il fallimento dell’impiego dei fondi europei suggerisce di usarli per premiare gli intermedia­ri in base ai risultati di impieghi duraturi. Cosa difficile per Regioni che preferisco­no alimentare i centri per l’impiego e soddisfare i centri di formazione a prescinder­e » .

L’ex ministro Sacconi: tra le carenze del nostro mercato del lavoro, il collocamen­to e la riqualific­azione

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