Cosulich: « La città rischia la marcia indietro, resti il focus su infrastrutture »
Quel che sta accadendo a Genova rischia di far perdere alla città « lo sprint » che aveva acquistato negli ultimi anni e di farle innestare « la marcia indietro » . A lanciare l’allarme è Augusto Cosulich, imprenditore dello shipping e della logistica, alla guida del gruppo Fratelli Cosulich. Il suo nome ( ma lui non è indagato) è comparso nelle intercettazioni relative all’inchiesta sul governatore ligure Giovanni Toti, per alcune conversazioni telefoniche con Aldo Spinelli, di cui, conferma, è amico di lunga data. Il fatto di essere stato tirato in ballo, con quelle registrazioni rese pubbliche, da un lato lo fa indignare e dall’altro lo spinge a spiegare la sua posizione.
Con Spinelli parlavate spesso? Sono quarant’anni che ci conosciamo e ci parliamo due volte al giorno. Aldo è un mio amico del cuore e non lo negherò mai. Quel che mi colpisce è che abbiano preso stralci di telefonate in cui scherzavamo su tutto, comprese le cene elettorali. Gli ho detto che avevo invitato 20 persone alla cena di Toti, per provocarlo scherzosamente. In realtà, poi ci sono andato solo. Chissà quante altre cose ci siamo detti! Ma dei suoi affari non so assolutamente nulla, perché, come succede spesso tra amici, lui non mi parlava mai delle cose personali di business. Da parte mia, poi, sfido chiunque a trovare una mail o una telefonata in cui chiedo qualcosa a Toti o a Paolo Signorini ( l’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona, ndr). Tra l’altro, il nostro gruppo, a Genova, non ha nulla.
Però c’è la Fratelli Cosulich. Certo, c’è l’azienda, che ha sede legale a Trieste e quartier generale e management, me compreso, a Genova, dove i miei genitori e mio zio si sono stabiliti, dopo la seconda guerra mondiale, e dove io sono nato. Ma, detto questo, a Genova non abbiamo immobilizzazioni: non abbiamo terminal, non abbiamo depositi, non abbiamo concessioni. Sono fuori Genova anche le nostre navi, le acciaierie e la società di logistica Trasgo. Le nostre attività sono a Milano, a Venezia, a
Trieste, a Napoli e poi in giro per il mondo. Insomma, anche volendo, non avrei alcun motivo per chiedere aiuto, o appoggio a istituzioni e politici della Liguria. Per questo sono infastidito da questo interessamento alla mia vita privata.
D’accordo, ma che effetti pensa che avrà questa inchiesta su Genova?
Devo premettere, innanzitutto, che ho fiducia nella magistratura, che farà sicuramente un ottimo lavoro. Fermo restando che sono anche garantista e penso che una persona non sia colpevole fino a quando, su una vicenda giudiziaria, non viene scritta la parola fine. Detto questo, chiaramente l’attuale situazione crea un gran subbuglio nell’imprenditoria e nell’attività economica della Liguria: per certi versi si viene a guastare il rapporto tra imprenditori e politica. Quindi è possibile che molte iniziative che stavano nascendo a Genova, ora frenino. La città, in questi ultimi anni, è
La magistratura deve fare il suo lavoro ed è giusto che lo faccia. Però cerchiamo di fare presto
rinata e cambiata, grazie a una grande attività imprenditoriale e anche a una grande attività politica, in particolare del sindaco, Marco Bucci. La mia paura, come imprenditore, è che questo processo, in qualche modo, si possa fermare. Speriamo che non accada. La Regione, poi, è importante nel governo del territorio. Ci sono iniziative che devono essere portate avanti: la diga foranea, la questione dei depositi chimici e quella dell’aeroporto, il ribaltamento a mare di Fincantieri. Ci sono tante cose in divenire, che è difficile far procedere senza una guida politica.
Dunque, lei prefigura un rallentamento della città?
Temo che Genova perda lo sprint, che rallenti la corsa; che invece di mantenere la macchina in quinta, si passi in seconda, in prima o che addirittura si metta la retromarcia. Questa è la mia preoccupazione; che vale per Genova ma anche un po’ per tutta Liguria e per il porto. Lì c’è un piano regolatore da portare a compimento. Per cui, lo ripeto, la magistratura deve fare il suo lavoro ed è giusto che lo faccia. Però cerchiamo di far presto, perché ogni giorno che passa è perso; il mondo va veloce e la città deve andare avanti. Bisogna continuare con questo sprint, con questa quinta marcia che abbiamo mantenuto fino ad adesso. E non andare a marcia indietro.