Dietro la crisi dell’offerta, un sistema formativo inadeguato
La curva demografica: in dieci anni - 927mila giovani e + 1,9 milioni di over 50
La curva demografica con il progressivo invecchiamento della popolazione attiva, l’inadeguatezza del sistema formativo rispetto alle esigenze di mercato, il tasso di partecipazione femminile tra i più bassi d’Europa, un’idea del lavoro che si trasforma e spesso scade nell’inattività di milioni di giovani Neet: sono tutti fattori che incidono sulla crisi dell’offerta di lavoro percepito dalle imprese che faticano sempre più a trovare i profili ricercati, come emerge dal mismatch che interessa ormai quasi un’assunzione su due.
È questo il filo conduttore della terza edizione del Forum di Alba, che si tiene oggi e domani al Castello di Grinzane Cavour, Promosso da JobsLab, osservatorio indipendente sulle politiche del lavoro, che quest’anno verte sul tema della grande trasformazione del lavoro. « Nel ricordo di Marco Biagi - spiega Giuseppe Garesio, presidente di Jobslab - ci proponiamo di incoraggiare tutte le possibili idee per una politica del lavoro basata sulla contrattazione decentrata, sulla partecipazione dei lavoratori ed una maggiore presenza delle donne, un sistema di politiche attive per accompagnare i disoccupati al lavoro ed una riforma del sistema scuola- lavoro per dare una risposta concreta alla crisi dell’offerta di lavoro » .
Lo scenario di declino demografico e invecchiamento della popolazione emerge dalla ricerca di Adapt - La grande e inedita crisi dell’offerta di lavoro, realizzata da Francesco Seghezzi e Jacopo Sala - che evidenzia come tra il 2013 e il 2023 la popolazione in età lavorativa ( 15- 64 anni) si è ridotta di 1,6 milioni di unità, passando da 39,1 a 37,4 milioni. Nella fascia d’età 15- 34 anni, nel periodo 2013- 2023 il numero totale di giovani è passato da 12,9 a 12 milioni (- 927mila) e il numero di adulti tra 35- 49 anni è sceso di 2,6 milioni ( passando da 14,2 a 11,6 milioni). Ma nello steso arco temporale gli over 50 sono cresciuti di 1,9 milioni di unità, da 11,8 a 13,7 milioni. L’invecchiamento della popolazione avrà un forte impatto sull’economia e specialmente sul mercato del lavoro. Per i giovani ( 1534 anni) negli ultimi dieci anni il tasso di occupazione è aumentato di 5,4 punti percentuali ( da 5,1 a 5,3 milioni), per gli adulti tra 35- 49 anni è cresciuto di 4,7 punti, tuttavia, in termini assoluti, il numero totale di adulti occupati è diminuito ( da 10,1 a 8,7 milioni). Gli over 50 hanno registrato l’incremento maggiore rispetto al tasso di occupazione, di 11,6 punti percentuali ( dal 51,8% al 63,4%). Il numero totale di over 50 impiegati in un’attività lavorativa è aumentato da 6,1 a 8,6 milioni.
L’Italia resta uno dei Paesi con il più alto tasso di inattività in Europa ( 32,7% nel 2023, circa 8 punti percentuali sopra la media europea), nonostante il calo di 3,5 punti percentuali nel decennio. L’elevato tasso di inattività è dovuto soprattutto alla mancata partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La differenza tra il tasso di inattività femminile e maschile è pari a 18 punti.
L’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi individua tra le carenze del nostro mercato del lavoro, il collocamento e la riqualificazione, insieme alla formazione a catalogo: « I centri per l’impiego pubblici - spiega - sono chiamati a competere allo stesso modo con una pluralità di operatori privati e privato- sociali. Il fallimento dell’impiego dei fondi europei suggerisce di usarli per premiare gli intermediari in base ai risultati di impieghi duraturi. Cosa difficile per Regioni che preferiscono alimentare i centri per l’impiego e soddisfare i centri di formazione a prescindere » .
L’ex ministro Sacconi: tra le carenze del nostro mercato del lavoro, il collocamento e la riqualificazione